Vittorio Emanuele I di Savoia: differenze tra le versioni

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Nel [[1809]], propose agli inglesi di raccogliere ed inviare un contingente di soldati liguri per fronteggiare un tentativo di spedizione francese in Russia, ma una serie di difficoltà glie lo impedirono.<ref>F. Corridore, ''Vittorio Emanuele I e i suoi piani di guerra (1809) - Da una corrispondenza inedita del Conte di Reve'', 1900</ref>
[[Image:The return of Vittorio Emmanuel I to Turin.jpg|thumb|right|200px|L'ingresso trionfale di Vittorio Emanuele I a Torino]]
Strenuo avversario di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], non accettò mai compromessi e tornò in [[Piemonte]] soltanto dopo la sconfitta del Bonaparte il 20 maggio [[1814]] quando fece il proprio ingresso trionfale a [[Torino]] dopo essere sbarcato il 9 maggio di quello stesso anno a [[Genova]]. Anche quando il [[Piemonte]] occupato venne definitivamente inglobato nello stato francese come dipartimento, Vittorio Emanuele I non rinunciò mai alla speranza di poter un giorno recuperare ''in toto'' i propri domini. Rifiutò sulla stregua delle medesime intenzioni anche l'offerta che nel [[1807]] il Bonaparte gli fece pervenire (su consiglio dello zar [[Alessandro I di Russia]]) di creare un nuovo stato per i Savoia comprendente il [[Siena|senese]], il [[Grosseto|grossetano]] e l'ex [[principato di Lucca]].
 
Con il [[congresso di Vienna]] e la Restaurazione riacquistò il possesso dei suoi territori, con l'aggiunta di quelli dell'ex [[Repubblica di Genova]] e trasferì proprio in quel porto la sede della marina sarda. Venne però costretto a lasciare alla Francia una parte della regione della [[Savoia (regione storica)|Savoia]] che poté riottenere integralmente solo nel [[1815]] dopo la sua partecipazione alla campagna di repressione del governo dei [[cento giorni]] di Napoleone, quando le sue truppe si spinsero sino a [[Grenoble]].
 
AbrogòTornato saldamente al potere, abrogò i [[Codice Napoleonico|codici napoleonici]], ripristinando le ormai farraginose ''[[Leggi e costituzioni di Sua Maestà|Regie Costituzioni]]'' di [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] e riabilitando il [[diritto comune]], rinforzò le {{chiarire|ingombranti|interne o di frontiera?}} [[dogana|barriere doganali]], rifiutò di concedere una [[costituzione]] [[Liberalismo|liberale]], affidò l'istruzione al clero, ristabilì le discriminazioni in ambito lavorativo e giudiziario nei confronti di [[ebrei]] e [[valdesi]]. Durante la permanenza a [[Cagliari]] istituì il corpo d'élite dei Carabinieri e in seguito creò il ministero della marina.
 
Avendo ambizioni espansionistiche verso la [[Lombardia]], dove si stavano sviluppando sentimenti [[Nazionalismo|nazionalisti]] unitari anti-austriaci, promossi in massima parte dalla borghesia [[Illuminismo|illuminista]] dei salotti intellettuali cittadini, entrò in un latente conflitto con l'Austria, pur mantenendosi formalmente neutrale ad ogni scontro armato dal momento che l'Impero austriaco era alleato con l'[[Inghilterra]] ed una alleanza con la Francia appariva impensabile dopo quanto accaduto.