Enrico Berlinguer: differenze tra le versioni
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[[File:GenitoriEnricoBerlinguer1930WP.jpg|thumb|left|I genitori di Enrico Berlinguer, Maria Loriga e [[Mario Berlinguer|Mario]], nel 1930]]
Il padre di Enrico Berlinguer era l'avvocato [[
Due anni dopo Enrico, nel 1924, nacque il fratello [[Giovanni Berlinguer|Giovanni]], scienziato e più volte parlamentare, mentre ruoli politici di primo piano avrebbe avuto anche il cugino [[Luigi Berlinguer]].<ref>{{Cita|''Giovanni Berlinguer...''}}</ref>
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Enrico Berlinguer nacque alle tre del mattino di giovedì 25 maggio 1922 a [[Sassari]].<ref name="Francesco B."/><ref>{{Cita|''Enrico Berlinguer'' in ''camera.it''}}.</ref><ref>{{Cita|Valentini 2014|p. 24}}.</ref> La sua infanzia fu segnata dal progredire della malattia della madre, un'[[encefalite letargica]] che le provocava deformazione fisica, distruzione del sistema nervoso e confusione mentale, e che l'avrebbe condotta alla morte nel 1936, dopo un decennio dall'inizio delle sofferenze.<ref name="Francesco Ba.">{{Cita|Barbagallo|p. 10}}.</ref>
Suo fratello Giovanni raccontò che Enrico in fase adolescenziale coltivava la passione per i libri di filosofia, affermazione confermata da lui stesso in un'intervista del 1980: "Se mi chiede che cosa volevo fare da ragazzo e cioè prima di darmi alla politica, le rispondo il filosofo".<ref name="Francesco Ba." /> Nel giugno del 1940 conseguì la maturità al [[Liceo classico Domenico Alberto Azuni|Liceo classico "Domenico Alberto Azuni"]] senza sostenere gli esami, sospesi dal governo a causa dello scoppio della guerra, ottenendo ottimi voti nelle materie umanistiche e valutazioni negative in quelle scientifiche e in greco.<ref name="Cronologia">{{Cita|Egidi}}.</ref> Appassionato di studi giuridici, il 5 novembre 1940 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell'[[Università di Sassari]].<ref name="Pag. 11" /> Il 17 giugno 1941 affrontò il suo primo esame, istituzioni di diritto romano, superato con il voto di 30.<ref name="Cronologia" /> Aveva progettato di laurearsi con una tesi dal titolo ''Filosofia del diritto: da Hegel a Croce e Gentile'', ma non arrivò a concludere l'università.<ref name="Pag. 11">{{Cita|Barbagallo|p. 11}}.</ref>
A 21 anni, nell'agosto del 1943, si iscrisse al [[Partito Comunista Italiano|Partito comunista clandestino]] nella serra del militante pistoiese Renato Bianchi, poco fuori Sassari, dove si era recato in bicicletta con il cugino [[Sergio Siglienti]].<ref name="Pag. 11" /><ref name="Sergio S.">{{Cita|Valentini 1985|p. 9}}.</ref> Nello stesso periodo Berlinguer fondò e diresse come segretario la sezione della Gioventù comunista di Sassari, con sede provvisoria nel panificio del padre di uno degli iscritti.<ref name="Cronologia" />
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Domenica 15 e lunedì 16 giugno si tennero le [[Elezioni regionali italiane del 1975|Elezioni regionali]] e [[Elezioni amministrative italiane del 1975|amministrative]], cariche di significato politico: furono infatti quaranta milioni gli italiani chiamati alle urne per rinnovare i consigli di {{formatnum:6345}} città, 86 province e 15 regioni a statuto ordinario; inoltre per la prima volta votarono anche i diciottenni. L'esito segnò una sostanziale vittoria delle sinistre, in particolare dei comunisti, che ottennero una media nazionale del 33,4%, con la DC al 35,4% e il PSI al 12%.{{#tag:ref|Il PCI raggiunse il 48,3% dei suffragi in [[Emilia Romagna]], il 46,5 in [[Toscana]], il 46,1 in [[Umbria]], il 38,4 in Liguria, il 36,9 nelle [[Marche]], il 33,9 in [[Piemonte]], il 33,5 nel [[Lazio]], il 30,4 in [[Lombardia]], il 30,3 in [[Abruzzo]].<ref name="l'unità1975">{{Cita|Bongiovanni}}</ref>|group=N}}
Nel corso del 1976 Berlinguer precisò il proprio pensiero in due significative interviste: nella prima, curata da [[Carlo Casalegno]] per alcuni importanti quotidiani europei (''[[La Stampa]]'', ''[[Die Welt]]'', ''[[Le Monde]]'', ''[[Times]]''), il segretario del PCI ribadì la scelta democratica e l'autonomia della politica del partito italiano; nella seconda, firmata da [[Gianpaolo Pansa]] sul ''[[Corriere della Sera]]'' del 15 giugno, Berlinguer si soffermò invece sul rapporto tra l’Italia e la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] e sull’atteggiamento dei comunisti verso l’Alleanza Atlantica.<ref name="cronologiadell'unità">{{Cita|''Berlinguer, la cronologia''}}.</ref> Fu invece in un incontro in Francia con il segretario del PCF [[Georges Marchais]], il 3 giugno, all'indomani del [[XXV Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XXV Congresso del PCUS]], che Berlinguer nominò per la prima volta l'eurocomunismo.<ref name="Pag. 258f">{{Cita|Fiori|p. 258}}.</ref>
