Dote (società): differenze tra le versioni

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Gli studi comparativi dell'antropologo britannico [[Jack Goody]] sui vari sistemi di dote nel mondo hanno dimostrato che la dote è una forma di eredità diffuso largamente nelle società eurasiatiche, dal Giappone all'Irlanda, che praticano la "[[devoluzione (diritto)|devoluzione]] divergente", vale a dire, che trasmettono la proprietà ai figli di entrambi i sessi. Questa pratica è diversa da quella della maggior parte delle società dell'Africa sub-sahariana, che praticano la "eredità omogenea" in cui la proprietà è trasmessa soltanto ai figli dello stesso sesso del titolare della proprietà. Queste società africane si caratterizzano per il pagamento del "[[prezzo della sposa]]", cioè il denaro, i beni o la proprietà dati dallo sposo o dalla sua famiglia ai genitori della sposa (non alla sposa stessa)<ref>{{cita|Goody|p. 7}}.</ref>.
 
Goody ha dimostrato una correlazione storica tra le pratiche di "devoluzione divergente" (dote) e lo sviluppo dell'[[agricoltura intensiva]] con l'aratro da un lato, e tra l'ereditarietà omogenea (prezzo della sposa) e [[agricoltura estensiva]] con la zappa dall'altro<ref>{{cita|Goody|pp. 27-29}}.</ref>. Partendo dal lavoro di [[Ester Boserup]], Goody osserva che la suddivisione del lavoro rispetto ai sessi varia nell'agricoltura intensiva con l'aratro e nella coltivazione estensiva itinerante ([[shifting cultivation]]). Nelle regioni scarsamente popolate, dove è praticata la coltivazione itinerante, la maggior parte del lavoro è svolto dalle donne. In queste società è in uso il prezzo della sposa. Boserup inoltre associa la coltivazione itinerante con la [[poligamia]], e quindi la ricchezza della sposa viene pagata a titolo di risarcimento per la sua famiglia per la perdita del suo lavoro. Nell'agricoltura con l'aratro il lavoro è svolto in gran parte dagli uomini; in questi casi si usa la dote<ref>{{cita|Goody|p. 32}}.</ref>. Al contrario, l'agricoltura con l'aratro è associata con la [[proprietà privata]] e il matrimonio tende ad essere monogamo, per mantenere la proprietà all'interno del nucleo famigliare. I familiari prossimi sono i coniugi preferiti in modo da mantenere proprietà all'interno del gruppo<ref>{{cita|Goody|pp. 33-34}}.</ref>
 
== Storia ==
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La dote era amministrata dal marito come parte del patrimonio di famiglia; egli però non ne poteva disporre liberamente e legalmente la dote doveva essere mantenuta separata in quanto ci si aspettava fosse dedicata alla moglie e ai figli. La moglie aveva diritto alla sua dote alla morte del marito. In caso di morte della moglie senza figli, la sua dote ritornava alla famiglia di origine (al padre se ancora vivo, altrimenti ai fratelli) mentre in presenza di figli, andava divisa equamente tra loro ma non tra eventuali altri figli del marito da parte di altre donne<ref name=jct09 />.
 
===Antica Grecia===
 
Nella [[antica Grecia]] la dote poteva essere dote “diretta” se costituita da beni della famiglia della sposa, o “indiretta” se proveniente da regali fatti alla sposa in occasione del matrimonio. L'ammontare della dote dipendeva dalla generosità del padre o del fratello e in generale, dipendeva da vari fattori: la ricchezza di colui che forniva la dote; il numero di fratelli e sorelle; le convenzioni in uso nel gruppo sociale al quale apparteneva la famiglia sia per quanto riguardava i beni dati al momento delle nozze che per quanto riguardava una eventuale eredità che in alcuni contesti era sostituita in tutto o in parte dalla dote. Oltre al corredo la dote poteva consistere di denaro e persino di schiavi, indice questo di grande ricchezza del padre della sposa.