Pietro Battaglia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Esponente di primo piano dell'associazionismo cattolico ([[ACLI]]) e poi della [[Democrazia Cristiana]] [[calabrese]], fu sindaco di [[Reggio Calabria]] dal 28 marzo [[1966]] al 18 novembre [[1971]] ed una terza volta nel [[1989]] per circa sei mesi (incompatibile perché parlamentare), nonché Consigliere ed assessore Regionale per due legislature e membro della Camera dei Deputati per diverse legislature.
 
Deve la sua notorietà per essere stato sindaco durante la [[fatti di Reggio|Rivolta di Reggio Calabria]] e per aver guidato la città durante la protesta popolare contro il trasferimento del capoluogo a [[Catanzaro]] ponendosi in posizione di contrasto al governo nazionale a guida del suo stesso partito (Democrazia Cristiana) in difesa della sua città.
 
Celebre fu il suo ''"Rapporto alla Città"'', un comizio di fronte a migliaia di persone radunatesi in [[Duomo di Reggio Calabria|Piazza Duomo]] in cui chiedeva alla cittadinanza di tenersi pronta a sostenere con forza il diritto di [[Reggio Calabria|Reggio]] alla guida della Regione.
Si deve alla sua estenuante opera di mediazione con il governo nazionale l'individuazione della sede del [[Consiglio Regionale della Calabria]] presso la città di [[Reggio Calabria|Reggio]], unico caso in [[Italia]] in cui la sede dell'assemblea legislativa è in una città diversa rispetto alla sede della Giunta.
 
Successivamente venne eletto Consigliere Regionale per la [[Democrazia Cristiana]] ricoprendo l'incarico di Vice Presidente della Giunta Regionale ed assessore con varie deleghe.
 
Venne eletto, poi, al parlamento nella [[Democrazia Cristiana|DC]] alle elezioni del [[1987]] e durante quella legislatura Battaglia fu il promotore della legge denominata "Decreto Reggio" che prevedeva un finanziamento straordinario per finanziare un pacchetto di interventi, la maggior parte opere pubbliche, finalizzati al rilancio economico e sociale della città di [[Reggio Calabria]].
 
Il 7 settembre [[1992]] fu arrestato assieme ad altri esponenti politici [[Provincia di Reggio Calabria|reggini]] con l'accusa di far parte di un comitato d'affari.
Per tale accusa trascorse 13 mesi in carcere, per poi essere rilasciato una volta stabilita l'infondatezza delle accuse. I processi si sono conclusi con sentenze passate in giudicato che dichiaravano l'insussistenza dei reati e l'assoluta infondatezza delle accuse a seguito anche di richiesta di proscioglimento da parte della pubblica accusa.
Per tale motivo lo stato riconobbe a Battaglia il massimo previsto per legge di risarcimento economico per i danni a lui ed ai suoi familiari recati a seguito dei clamorosi errori giudiziari che lo videro protagonista.