Giovanni Alfonso Borelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Giovanni Alfonso Borelli funereal monument, S.Pantaleo Church, Rome - 1.JPG|thumb|Monumento funerario di Giovanni Alfonso Borelli.]]
Alcuni studiosi<ref>Fra i quali D. Rotundo</ref> ritengono che sia nato tra il [[1598]] e il [[1599]] da donna santagatina ([[Fortificazioni_di_Reggio_CalabriaFortificazioni di Reggio Calabria#Motta_SantMotta Sant.27Agata|Motta Sant'Agata]] di [[Reggio di Calabria]]).
 
La ricostruzione della sua [[biografia]] si basa sull'[[epistolario]] che Borelli ha tenuto con [[Vincenzo Viviani]], [[Alessandro Marchetti (matematico)|Alessandro Marchetti]] (suo discepolo all'[[Università di Pisa]]), [[Antonio Magliabechi]] e [[Marcello Malpighi]].<ref>Derenzini T. - ''Alcune lettere di Borelli ad Alessandro Marchetti''.1959, pp.224-243</ref> Malpighi introdurrà anche delle informazioni riguardanti Borelli nella sua autobiografia.<ref>Gaizo M. - ''Alcune lettere di Giovanni Alfonso Borelli, dirette una a Malpighi, le altre a Magliabechi''. Napoli, 1886</ref> Grazie a questi riferimenti è possibile affermare che Giovanni Alfonso Borelli nacque il 28 gennaio 1608 e fu battezzato con il nome di Giovanni Francesco Antonio. Il padre di Borelli, Miguel Alonzo, secondo il contributo dei personaggi prima menzionati, era un semplice soldato di [[fanteria]] del presidio spagnolo distaccato al [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]] di Napoli, mentre la madre era una umile popolana.<ref name="ref_A">Capparoni P. - ''Sulla patria di Giovanni Alfonso Borelli''. Rivista storica, scientifica, medica, 1931, pp.53-63.</ref><br /> Circa i suoi natali è inoltre insistita una maldicenza forse priva di fondatezza che ne attribuiva la paternità a [[Tommaso Campanella]], a quel tempo esiliato al [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]] di Napoli. Anche l'origine napoletana è stata messa in discussione, in particolare è stata ipotizzata la nascita di Borelli a [[Messina]], che potrebbe però essere la città natale del fratello minore.<ref>Capparoni P. - ''Sulla patria di Giovanni Alfonso Borelli''. Rivista storica, scientifica, medica, 1931, pp.57-63.</ref><br />
 
Nel [[1614]] il padre di Borelli, Alonzo, fu processato, forse per aver favorito la fuga del Campanella, e fu condannato alla [[pena capitale]], che gli fu poi commutata nell'[[esilio]] a [[Roma]]. Questo ultimo sarà il luogo dove Borelli effettuerà i suoi studi diventando anche allievo di [[Benedetto Castelli]].
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===Pisa (1656-1667)===
Nella primavera del 1656 Borelli lasciò Messina al fine di occupare la cattedra di matematica all'Università di Pisa, conferitagli dal [[Granduca Ferdinando II]]. Il 19 marzo dello stesso anno tenne la sua prima lezione pisana ma con scarso successo. Non passò molto tempo però che quegli stessi allievi dovettero ricredersi sulle qualità del maestro. Tra i suoi più illustri discepoli, merita di essere citato Alessandro Marchetti.
Il soggiorno pisano si rivelò di grandissima importanza al fine di plasmare l'orientamento scientifico di Borelli, che già alla scuola del Castelli si era andato rafforzando.<ref name="ref_B">Derenzini T. - '' Alcune lettere di Borelli ad Alessandro Marchetti''.</ref><br /> Per sottolineare l'importanza del soggiorno pisano è giusto considerare che il territorio di Pisa ha visto passare i più illustri medici del tempo: [[Andrea Vesalio]] nel 1543, [[Realdo Colombo]] nel 1546, [[Andrea Cesalpino]] nel 1581, [[Galileo Galilei]] infine che era stato a Pisa per conseguire il titolo di ''dottorato'', ma poi finì per insegnare matematica. Sebbene tra i medici appena nominati Galileo possa sembrare estraneo al loro campo non bisogna escluderlo del tutto.
La tradizione galileiana infatti traeva nuove risorse grazie alla fondazione dell'[[Accademia del Cimento]] che ha costituito un evento di notevole importanza per l'evoluzione del progresso scientifico.
Della suddetta accademia fecero parte: [[Vincenzo Viviani]], [[Carlo Roberto Dati]], [[Alessandro Segni]], [[Francesco Redi]], [[Evangelista Torricelli]], [[Antonio Oliva (teologo)|Antonio Oliva]] (di [[Reggio Calabria]]), Giovanni Alfonso Borelli. Il motto di questa accademia era: ''provando e riprovando'', ancora conosciuto ai giorni nostri.<ref>Derenzini T. - ''Giovanni Alfonso Borelli, fisico: Celebrazione dell'Accademia del Cimento nel tricentenario della fondazione (19 giugno 1957)'', Pisa, 1958, pp.35-42.</ref><br />
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*Alexandre Koyré, ''La rivoluzione astronomica. Copernico, Keplero, Borelli''.Feltrinelli.(1966), Milano.
*Pazzini A. - ''La medicina nella storia, nell'arte, nel costume''. (1970).
* {{Mille anni di scienza in Italia|indirizzo=borelli}}
 
== Voci correlate ==