Renato Ricci: differenze tra le versioni

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|incarichi7=
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{{Bio
|Nome = Renato
|Cognome = Ricci
|Sesso = M
|LuogoNascita = Carrara
|GiornoMeseNascita = 1º giugno
|AnnoNascita = 1896
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 22 gennaio
|AnnoMorte = 1956
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Attività2 = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[Ministero delle Corporazioni|ministro delle Corporazioni]] durante il [[Regno d'Italia]] dal 31 ottobre [[1939]] al 5 febbraio [[1943]], precedentemente Presidente dell'[[Opera Nazionale Balilla]] dal [[1926]] al [[1937]], Comandante generale della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] dal settembre [[1943]] e poi con l'avvento della [[Repubblica Sociale Italiana]] Comandante della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] fino al [[1944]]
}}
 
== Biografia ==
[[File:Renato Ricci con la sua squadra carrarese.jpg|thumb|left|Renato Ricci con la sua [[squadrismo|squadra d'azione]] carrarese impegnata a S. Terenzo nello sgombero delle macerie del forte di Falconara 1922]]
 
Figlio di Ernesto ed Emma Checchi, dopo il diploma di ragioneria si arruolò volontario nel [[1915]] nei [[bersaglieri]] con il grado di [[tenente]] nella [[Prima guerra mondiale]], partecipando a tutta la guerra e meritandosi due [[medaglia al valor militare|Medaglie al Valore]] ed una [[Croce al merito di guerra]], quale comandante di pattuglie di [[Arditi]] per azioni compiute in territorio nemico.
 
Finita la guerra partecipò all'[[Impresa di Fiume]], capitanata da [[Gabriele D'Annunzio]], tornando poi a Carrara ad occuparsi di politica.
 
Squadrista convinto, aderì al [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF) nel maggio del [[1921]] ed un mese dopo fondò il [[Fasci Italiani di Combattimento|Fascio]] della sua città. Dopo essere stato arrestato dalle forze dell'ordine a [[Sarzana]] con l'accusa di violenza a fini politici, nel luglio dello stesso anno una colonna comandata da [[Amerigo Dumini]], si recò nel paese per liberarlo, dando luogo all'episodio che passò alla storia come i [[Fatti di Sarzana]].<ref>Giuseppe Meneghini ''la Caporetto del Fascismo'', Mursia, ISBN 978-88-425-4737-2</ref>
 
Nel [[1923]] fu nominato commissario politico del [[fascismo]] per la [[Lunigiana]] e [[console generale]] della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] (MVSN). Nell'anno seguente divenne [[deputato]] del Regno, eletto nel listone fascista<ref>[http://storia.camera.it/deputato/renato-ricci-18960601/leg-regno-XXVII#nav Renato Ricci: XXVII Legislatura del Regno d'Italia / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ed entrò nel consiglio direttivo del PNF.
 
La sua rapida scalata politica gli fece conseguire la nomina di Commissario per l'Ente Portuale di Carrara e la sovraintendenza all'attività dell'estrazione e del commercio dei [[marmo|marmi]]: questi incarichi lo porteranno ad essere un personaggio chiave per i rapporti tra il fascismo ed il potentato economico e impreditoriale carrarese.
 
Vicesegretario del partito dal [[1925]] al [[1929]] (se si esclude una breve parentesi tra il giugno 1925 ed il marzo [[1926]]), fu anche commissario straordinario del Fascio di [[Parma]] e di [[Trieste]]. Destinato a Parma nel dicembre 1925 chiuse il fascio di Parma ed espulse [[Luigi Lusignani (politico)|Luigi Lusignani]] e degli esponenti a lui legati<ref>{{cita|Sicuri|p. 46}}</ref>. Nell'aprile 1926 convocò il congresso del PNF parmese in cui il candidato proposto da Ricci, il console della [[MVSN]] [[Raul Forti]], fu eletto con largo margine<ref>{{cita|Sicuri|p. 47}}</ref>.
 
