Palazzo Barberini: differenze tra le versioni
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Si dovette attendere fino al [[2006]] affinché il palazzo fosse assegnato completamente alla Galleria d'Arte Antica (che fino ad allora poteva esporre solo il 20% delle proprie raccolte per la mancanza di spazi).
Oggi è in corso una attenta campagna di restauro che interessa edificio e giardino, che renderà fruibile al pubblico il palazzo nella sua interezza. L'intento è quello di creare, in questa sede, una
== Descrizione ==
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L'esempio fu la Villa Farnesina costruita da [[Baldassarre Peruzzi]] tra il [[1509]] e il [[1510]], soprattutto per l'impostazione a ferro di cavallo della pianta.
L'ingresso si apre sulla via delle Quattro Fontane mediante la cancellata progettata dall'architetto Azzurri nel [[1848]] e realizzata nel [[1865]], con i grandi [[Telamone (architettura)|telamoni]] scolpiti da [[Adamo Tadolini]].
La facciata è formata da sette campate che si ripetono su tre piani di arcate sostenute da colonne rappresentanti i tre stili classici ([[Ordine dorico|dorico]], [[Ordine ionico|ionico]] e [[Ordine corinzio|corinzio]]). Tramite le arcate più basse si accede al piano terra entrando in un ampio atrio ellittico fiancheggiato da due scale nei lati e nel quale, centralmente si apre una scala che porta ai giardini, posti ad un livello più alto del piano terra.
=== Il giardino ===
[[File:Le jardin du Palais Barberini (Rome) (5969793171).jpg|thumb|upright=1.2|I giardini]]
Conformemente al carattere misto del complesso, tra palazzo di città e villa, il giardino era originariamente un vero e proprio parco, comprendendo i terreni lungo la strada Pia (oggi [[Via Venti Settembre (Roma)|via XX Settembre]], su cui vediamo allineati grandi immobili umbertini) fino all'odierna salita di san Nicola da Tolentino. Lo spazio era organizzato come [[giardino all'italiana]], completo di giardino segreto<ref>Il giardino fu collegato a fine Seicento alla Sala del Trono dal cosiddetto ''ponte ruinante''); nello stesso periodo fu costruita la rampa delle carrozze che metteva i giardini in comunicazione diretta con il palazzo</ref> e popolato anche da animali esotici come struzzi e cammelli.
A fine [[XVIII secolo|Settecento]] vi furono introdotti mutamenti conformi al gusto dell'epoca: un'area di alberi ad alto fusto da [[giardino romantico]], la cosiddetta casina di sughero di fronte alla cordonata di collegamento del giardino con il palazzo. Nel [[1814]], nell'angolo superiore tra via delle Quattro Fontane e strada Pia, vi fu costruito uno [[sferisterio]] aperto al pubblico, che durò fino al [[1881]]<ref>si veda, nella [https://www.flickr.com/photos/dealvariis/5664748557/in/set-72157617094487536/ foto], la posizione, con la chiesa di [[San Carlo alle Quattro Fontane]] sullo sfondo.</ref>, quando il giardino cominciò ad essere rosicchiato ai margini dall'urbanistica della capitale prima umbertina e poi fascista.
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