Prima guerra mondiale: differenze tra le versioni

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[[File:Italian alpine troops improved version.jpg|miniatura|sinistra|[[Alpini]] italiani in movimento]]
 
La neutralità ottenne inizialmente consenso unanime, sebbene il brusco arresto dell'offensiva tedesca sulla Marna facesse nascere i primi dubbi sulla invincibilità tedesca. Gruppi [[interventismo|interventisti]] minoritari andarono formandosi nell'autunno 1914 fino a raggiungere una consistenza non trascurabile dopo appena pochi mesi; gli interventisti paventavano la sminuita statura politica, incombente sull'Italia, se fosse rimasta spettatrice passiva: i vincitori non avrebbero dimenticato né perdonato, e se a prevalere fossero stati gli Imperi centrali si sarebbero vendicati della nazione vista come traditrice di un'alleanza trentennale<ref>{{Cita|Silvestri 2006|pp. 16, 17}}.</ref>. Alla fine del 1914 il ministro degli esteri [[Sidney Sonnino]] avviò contatti con entrambe le parti per ottenere i maggiori compensi possibili e il 26 aprile 1915 concluse le trattative segrete con l'Intesa mediante la firma del [[patto di Londra]], con il quale l'Italia si impegnava a entrare in guerra entro un mese<ref>{{Cita|Silvestri 2006|p. 18}}.</ref>. Il 3 maggio successivo fu rotta la Triplice alleanza, fu avviata la mobilitazione e il 2423 maggio fu dichiarata guerra all'Austria-Ungheria, ma non alla Germania, con cui [[Antonio Salandra]] sperava, futilmente, di non guastare del tutto i rapporti<ref>{{Cita|Silvestri 2007|p. 5, 6}}.</ref>.
 
Il piano strategico dell'esercito italiano, sotto il comando del generale e capo di stato maggiore [[Luigi Cadorna]], prevedeva un atteggiamento difensivo nel settore occidentale, dove l'impervio [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]] costituiva un saliente incuneato nell'Italia settentrionale, e un'offensiva a est, dove gli italiani potevano contare a loro volta su un saliente che si proiettava verso il cuore dell'Austria-Ungheria<ref>{{Cita|Vianelli-Cenacchi|p. 13}}.</ref>. Dopo aver occupato il territorio di frontiera, il 23 giugno gli italiani lanciarono il loro [[Prima battaglia dell'Isonzo|primo assalto]] alle postazioni fortificate austro-ungariche, attestate lungo il corso del fiume [[Isonzo]]: l'azione andò avanti fino al 7 luglio, ma a dispetto della superiorità numerica gli italiani non conquistarono che poco terreno al prezzo di molti caduti. Lo schema si ripeté identico a metà luglio, e poi ancora in ottobre e novembre: ogni volta gli assalti frontali degli italiani cozzarono sanguinosamente contro le trincee austro-ungariche attestate sul bordo dell'altopiano del [[Carso]], che sbarrava agli attaccanti la via per [[Gorizia]] e [[Trieste]]<ref>{{Cita|Willmott|p. 88}}.</ref>.