=== L'obelisco "Mussolini" ===
[[File:La colonna Mussolini appena estratta da cava Carbonera 1929.jpg|thumb|left|La colonna "Mussolini" dopo essere stata estratta]]
Per i suoi stretti legami con gli ambienti economici carraresi, [[Benito Mussolini]] lo nominò commissario governativo per l'Ente portuale di Carrara (1924), responsabile del Consorzio per l'industria e il commercio del marmo ([[1928]]).
 
Fin dal 1927 Ricci ipotizzò l'innalzamento di un enorme obelisco, fatto in un [[monolite|unico blocco di marmo]] di Carrara da collocare a [[Roma]].
La ricerca del blocco in [[marmo di Carrara]] adeguato fu lunga ma alla fine fu individuato in una cava denominata la "Carbonera". Il blocco trovato era alto 19 metri per due metri alla base con un peso di circa trecento tonnellate.<ref name="ReferenceA">Alberto Baini, ''Un obelisco per il Duce'', su Storia illustrata n° 360, novembre 1987 pag. 34</ref>
{{dx|[[File:Renato Ricci nella cava.jpg|thumb|26 gennaio [[1929]], Renato Ricci a cavallo nella cava "Carbonera"]]}}
{{Infobox militare
|Nome = Renato Ricci
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|Ref =
}}
La ricerca del blocco in [[marmo di Carrara]] adeguato fu lunga ma alla fine fu individuato in una cava denominata la "Carbonera". Il blocco trovato era alto 19 metri per due metri alla base con un peso di circa trecento tonnellate.<ref name="ReferenceA">Alberto Baini, ''Un obelisco per il Duce'', su Storia illustrata n° 360, novembre 1987 pag. 34</ref> Il 26 gennaio [[1929]], dopo essere stato estratto, alla presenza di Ricci iniziò la ''"[[lizzatura]]"'', ovvero il trasporto a valle del monolite. Per l'occasione furono impiegate trentasei coppie di buoi<ref>Alberto Baini, ''Un obelisco per il Duce'', su Storia illustrata n° 360, novembre 1987 pag. 36: "La colonna del duce, di paia ne richiese 36: e secondo altre fonti, certamente in errore 60"</ref> e si impiegarono cinque mesi per raggiungere la costa. Qui, a fine giugno, fu imbarcato su uno speciale [[pontone]] appositamente realizzato a [[La Spezia]] e denominato l'"Apuano" con destinazione [[Fiumicino]]. Da qui risalì il [[Tevere]] sfruttando le piene giungendo a Roma il 6 maggio [[1932]]. L'esecuzione delle opere su monolite e l'innalzamento dello stesso furono da Ricci affidate all'architetto [[Costantino Costantini]]. Fu infine inaugurato il 29 ottobre [[1932]] nel [[foro Mussolini]] per celebrare il decennale della [[marcia su Roma]].
{{Bio
|Nome = Renato
|Cognome = Ricci
|Sesso = M
|LuogoNascita = Carrara
|GiornoMeseNascita = 1º giugno
|AnnoNascita = 1896
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 22 gennaio
|AnnoMorte = 1956
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Attività2 = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[Ministero delle Corporazioni|ministro delle Corporazioni]] durante il [[Regno d'Italia]] dal 31 ottobre [[1939]] al 5 febbraio [[1943]], precedentemente Presidente dell'[[Opera Nazionale Balilla]] dal [[1926]] al [[1937]], Comandante generale della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] dal settembre [[1943]] e poi con l'avvento della [[Repubblica Sociale Italiana]] Comandante della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] fino al [[1944]]
}}
 
== Biografia ==
[[File:Renato Ricci con la sua squadra carrarese.jpg|thumb|left|Renato Ricci con la sua [[squadrismo|squadra d'azione]] carrarese impegnata a S. Terenzo nello sgombero delle macerie del forte di Falconara 1922]]
 
Figlio di Ernesto ed Emma Checchi, dopo il diploma di ragioneria si arruolò volontario nel [[1915]] nei [[bersaglieri]] con il grado di [[tenente]] nella [[Prima guerra mondiale]], partecipando a tutta la guerra e meritandosi due [[medaglia al valor militare|Medaglie al Valore]] ed una [[Croce al merito di guerra]], quale comandante di pattuglie di [[Arditi]] per azioni compiute in territorio nemico.
 
