Nennio: differenze tra le versioni

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|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = fu un [[monachesimo|monaco]] [[storia del Galles|gallese]] del [[IX secolo]] al quale, sulla base del prologo dell'opera, è stata attribuita la paternità della ''[[Historia Brittonum]]'' <ref>[[J. A. Giles]] (translator). ''Nennius: The History of the Britons'', in ''Six Old English Chronicles'' (1847)[http://www.fordham.edu/halsall/basis/nennius-full.html]</ref>.
|FineIncipit = è il nome di due personaggi almeno parzialmente leggendari, associati con la [[storia del Galles]]
}}
Il meglio conosciuto dei due è Nennio, lo studente di [[Elvodugus]].
 
Recentemente è stato fatto notare come il [[manoscritto]] che attribuisce a Nennio la paternità dell'opera siarisalirebbe dial almeno[[X duesecolo|X]] secolio posteriore (all'[[XI secolo]]), ma la maggior parte degli storici continua a riferirsi a lui come autore, o almeno redattore basandosiche si basò su testi precedenti, della versione della Historiadell'opera giunta fino a noi<ref>e.g. [[David Dumville]], quoted at: http://www.britishhistoryclub.com/bhc/sources/nennius_hb.html {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080907061426/http://www.britishhistoryclub.com/bhc/sources/nennius_hb.html |date=7 September 2008 }}</ref>.
Elvodugus è comunemente identificato con il [[vescovo]] [[Elfoddw di Gwynedd]] che convinse la parte gallese della [[Cristianesimo celtico|Cristianità celtica]] a celebrare la [[Pasqua]] nella stessa data degli altri [[Cattolicesimo|cattolici]] in [[Britannia]] nel [[768]] e che è ricordato, per l'ultima volta, negli [[Annales Cambriae]] per essere morto nell'[[809]]. Questo Nennio è tradizionalmente posto nell'inizio del [[IX secolo]] ed è identificato come l'autore di almeno una parte dei manoscritti che formano l'''[[Historia Brittonum]]''.
Sarebbe stato allievo di Elvodugus, che è comunemente identificato con il [[vescovo]] [[Elfodd]] di [[Bangor]], che nel [[768]] convinse la parte gallese della [[Cristianesimo celtico|Cristianità celtica]] a celebrare la [[Pasqua]] nella stessa data degli altri [[Cattolicesimo|cattolici]] della [[Britannia]]<Ref name=lambdin>{{Cite web| title = Arthurian Writers: A Biographical Encyclopedia - Google Books| accessdate = 2018-04-14| url = https://books.google.com/books/about/Arthurian_Writers.html?id=6LBFCZY-ml8C}}</ref> e la cui morte è datata negli ''[[Annales Cambriae]]'' nell'[[809]].
 
Si ritiene che Nennio sia vissuto nella zona del [[Brecknockshire]] e del [[Radnorshire]], nell'attuale [[Powys]], in [[Galles]]<ref>{{cite DNB|wstitle=Nennius|volume=40|page=218}}</ref>. Quindi visse fuori dai regni anglosassoni, isolato dalle montagne e in una società rurale<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 12</ref>. A causa della mancanza di prove riguardanti la sua vita, Nennio è diventato egli stesso oggetto di leggende. Le tradizioni gallesi includono Nennio con Elbodug e altri che sarebbero sfuggiti al massacro dei monaci gallesi da parte di [[Ethelfrid]] nel 613, in fuga verso nord.<ref>Lee, Sidney, ed. "Nennius." ''Dictionary of National Biography''. XL. London: Smith, Elder & Co., 1894. 221</ref>.
 
Si è già detto in precedenza che a Nennio è tradizionalmente attribuita la stesura della ‘’[[Historia Brittonum]] attorno all’ 830<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 6</ref>, opera che fu molto influente, diventando un importante punto di riferimento per la [[materia di Britannia|leggenda arturiana]], soprattutto perché riporta fatti importanti per il dibattito sulla [[storicità di Re Artù]] ]]<ref name=lambdin />. Parla anche delle leggende sulle origini dei [[Pitti]], degli [[Scoti]], di [[San Germani]] e di [[Vortigern]] e documenta eventi associati all'invasione degli [[Anglosassoni]] nel VII secolo<ref>Marsh, Henry. ''Dark Age Britain: Some Sources of History''. Hamden, Connecticut: Archon Books, 1970. 84</ref>.
 
