Censura nella musica in Italia: differenze tra le versioni

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Nel 1957 la canzone ''[[Resta cu'mme]]'' di [[Domenico Modugno]] viene censurata dalla [[RAI]] per il verso "Nun me 'mporta d'o passato, nun me 'mporta 'e chi t'avuto..."<ref>[http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=canzone_italiana&scheda=canzone_modugno_restacumme Resta cu'mme] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140822080214/http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=canzone_italiana&scheda=canzone_modugno_restacumme |data=22 agosto 2014 }} Scheda da ''La Canzone d'Autore Italiana'' su italica.rai.it</ref> per l'evidente contrasto con la corrente morale di stampo [[Chiesa cattolica|cattolico]] che attribuiva grande valore ed importanza alla [[verginità]] della donna. Per sospetta [[pubblicità occulta]], viene sospesa la trasmissione del brano ''[[Tu vuo' fa l'americano]]'' di [[Nisa (paroliere)|Nisa]] - Renato Carosone. Il verso "ma i soldi pe' Camel chi te li dà ?" dovrà essere modificato con "ma i soldi pe' campa', chi te li dà ?" per poter essere riammesso nella scaletta delle canzoni trasmesse dalla radio nazionale.
 
Nel 1959 viene sollevato il clamoroso caso di [[Jula de Palma]] che, al [[Festival di Sanremo 1959|Festival di Sanremo]], propone ''Tua'' di [[Bruno Pallesi|Pallesi]] - [[Gualtiero Malgoni|Malgoni]], classificandosi al quarto posto. Più che il testo è l'interpretazione della de Palma a dare scandalo e la sua esibizione al festival non verrà trasmessa dalla [[RAI]] in quanto giudicata troppo lasciva. A sollevare il caso sembra sia stata la fantomatica Associazione Madri Italiane, tuttavia da accurate indagini sembra che tale associazione non abbia mai mosso accuse nei confronti della canzone e si insinua il sospetto che il caso possa essere stato montato ad arte per far parlare del disco.<ref name="cairoli">{{Cita|Menico Caroli, 2003}}.</ref>
 
Nel 1963 la canzone ''Cristina'', cantata da [[Jaime de Mora y Aragón]] (fratello della [[Fabiola del Belgio|regina belga Fabiola]]) e dedicata a [[Christine Keeler]], allora famosissima e chiacchierata protagonista dello "[[scandalo Profumo]]" viene immediatamente censurata, sia per il tema scabroso che per scongiurare ripercussioni diplomatiche. Il pezzo ''La carità'' di [[Don Backy]], parte della colonna sonora scritta per il film ''[[Il monaco di Monza]]'' con [[Totò]], non verrà trasmessa dalla RAI in video in quanto la scena dei frati ballerini che chiedono la questua è considerata offensiva per la sacralità dell'[[abito talare]]. Inspiegabilmente, il veto fu posto anche per la trasmissione in radio.
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A seguito di una censura imposta da parte della Rai durante la classifica radiofonica condotta da [[Lelio Luttazzi]], che non può nemmeno nominare il titolo del disco, e al conseguente articolo apparso su ''[[L'Osservatore Romano]]'', che ne mette in luce oscenità inesistenti, il 28 agosto 1969 la Magistratura dispone il sequestro su tutto il territorio nazionale del singolo ''[[Je t'aime... moi non plus]]'', cantato da [[Serge Gainsbourg]] e [[Jane Birkin]], per motivi di oscenità. Il disco viene sequestrato dai negozi e dal magazzino del distributore, dove ne vengono tuttavia trovate solamente 569 copie, essendo la maggior parte già state vendute grazie alla pubblicità involontaria fornita dallo scandalo. La censura non sarebbe mai stata revocata. In seguito a ciò il prezzo del disco, che continua a circolare clandestinamente, passa dalle 750 alle 3000 lire.<ref name="orgasmosong">{{Google books |autore=Fabio Casagrande Napolin |titolo=Orgasmo Song. Sesso, musica e sospiri |id=c1gcDAAAQBAJ&dq |collana=Passioni Pop |città=Milano |editore=VoloLibero Edizioni |anno=2016 |pagina=39 |isbn=8897637620}}</ref>
 
Nel 1970 ''[[Sexus et politica]]'', l'[[Album discografico|album]] interpretato da [[Giorgio Gaber]] e scritto da [[Virgilio Savona]], con testi liberamente tratti da celebri componimenti della [[letteratura latina]], venne totalmente censurato dalla RAI a causa del titolo.<ref>{{Cita|Menico Caroli, 2003|pag. 163}}.</ref>
 
Nel 1971 ''[[Dio mio no/Era|Dio mio no]]'', scritta e interpretata da [[Lucio Battisti]] su testi di [[Mogol]], viene censurata perché contiene i versi "la vedo in pigiama e lei si avvicina / vicina vicina vicina vicina / Dio mio no, Dio mio no / cosa fai che cosa fai".<ref name="l'arcobaleno 92" /> Battisti, comunque, il 31 dicembre [[1971]] partecipa alla trasmissione televisiva di fine anno ''Cento di queste notti'' e, prima di cantare ''[[La canzone del sole/Anche per te#La canzone del sole|La canzone del sole]]'' esegue (forse in atto di sfida) una breve introduzione con la chitarra che ricorda molto quella di ''Dio mio no''.<ref>{{Cita web|url=http://www.luciobattisti.info/?page_id=1276|titolo=In TV – Anni 70|sito=www.luciobattisti.info|accesso=23 gennaio 2010}}</ref> ''[[4/3/1943]]'', il successo di [[Lucio Dalla]] scritto con [[Paola Pallottino]], era originariamente intitolato ''Gesù bambino'' e conteneva i versi «Ancora adesso che bestemmio e bevo vino / per ladri e puttane mi chiamo Gesù bambino» e «Giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare». Per essere ammessa al [[Festival di Sanremo 1971]], il titolo fu cambiato in ''4 marzo 1943'' e i versi modificati in «Ancora adesso che gioco a carte e bevo vino / Per la gente del porto mi chiamo Gesù bambino» e «Giocava a far la mamma con il bimbo da fasciare».<ref>{{Cita|Menico Caroli, 2003|pag. 152}}.</ref>
 
Nel 1972 ''[[I giorni dell'arcobaleno]]'', scritta e interpretata da [[Nicola Di Bari (cantante)|Nicola Di Bari]] e vincitrice del [[Festival di Sanremo 1972]], fu sul punto di non essere ammessa alla gara a causa del verso ''Vivi la vita da donna importante perché a tredici anni hai già avuto un amante''. L'età della protagonista dovette essere aumentata a ''sedici anni''.<ref>Marcello Giannotti, ''L'enciclopedia di Sanremo'', Gremese, Roma, 2005, pag. 51</ref>