Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia: differenze tra le versioni

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Mentre i partigiani avevano ottenuto una serie di successi in Erzegovina, la situazione era molto critica Montenegro dove Tito decise di inviare Milovan Gilas e Mitar Bakić<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 192-193.</ref>. Sul territorio montenegrino l'azione repressiva del generale Pirzio biroli era in piena attività; inoltre l'ufficiale italiano aveva rafforzato la collaborazione con i cetnici che, sotto la guida di una serie di capi energici e abili come [[Blažo Đukanović]], [[Bajo Stanišić]], [[Djordje Lašić]] e [[Pavle Đurišić]]<ref>G. Scotti-L. Viazzi, ''L'inutile vittoria'', pp. 113-114.</ref><ref>S. Clissold, ''La Jugoslavia nella tempesta'', p. 126.</ref>, avevano messo in grande difficoltà le formazioni partigiane; in uno scontro a Kolašin contro i cetnici furono uccisi i due famosi capi partigiani montenegrini [[Bajo Sekulić]] e [[Budo Tomović]]<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 197-198.</ref>.
 
Sul territorio montenegrino inoltre imperversavano le violenze e le atrocità tra le opposte fazioni in lotta; in Montenegro anche i partigiani agirono brutalmente contro avversari e popolazione apparentemente ostile; i comunisti divennero gli "uomini delle foibe" <ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 194-198.</ref>. Giunto sul posto, Gilas si incaricò di rafforzare le unità combattenti, mentre Ivan Milutinović e Blazo Jovanović mantennero il controllo politico; Gilas raggiunse a [[Gornje Pole]] il famoso capo partigiano Sava Kovačević, impegnato un un'aspra lotta contro cetnici e italiani<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 199-206.</ref>.
 
I partigiani ottennero qualche successo conquistando [[Stolac]] in febbraio e Bočac in aprile<ref name="EG98"/>, ma il nuovo attacco contro [[Kolašin]] terminò con una pesante sconfitta; le unità partigiane di Peko Dapčević riuscirono il 23 aprile 1942 a battere i cetnici nella [[Gorna Morača]], ma il 16 maggio fu nettamente respinto l'attacco a Kolašin<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 216-224.</ref>. In seguito Tito criticò aspramente Gilas e Milutinović per la sconfitta in Montenegro<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 235-236.</ref>.
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[[File:Treca krajiska proleterska brigada.jpg|thumb|upright=1.2|Tito passa in rivista i partigiani della [[3ª Brigata proletaria d'assalto della Craina|3ª Brigata d'assalto della Craina]] dopo la liberazione di [[Bihać]] nel novembre 1942.]]
 
Dopo questi primi successi, i partigiani si rimisero in movimento sempre divisi in due gruppi per sfuggire ai contrattacchi tedeschi; una brigata partigiana l'11 luglio conquistò [[Gornji Vakuf-Uskoplje|Gornji Vakuf]], mentre il gruppo meridionale il 13 luglio entrò a [[Prozor-Rama|Prozor]] senza combattere dopo la ritirata della guarnigione croata<ref>G. Bambara, ''La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia'', pp. 164-165.</ref>. Il successivo attacco a [[Bugojno]] invece venne respinto il 17 e 20 luglio dalla guarnigione ustaša costituita dagli uomini della fanatica "legione nera" (''Crna Legija'') di [[Jure Francetić]], protagonista di brutali rappresaglie sulla popolazione civile simpatizzante con i partigiani <ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', p. 246.</ref>.
 
Nonostante il fallimento di Bugojno, le forze partigiane di Tito continuarono l'avanzata; la 2ª brigata proletaria il 31 luglio si avvicinò a [[Kupres (Bosnia)|Kupres]], mentre la 1ª proletaria e la 3ª del Sangiaccato marciarono su [[Livno]] che venne attaccata la notte del 4-5 agosto 1942<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 247-248.</ref>. La guarnigione croata venne sconfitta e la città venne conquistata totalmente entro il 7 agosto. I partigiani fucilarono tutti gli ustaša caduti prigionieri<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 248-252.</ref>. In questa fase il gruppo di brigate partigiano venne raggiunto anche dai combattenti della 5ª Brigata montenegrina di Sava Kovačević che aveva evacuato completamente il Montenegro. Il 11-13 agosto 1942 i partigiani attaccarono Kupres ma gli assalti vennero respinti dalla guarnigione croata<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 254-257.</ref>.
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