Alcuni elementi suggeriscono che la ''Historia Brittonum'' era una raccolta di diverse fonti, alcune delle quali citate solo da Nennio, mentre altre no. Alcuni esperti dicono che questa non era la prima compilazione della storia dei Britanni e che si basava in gran parte sul ''[[De Excidio Britanniae]]'', scritto circa due secoli prima da [[Gildas]]<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 7</ref>. Atre fonti includevano la ''Vita di Germano'' e diverse genealogie reali<ref name="FS75-6">[[Frank Stenton|Stenton, Frank]]. ''Anglo Saxon England''. New York: Oxford UP, 1971. 75–76</ref>. La maggior parte delle altre fonti non è sopravvissuta e quindi non può essere confermata. I manoscritti superstiti della ''Historia Brittonum'' appaiono redatti da diverse versioni perdute:le informazioni su Nennio contenute nel '''Prologo'' e quelle presenti nella ''Apologia'' divergono. Il ''Prologo'' contiene una forma espansa di ''Apologia'', che si trova solo nelle edizioni copiate durante il XII secolo, portando gli esperti a credere che le versioni successive del documento siano state alterate<ref>Lee, Sidney, ed. "Nennius." ''Dictionary of National Biography''. XL. London: Smith, Elder & Co., 1894. 218-19</ref>. La più grande edizione conosciuta contiene settantasei sezioni tra cui il ''Prologo'' e la ''Apologia''. Il lavoro è stato tradotto in irlandese da Giolla Coemgin attorno al 1071 ed è il primo esempio dell'originale ''[[Historia Brittonum]] ''<ref>Lee, Sidney, ed. "Nennius." ''Dictionary of National Biography''. XL. London: Smith, Elder & Co., 1894. 219</ref> che include il nome dell'autore, Nennio<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 9</ref>.
All’inizio scritta come una storia dei [[Britanni]] nel tentativo di documentare un passato legittimo, la ''Historia Brittonum'' contiene storie di leggende e superstizioni allo stesso tempo.<ref name="Gransden, Antonia 1974">Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 11</ref>. L'accuratezza storica dell’opera è a dir poco discutibile, ma il documento è internamente coerente e fornisce informazioni direttamente e indirettamente sulle fonti di Nennio<ref name="FS75-6" />. Alcuni storici sostengono che l'opera offra una buona visione del modo in cui i britannici del IX secolo consideravano se stessi e il loro passato<ref>Marsh, Henry. ''Dark Age Britain: Some Sources of History''. Hamden, Connecticut: Archon Books, 1970. 8</ref>. Nennio fa diversi tentativi per trovare tracce della storia dei Britanni prima dei Romani e anche dei [[Celti]] attraverso delle osservazioni empiriche di ciò che egli chiama "Le meraviglie" o "Meraviglie della Gran Bretagna"<ref name="Gransden, Antonia 1974"/>, che includono rovine, punti di riferimento e altri aspetti della campagna britannica che Nennio ritiene meritevoli di documentazione. La sua spiegazione dei punti di riferimento fisici e delle rovine assume un'interpretazione mistica, sebbene Nennio sia un [[monaco]] cristiano. All'interno della scrittura di Nennio c'è un senso di orgoglio nazionalista, che tenta di legittimare il popolo britannico e abbellire il suo passato attraverso la leggenda, proprio come i Romani usavano la storia di [[Romolo e Remo]] per legittimare la fondazione di Roma<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 8</ref>. Uno di questi esempi sono i suoi racconti su [[re Artù]] e le sue dodici battaglie. L'opera di Nennio sarebbe la base da cui attinsero autori successivi come [[Geoffredo di Monmouth]], che avrebbe scritto la ''[[Historia Regum Britanniae]]'', una delle prime [[cronache gallesi]] e storia romanzata su Re Artù<ref name=lambdin /><ref>Marsh, Henry. ''Dark Age Britain: Some Sources of History''. Hamden, Connecticut: Archon Books, 1970. 65</ref> .
 
==Note==
{{Reflist}}
*{{Citation
|last=Nennius
|first=
|author-link=Nennius
|date=c. 796
|editor-last=Todd
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|title=Leabhar Breathnach Annso Sis: The Irish Version of the Historia Britonum of Nennius
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|publisher=The Irish Archaeological Society
|publication-date=1848
|publication-place=Dublin
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|url=https://archive.org/details/leabharbreathnac00nennuoft
|accessdate=10 August 2008
}}
 
==Bibliografia==
Recentemente è stato fatto notare come il manoscritto che attribuisce a Nennio la paternità dell'opera sia di almeno due secoli posteriore ([[XI secolo]]) ma la maggior parte degli storici continua a riferirsi a lui come autore, o almeno redattore basandosi su testi precedenti, della versione della Historia giunta fino a noi.
* Gransden, Antonia (1974) ''Historical Writing in England''. Ithaca, NY: Cornell U. P.
* Dumville, David N. (1975) ''Nennius and the "Historia Brittonum"'' in: ''Studia Celtica'', 10/11 (1975/6), 78–95
* Chadwick, Nora K. (1958) "Early Culture and Learning in North Wales" in her: ''Studies in the Early British Church''
* Christiane M.J. Kerboul-Vilhon (1999) [http://servijer.net/mediaoueg/Nennius-Historia-Brittonum Historia Brittonum, Nennius]
 
L'altro Nemnivus, o Nennius, è menzionato in un manoscritto del IX secolo. In risposta allo scherno di un chierico [[Sassoni|sassone]] che affermava che i [[Britanni]] non possedessero un loro alfabeto, questo Nennio si dice che ne avesse inventato uno sul momento per rispondere all'insulto. L'alfabeto inventato da Nennio è conservato nel manoscritto e, secondo gli esperti, è una derivazione della scrittura [[Runa|runica]] dell'[[Lingua inglese antica|Old English]]
 
== Collegamenti esterni ==