Carlo Ginori: differenze tra le versioni
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Con l'arrivo dei Lorena in Toscana ([[1737]]) si aprì una stagione di grandi e radicali cambiamenti nella vita politica e governativa del [[Granducato di Toscana|Granducato]]. Fu percepita subito la necessità di razionalizzare e organizzare meglio gli uffici pubblici, utilizzando nel governo anche nuovi personaggi sia toscani sia mitteleuropei. Un primo fondamentale passo di questo processo fu nel [[1739]] il ''[[motu proprio]]'' con il quale furono istituiti i Consigli di Reggenza, di Guerra e delle Finanze, con i relativi regolamenti.
Importante fu la visita come ambasciatore di Carlo a Vienna nel [[1737]], che gli fruttò gli elogi dell'imperatore [[
[[File:Duomo Livorno, interno, Ginori.JPG|thumb|La tomba di Ginori nel [[Duomo di Livorno]]]]
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Carlo Ginori era imparentato con i [[Corsini]] ([[Lorenzo Corsini]], zio della moglie di Carlo Ginori, era salito nel [[1730]] alla cattedra di Pietro, con il nome di [[Clemente XII]]), che si erano schierati a favore di [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] per la successione ai [[Medici]] nel Granducato. All'interno del [[Consiglio di Reggenza]], si delineò ben presto una diversità di opinioni tra ministri lorenesi e ministri del "partito" fiorentino. In particolare, [[Emmanuel de Nay, conte di Richecourt]] (stretto collaboratore del Granduca) e Ginori si scontrarono sia su temi politici, ideali e culturali, sia su posizioni personali e di potere.
Il riaprirsi del conflitto tra [[Borbone]] e [[Asburgo]], in occasione della [[guerra di successione austriaca]], rese ancora più difficili i rapporti all'interno del governo lorenese del Granducato.
== Onorificenze ==
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