Camillo Benso, conte di Cavour: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Governo Cavour III}}
=== Nizza e Savoia per Modena, Parma, Romagna e Toscana ===
[[File:Alfonso La Marmora stampa.jpg|thumb|upright=0.8|[[Alfonso La Marmora]] non riuscì a risolvere la situazione di stallo internazionale del 1860 e il Rere fu costretto a richiamare Cavour.]]
 
Già durante la [[Seconda guerra di indipendenza italiana|guerra]] i governi e le forze armate dei piccoli Stati italiani dell'Italia centro-settentrionale e della [[Legazione delle Romagne|Romagna pontificia]] abbandonaronoavevano abbandonato i loro posti e dovunque si installaronoetano installate autorità provvisorie filo-sabaude. Dopo la [[Pace di Zurigo]], tuttavia, si giunse ad una fase di stallo, poiché i governi provvisori si rifiutavano di restituire il potere ai vecchi regnanti (così come previsto dal trattato di pace) e il [[Governo La Marmora I|governo di La Marmora]] non aveva il coraggio di proclamare le annessioni dei territori al Regno di Sardegna. Il 22 dicembre 1859 Vittorio Emanuele II si rassegnò, così, a richiamare Cavour che, nel frattempo, aveva ispirato la creazione del partito di Unione Liberale.
 
Il Conteconte, rientrato alla presidenza del Consiglio dei Ministri il 21 gennaio [[1860]], si trovò in breve di fronte ad una proposta francese di soluzione della questione dei territori liberati: annessione al Piemonte dei ducati di [[Ducato di Parma e Piacenza|Parma]] e [[Ducato di Modena e Reggio|Modena]], controllo [[Casa Savoia|sabaudo]] della Romagna pontificia, regno separato in [[Granducato di Toscana|Toscana]] sotto la guida di un esponente di [[Casa Savoia]] e cessione di [[Provincia di Nizza (1859)|Nizza]] e [[Contea di Savoia|Savoia]] alla Francia. In caso di rifiuto della proposta, il Piemonte avrebbe dovuto affrontare da solo la situazione di fronte all'Austria, "a suo rischio e pericolo"<ref>{{Cita|Romeo|p. 450}}</ref>.
 
Rispetto agli accordi dell'[[alleanza sardo-francese]], questa proposta di soluzione sostituiva per il Piemonte l'annessione del Veneto, che non si era potuto liberare dall'occupazione austriaca. Stabilita, di fatto, l'annessione di Parma, Modena e Romagna, Cavour, forte dell'appoggio della Gran Bretagna, sfidò la Francia sulla Toscana, organizzando delle votazioni locali sull'alternativa fra l'unione al Piemonte e la formazione di un nuovo Stato. Il [[plebiscito]] si tenne l'11 e il 12 marzo 1860, con risultati che legittimarono l'annessione della Toscana al Regno di Sardegna<ref>{{Cita|Romeo|pp. 450-451}}</ref>.
 
Il governo francese reagì con grande irritazione, sollecitando la cessione della Savoia e di Nizza, che avvenne con la firma del [[Trattato di Torino (1860)|Trattato di Torino]] il 24 marzo 1860. In cambio di queste due province il Regno di Sardegna acquisì, oltre alla [[Lombardia]], anche l'attuale [[Emilia-Romagna]] e la Toscana, trasformandosi in una nazione assai più omogenea.
 
=== Di fronte all'Impresa dei Mille ===