Alle [[Elezioni politiche italiane del 1976|Elezioni politiche]] svoltesi domenica 20 e lunedì 21 giugno uscirono vincitori sia la DC che il PCI: la prima infatti riuscì a guadagnare {{formatnum:1297000}} voti rispetto alle [[Elezioni politiche italiane del 1972|elezioni precedenti]], mentre i comunisti crebbero di ben {{formatnum:3545000}} rispetto a quattro anni prima. I voti dei socialisti restarono invece sostanzialmente invariati.<ref>{{Cita|''Archivio Storico...'', 1976}}.</ref>
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[[File:Berlinguer e Arafat 1982.jpg|thumb|left|Berlinguer con [[Yasser Arafat]] a Roma nel settembre 1982]]
Il 12 ottobre Berlinguer incontrò [[Fidel Castro]] in un colloquio durato sette ore, in cui il leader [[
Il 29 dicembre le ragioni dell'autonomia da Mosca e le critiche ai Paesi del socialismo reale furono ribadite dal segretario del PCI al Comitato centrale.<ref name="Pag. 193pf">{{Cita|Folena|p. 193}}.</ref> Nella stessa sede, il 12 gennaio 1982 la posizione di Berlinguer fu criticata da [[Armando Cossutta|Cossutta]].<ref name="Pag. 194pf">{{Cita|Folena|p. 194}}.</ref> Altri durissimi attacchi arrivarono il 24 gennaio dal ''[[Rudé právo]]'', organo ufficiale del [[Partito Comunista di Cecoslovacchia]],<ref name="Pag. 436gf">{{Cita|Fiori|p. 436}}.</ref> e poi dalla ''[[Pravda]]'', che pubblicò una sorta di "scomunica" verso il PCI sotto forma di un lungo articolo dal titolo ''Contro gli interessi della pace e del socialismo''.<ref name="Pag. 409f">{{Cita|Barbagallo|p. 409}}.</ref>{{#tag:ref|«Nessuna persona onesta al mondo può considerare senza sdegno le dichiarazioni dei dirigenti del Pci in cui si parla dei tentativi del nostro Paese di imporre la propria volontà ad altri popoli».<ref name="l'Unità25Gennaio">{{Cita|''Questo è il testo integrale...''}}</ref>|group=N}}
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Il presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]], che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Fece in tempo a entrare in stanza per vederlo e baciarlo sulla fronte. Si impose, poche ore dopo il decesso, per trasportare la salma sull'aereo presidenziale, dicendo: «Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta».<ref name="morteBerlinguerRai" /> Commovente fu il suo saluto al funerale, il 13 giugno, al quale partecipò circa un milione di persone:<ref>{{Cita|''I grandi funerali della storia''}}.</ref> il presidente si chinò con la testa sopra la bara, baciandola tra gli applausi dei presenti. Sonori fischi, che ricambiavano quelli subiti da Berlinguer al congresso socialista, si levarono invece quando [[Nilde Iotti]] citò il presidente del Consiglio [[Bettino Craxi]],<ref>{{Cita|Sorgi}}.</ref> al quale precedentemente era stata impedita da Marco Berlinguer la visita al capezzale del padre.<ref>{{cita|Simonetta Fiori}}.</ref> Anche colui che era politicamente più distante da Berlinguer, il segretario del MSI [[Giorgio Almirante]], riconoscendone il rigore morale, partecipò al funerale.
Il corteo con la bara, accompagnato dalla musica dell'''[[Adagio in sol minore]]'' di [[Remo Giazotto]], sfilò dalla sede del PCI, in via delle Botteghe Oscure, a [[
Il PCI decise di lasciare il segretario capolista alle elezioni europee e chiese di votarlo in modo [[Plebiscito|plebiscitario]]. La consultazione, forse anche per gli eventi precedenti, segnò un grande successo del Partito comunista che, per la prima e unica volta nella storia, superò la DC, affermandosi come primo partito italiano (33,3% contro 33,0%): questo sorpasso è ricordato come dovuto all'"effetto Berlinguer". Precedentemente, con Berlinguer, il PCI nel 1976 aveva invece toccato il massimo storico dei suoi voti col 34,4%.<ref name="binstoria"/>
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{{Portale|biografie|comunismo|politica}}
{{Vetrina|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Enrico Berlinguer/3|arg=biografie|giorno=26|mese=12|anno=2016}}
[[Categoria:Enrico Berlinguer| ]]
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[[Categoria:Antifascisti italiani]]
[[Categoria:Figli d'arte]]
[[Categoria:Sepolti nel cimitero Flaminio]]
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