Privacy: differenze tra le versioni

Il termine '''''privacy''''' (della [[lingua inglese]], <small>pronuncia inglese</small> {{IPA|[ˈpɹɪvəsi]|en}} o {{IPA|[ˈpɹaɪvəsi]|en}}; <small>in italiano</small> {{IPA|/ˈpraivasi/|it}}<ref>{{Dipi|privacy}}</ref><ref>L'usuale pronuncia italiana riprende quella dell'[[inglese americano]] {{IPA|/ˈpɹaɪvəsi/}}, un tempo unica pronuncia possibile in inglese, ma ora sostituita da {{IPA|/ˈpɹɪvəsi/}} in altre varietà di inglese tra cui quello [[inglese britannico|britannico]].</ref>), reso in italiano anche con '''riservatezza'''<ref name="inglesehoepli">[https://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Inglese-Italiano/parola/privacy.aspx?idD=3&Query=privacy&lettera=P Dizionario di inglese Hoepli: ''privacy''.]</ref> o '''privatezza''',<ref name="inglesehoepli" /><ref>[https://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/privatezza.aspx?idD=1&Query=privatezza&lettera=P Dizionario di italiano Hoepli: privatezza.]</ref> indica - nel lessico giuridico-legale - il diritto alla riservatezza della vita privata di una persona.

 

 

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*[[Enrico Caruso]], anche se la lesione del diritto fu contestata dagli eredi in relazione a due film biografici che riguardavano il tenore;

*[[Claretta Petacci]], in merito alla sua relazione con [[Benito Mussolini]]. Nel [[1963]] la Corte di Cassazione confermò definitivamente la condanna al settimanale «[[Tempo (rivista)|Tempo]]» (all'epoca uno dei principali settimanali italiani), per aver pubblicato, in un servizio sulla Petacci, diversi particolari inerenti alla sua vita intima. La sentenza applicò il principio secondo il quale non vanno rese note vicende che riguardano la sfera privata delle persone, anche di quelle famose, in assenza d'interesse pubblico<ref>[[Umberto Ambrosoli]], [[Massimo Sideri]], ''Diritto all'oblio, cit.'', pag. 70.</ref>.

 

In ambito internazionale si ricorda il caso della principessa egiziana [[Soraya Esfandiary Bakhtiari]] (1932-2001) in relazione ad una sua storia d'amore. L'ex [[regina consorte]] dello [[scià di Persia]] fece causa ad alcune testate giornalistiche sostenendo che la propria riservatezza era stata violata: i giornali avevano ritratto la donna mentre era in compagnia di un uomo dentro la propria abitazione<ref>{{cita web|http://www1.unipa.it/gpino/Corte%20di%20Cassazione.pdf|Commento alla sentenza 27 maggio 1975, n. 2129 della Cassazione}}</ref>.