Tivoli: differenze tra le versioni

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Il fatto che l'antica Tibur fosse punto di confluenza di popolazioni diverse (soprattutto [[Sabini]] e [[Latini]]), è confermato dall'esistenza del grande [[santuario di Ercole Vincitore]]<ref name="StraboneItaliaV3.11">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,11.</ref> (restaurato dal giugno [[2011]]), classico eroe divinizzato di origine greca, protettore dei commerci e dei luoghi in cui si svolgevano, i cui resti sono databili al [[II secolo a.C.]], ma che si può far risalire ad un più antico luogo di culto (forse nella zona dell'attuale Ponte dell'Acquoria) comune a popolazioni che si incontravano per commerciare, analogamente a quanto accadeva vicino al guado del Tevere nel Foro Boario già in epoca pre-arcaica.
 
Nel IV sec. a.C. guerreggiò con Roma dopo essere entrata nella Lega Latina che voleva contrastare la città che intendeva sottomettere il [[Lazio]] finché fu definitivamente sottomessa da [[Storia di Roma|Roma]].Aiutò Roma nelle Guerre Puniche tanto da essere uno dei principali punti di rifornimento delle truppe. Rimase neutrale durante la Guerra Civile e fu riconosciuta [[Municipio (storia romana)|municipio romano]] con la ''Lex Iulia municipalis'' nel [[I secolo a.C.]]. Dopo il passaggio da repubblica a impero ''Tibur'' si consolidò come centro commerciale e residenziale divenendo sede di molte ville di ricchi romani, come testimoniano i numerosi resti. Quelle ancor oggi note e identificate sono attribuite a [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], a [[Gaio Cassio Longino|Cassio]], a [[Publio Quintilio Varo]], a Manlio Vopisco (i resti di quest'ultima sono incorporati nell'attuale [[Villa Gregoriana]]). Lo stesso [[Augusto]] vi soggiornò ed amministrò la giustizia sotto i portici del [[santuario di Ercole Vincitore]].<ref>{{cita|Svetonio|''Augustus'', 72}}.</ref> Il culmine di questi insediamenti fu rappresentato dalla [[Villa Adriana|villa]] di [[Adriano]], nel [[II secolo]] d.C. Qui a Tivoli, nel 275 d.C., passò i suoi ultimi giorni la regina [[Zenobia]] di [[Palmira]].
 
Nel [[Medioevo]] le invasioni barbariche portarono a un periodo di decadenza con conseguente abbandono delle ville e delle campagne, a seguito di ciò la popolazione si trasferì all'interno delle mura, un documento del 945 attesta che la città era governata da un duca. Tra il X e l'XI sec. Tivoli entrò in guerra con Ottone III. Nel [[Basso Medioevo]] Tivoli e Roma ritornarono alle armi perché Roma non sopporta la posizione strategica di Tivoli. [[Federico Barbarossa]] fu appoggiato dalla città e in cambio fortificò le mura e permise alla città di inserire l'aquila imperiale bello stemma cittadino. Tivoli fu [[sede vescovile]] (nota dall'anno 366) e fortemente implicata nelle contese feudali. Sempre gelosa della propria indipendenza, ma stretta tra i baroni romani e il feudo [[Benedettini|benedettino]] di [[Subiaco]], per sottrarsi al patrimonio vescovile si schierò con i [[ghibellini]]; tuttavia questo non le risparmiò di dividersi continuamente in fazioni e di rimanere ostaggio della contesa fra i potenti romani, come i [[Colonna (famiglia)|Colonna]] e gli [[Orsini]], per tornare infine, nel [[XV secolo]], nel patrimonio della Chiesa, del cui [[Stato della Chiesa|stato]] seguì le sorti.Nel 1461 papa [[Pio]] II costruì Rocca Pia e pose fine a tutti i conflitti e assoggettando la città al papato. Nel 1550 fu nominato governatore di Tivoli il cardinale [[Ippolito II d'Este]] (1509-1572), che promosse la realizzazione della celebre villa che dalla sua famiglia prende il nome. La sistemazione di [[Villa d'Este (Tivoli)|Villa d'Este]] fu continuata dai suoi successori, il nipote cardinale [[Luigi d'Este]] (morto nel 1586) e il [[Alessandro d'Este (cardinale)|cardinale Alessandro d'Este]] (morto nel 1624).