Finita la guerra partecipò all'[[Impresa di Fiume]], capitanata da [[Gabriele D'Annunzio]], tornando poi a Carrara ad occuparsi di politica.
 
Squadrista convinto, aderì al [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF) nel maggio del [[1921]] ed un mese dopo fondò il [[Fasci Italiani di Combattimento|Fascio]] della sua città. Dopo essere stato arrestato dalle forze dell'ordine a [[Sarzana]] con l'accusa di violenza a fini politici, nel luglio dello stesso anno una colonna comandata da [[Amerigo Dumini]], si recò nel paese per liberarlo, dando luogo all'episodio che passò alla storia come i [[Fatti di Sarzana]].<ref>Giuseppe Meneghini ''la Caporetto del Fascismo'', Mursia, ISBN 978-88-425-4737-2</ref>
 
Nel [[1923]] fu nominato commissario politico del [[fascismo]] per la [[Lunigiana]] e [[console generale]] della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] (MVSN). Nell'anno seguente divenne [[deputato]] del Regno, eletto nel listone fascista<ref>[http://storia.camera.it/deputato/renato-ricci-18960601/leg-regno-XXVII#nav Renato Ricci: XXVII Legislatura del Regno d'Italia / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ed entrò nel consiglio direttivo del PNF.
 
La sua rapida scalata politica gli fece conseguire la nomina di Commissario per l'Ente Portuale di Carrara e la sovraintendenza all'attività dell'estrazione e del commercio dei [[marmo|marmi]]: questi incarichi lo porteranno ad essere un personaggio chiave per i rapporti tra il fascismo ed il potentato economico e impreditoriale carrarese.
 
Vicesegretario del partito dal [[1925]] al [[1929]] (se si esclude una breve parentesi tra il giugno 1925 ed il marzo [[1926]]), fu anche commissario straordinario del Fascio di [[Parma]] e di [[Trieste]]. Destinato a Parma nel dicembre 1925 chiuse il fascio di Parma ed espulse [[Luigi Lusignani (politico)|Luigi Lusignani]] e degli esponenti a lui legati<ref>{{cita|Sicuri|p. 46}}</ref>. Nell'aprile 1926 convocò il congresso del PNF parmese in cui il candidato proposto da Ricci, il console della [[MVSN]] [[Raul Forti]], fu eletto con largo margine<ref>{{cita|Sicuri|p. 47}}</ref>.
 
=== L'obelisco "Mussolini" ===
Per i suoi stretti legami con gli ambienti economici carraresi, [[Benito Mussolini]] lo nominò commissario governativo per l'Ente portuale di Carrara (1924), responsabile del Consorzio per l'industria e il commercio del marmo ([[1928]]).
[[File:Renato Ricci nella cava.jpg|thumb|26 gennaio [[1929]], Renato Ricci a cavallo nella cava "Carbonera"]]
 
