Castello Cantelmo (Alvito): differenze tra le versioni

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==== L'incastellamento di ''Albeto'' ====
{{Vedi anche|Normanni}}
Il dominio dei d'Aquino in Valcomino fu instabile e soggetto ai primi disordini cui incorse il [[Lazio meridionale]], nel periodo che vide più volte combattersi e poi riappacificarsi i [[Normanni]] e lo [[Stato Pontificio]]. Dopo la costituzione del [[Regno di Sicilia]], i confini della Campania furono nuovamente oggetto di numerose contese fra i papi e i nobili locali, specialmente i sovrani del [[Principato di Capua]] e in quest'epoca Alvito risultò particolarmente esposta alle scorrerie normanne alla fine dell'[[XI secolo]]. Il conte di [[Carinola]], Gionata, si portò fino ai confini romani, in una piccola guerra condotta contro la [[contea di Sora]]. Una contesa tra Rainulfo d'Aquino, castaldo di Sora, che da anni perseguiva una politica di sostegno economico all'[[Abbazia di Montecassino]], con lasciti e donazioni di importanti proprietà, fra cui i ricchi mulini di ''Colle de Insula'' (probabilmente oggi [[Isola del Liri]]), e diversi monasteri in [[Arpino]], e la popolazione locale,<ref>Antonelli D., ''Abbazie, prepositure e priorati benedettini nella diocesi di Sora nel medioevo (sec. VIII-XV)'', Pasquarelli ed., Sora 1986, p. 156-157.</ref> era stato il pretesto del calense per occupare militarmente la città, conducendo un assedio che interessò anche gli alvitani. I sorani, che mal avevano tollerato le acquisizioni cassinesi di Isola, si erano ribellati ai [[d'Aquino (famiglia)|d'Aquino]] e avevano chiamato in soccorso il conte normanno. Rainulfo, gastaldo di Sora, e l'alvitano Atenolfo furono vinti da questi, e resi quindi prigionieri.<ref>Branca C., ''Memorie istoriche della città di Sora'', Tipografia de' Gemelli, Napoli 1847, p. 123.</ref> I fatti di quegli anni, attorno al 1094, sono molto conosciuti nella storiografia locale e, oltre ad essere presi come il ''terminus a quo'' del declino dell'egemonia aquinate della [[valle del Liri]], sono testimoniati in documenti storici importanti per comprendere la situazione feudale della Valcomino. Quando Adenolfo fu catturato, gli fu imposto un cospicuo riscatto in denaro che pagò l'[[Oderisio di Montecassino|abate Oderisio]], alleato dei d'Aquino. Il prezzo pattuito era di 200 [[Libbra|libbre]] d'oro, garantite dai cassinati, di cui egli ne avrebbe dovuto restituire 100 all'abate entro un anno, altrimenti avrebbe reso in pegno le proprietà alvitane così come le aveva ricevute da [[Desiderio di Montecassino|Desiderio]]. Una clausola contrattuale prevedeva però che non sarebbero stati né negoziabili né tantomeno alienabili i beni di Atenolfo sul ''Monte de Albeto'' perché oggetto, in quegli anni, di migliorie.<ref>Castrucci F. S., ''op. cit.'', pp. 26-27.</ref> Questa condizione ha fatto pensare ad alcuni autori che era ivi iniziata la costruzione di un castello,<ref name="Ibidem"/> mai portata a termine.<ref>Antonelli D., ''Alvito dalle origini al sec. XIV. Nella ricorrenza del IX Centenario della fondazione della Città (1096-1996)'', Printhouse, Castelliri 1999, p. 116.</ref> Alcuni anni più tardi Adenolfo, proprietario della sola ''Albeto'', morì, e chi gli succedette è ignoto. Perché si trovi successivamente menzione della proprietà alvitana, si dovrà attendere il 1157,<ref>Ammirato S., ''Delle famiglie nobili napoletane'', I, Firenze 1580, p. 154; Della Marra F., ''Delle famiglie estinte, forestiere, o non comprese ne' seggi di Napoli, imparentate con la Casa [[della Marra]]'', Napoli 1641, p. 47. Scandone F., ''Regesto di documenti'', in appendice a ''Roccasecca, patria di San Tommaso d'Aquino'', in ''«Archivio Storico di Terra di Lavoro»'', I (1956), p. 133 doc. 50 (1157).</ref> quando dei documenti menzionano un d'Aquino, ''Landolfo de Albeto'', signore della terra alvitana, precisamente «''dominus castri Albeti''», il quale era sicuramente un parente di Atenolfo. Certamente alla fine del [[XII secolo]] il centro fortificato era stato ultimato, come dimostra il toponimo ''castrum'' con cui è denominato, non necessariamente un castello, più probabilmente un borgo protetto da torri, mura e un palazzo signorile o fortezza.<ref>Antonelli D., ''op. cit.'', p. 162.</ref>
[[File:Castello di Alvito.jpg|upright=3.2|center|thumb|Il borgo fortificato di Alvito Castello e il maniero dei [[Cantelmo (famiglia)|Cantelmo]]]]