Repubblica partigiana di Alba: differenze tra le versioni

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Durante quelle settimane inoltre il fiume Tanaro era gonfio di piogge e pressoché impossibile da traghettare: vennero dunque intavolate trattative tra le autorità provinciali e regionali fasciste e i partigiani, il 30 e il 31 ottobre. Da parte partigiana si studiava la difesa anche grazie a emissari giunti da Cuneo, tra cui Duccio Galimberti: alcuni campi a sud vennero allagati, altri minati, mentre si scavarono trincee e durante la notte del 25 ottobre si tentò anche di minare il ponte di Pollenzo (un ponte sospeso di legno e corde) sotto l'occhio vigile dei tedeschi, ma l'azione ebbe scarsi risultati (e il ponte verrà riparato e utilizzato per far affluire le forze fasciste per la riconquista di Alba).
 
Il prefetto di Cuneo [[Antonio Galardo (militare)|Antonio Galardo]] e [[Lorenzo Tealdy]], [[Partito Fascista Repubblicano|vice federale fascista]] di [[Torino]], si recarono ad Alba per parlamentare con il [[Enrico Martini (partigiano)|maggiore "Mauri"]] al fine di ottenere la resa incruenta della città e consegnandosi poi volontariamente come ostaggi quando la trattativa proseguì e "Mauri" si recò ad un incontro con l'alto commissario per il Piemonte [[Paolo Zerbino]]<ref>{{cita|Enrico Martini, ''Partigiani penne nere'', Edizioni del Capricorno - 2016|pp. 154-155}}.</ref>.
 
Durante la notte del 2 novembre, reparti fascisti ([[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] e Brigata Nera di Torino e Cuneo, il I reparto "Arditi Ufficiali" più un plotone del II reparto, il X battaglione speciale, un plotone di [[cavalleria]] e [[genio]], il battaglione "Lupo" della X Mas, il battaglione celere "Fulmine", i gruppi di artiglieria "Da Giussano" con batterie da 105 e "S. Giorgio" con batterie da 75/13, il gruppo corazzato "Leonessa", più ausiliari dei pompieri e della Pubblica Sicurezza, in tutto più di mille uomini) attraversarono il ponte a Pollenzo (riparato) e il Tanaro, in località Carnevali, su un ponte di barche.