Fin dal 1927 Ricci ipotizzò l'innalzamento di un enorme obelisco, fatto in un [[monolite|unico blocco di marmo]] di Carrara da collocare a [[Roma]].
La ricerca del blocco in [[marmo di Carrara]] adeguato fu lunga ma alla fine fu individuato in una cava denominata la "Carbonera". Il blocco trovato era alto 19 metri per due metri alla base con un peso di circa trecento tonnellate.<ref name="ReferenceA">Alberto Baini, ''Un obelisco per il Duce'', su Storia illustrata n° 360, novembre 1987 pag. 34</ref> Il 26 gennaio [[1929]], dopo essere stato estratto, alla presenza di Ricci iniziò la ''"[[lizzatura]]"'', ovvero il trasporto a valle del monolite. Per l'occasione furono impiegate trentasei coppie di buoi<ref>Alberto Baini, ''Un obelisco per il Duce'', su Storia illustrata n° 360, novembre 1987 pag. 36: "La colonna del duce, di paia ne richiese 36: e secondo altre fonti, certamente in errore 60"</ref> e si impiegarono cinque mesi per raggiungere la costa. Qui, a fine giugno, fu imbarcato su uno speciale [[pontone]] appositamente realizzato a [[La Spezia]] e denominato l'"Apuano" con destinazione [[Fiumicino]]. Da qui risalì il [[Tevere]] sfruttando le piene giungendo a Roma il 6 maggio [[1932]]. L'esecuzione delle opere su monolite e l'innalzamento dello stesso furono da Ricci affidate all'architetto [[Costantino Costantini]]. Fu infine inaugurato il 29 ottobre [[1932]] nel [[foro Mussolini]] per celebrare il decennale della [[marcia su Roma]].
 
{{Citazione|L'obelisco è il più grande blocco marmoreo che mai sia venuto alla luce dalle viscere della
Terra. È costato lire 2.343.792,60 oltre a mezzo milione per la cuspide di oro puro del peso di kg. 32, indispensabile a proteggerlo contro le insidie del tempo.|Renato Ricci nella relazione a Mussolini<ref>Alberto Baini, ''Un obelisco per il Duce'', su Storia illustrata n° 360, novembre 1987 pag. 36</ref>}}
La [[cuspide (architettura)|cuspide]] in [[oro]] andò perduta nei convulsi giorni che seguirono la caduta del [[fascismo]] in [[Italia]] il [[25 luglio 1943]].
[[File:La colonna Mussolini appena estratta da cava Carbonera 1929.jpg|thumb|left|La colonna "Mussolini" dopo essere stata estratta]]
 
=== L'Opera nazionale balilla ===
Nel dicembre 1925 Mussolini diede all'ex [[Arditi|ardito]] la guida del movimento giovanile del PNF (l'[[Avanguardia giovanile fascista]]) con il compito di "riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico". Poco dopo fu presidente dell'[[Opera nazionale balilla]] (ONB) fondata nel [[1926]].
Poco dopo fu presidente dell'[[Opera nazionale balilla]] (ONB) fondata nel [[1926]].
 
Nei programmi di Benito Mussolini la figura di Renato Ricci occupava una posizione di rilievo: la sua fedeltà all'ideale dello Stato fascista e gli importanti ruoli ricoperti fecero di lui l'uomo indicato per l'attuazione di un vasto programma di coordinamento, formazione e controllo della gioventù italiana. Mussolini, che riteneva fondamentale la formazione politica e fisica del "cittadino-soldato", concepì a questo scopo l'[[Opera nazionale balilla]] (ONB), inquadrandovi ragazzi, anche giovanissimi, nel tentativo di ostacolare altre influenti organizzazioni giovanili in espansione come l'[[Azione Cattolica]] e gli [[Scautismo|scout]].
{{dx|[[File:RenatoRicci.jpg|thumb|left|Renato Ricci premia i Balilla dell'Urbe 8 dicembre [[1933]]]]}}
Alla base del progetto era la volontà di alimentare la diffusione della logica marziale e cameratesca e la costituzione di un'organizzazione di stampo paramilitare, capillarmente diffusa sul territorio, capace di travasare e convogliare nelle nuove generazioni i caratteri dello squadrismo fascista, stemperandone il carattere spontaneista in una struttura organizzata, anche attraverso strumenti ludico-educativi, come gli sport e le adunate. Al tempo stesso l'organizzazione doveva rendersi capace di avvicinare progressivamente gli italiani al partito, in un continuo processo di creazione del consenso, dell'appartenenza e dell'identificazione nei valori e nei contenuti promossi dal regime. Un sistema che, strutturato nel tempo, potesse condurre a un affiancamento e a un vero e proprio ruolo di compendio rispetto al sistema educativo della nazione.
 
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=== Onorificenze ===
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg