Malamocco: differenze tra le versioni

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Successivamente Malamocco vide aumentare la sua popolazione grazie al riversamento di numerosi profughi (principalmente [[Treviso|trevigiani]] e [[padova]]ni<ref name=castagnetti>{{cita libro | coautori= [[Andrea Castagnetti]] | capitolo= Insediamenti e "populi" | titolo= Storia di Venezia | volume= Vol. 1 - Origini, Età ducale | editore= Treccani | città= | anno= 1992 |url_capitolo= http://www.treccani.it/enciclopedia/eta-ducale-la-societa-e-gli-ordinamenti-insediamenti-e-populi_%28Storia-di-Venezia%29/ }}</ref>) in fuga dalle [[invasioni barbariche]], in particolare dagli [[Unni]] di [[Attila]] e, più tardi, dai [[Longobardi]] di [[Agilulfo]]. Acquisì dunque una notevole importanza, tanto da essere elevata a [[diocesi di Malamocco|sede vescovile]] ([[VII secolo]])<ref>I primi vescovi di Malamocco erano in realtà i [[diocesi di Padova|vescovi di Padova]] che si erano lì trasferiti per sfuggire ai Longobardi; si noti come in una lettera del [[680]] il vescovo ''Ursinianus'', benché residente in laguna, venisse indicato come ''episcopus sanctae ecclesiae Paduanae'', cfr. {{cita libro | coautori= Massimiliano Pavan, Girolamo Arnaldi | capitolo= Le origini dell'identità lagunare | titolo= Storia di Venezia | volume= Vol. 1 - Origini, Età ducale | editore= Treccani | città= | anno= 1992 |url_capitolo= http://www.treccani.it/enciclopedia/origini-aquileia-grado-malamocco-le-origini-dell-identita-lagunare_%28Storia-di-Venezia%29/}}</ref> e a capitale del [[Ducato di Venezia]] ([[VIII secolo|VIII]]-[[IX secolo]]). Quest'ultimo ruolo venne meno quando, in seguito all'attacco dei [[Franchi]] di [[Pipino d'Italia|Pipino]] ([[810]]), il [[doge (Venezia)|doge]] [[Angelo Partecipazio]] decise di trasferire il governo sulle più sicure isole [[Rialto (Venezia)|realtine]]<ref name=distefano/><ref name=castagnetti/>.
 
La leggenda narra come l'antica Metamauco fosse localizzata in posizione più esterna dall'attuale Malamocco, ponendosi verso il mare. Sussistono ancora dicerie locali secondo le quali, nei giorni di mare calmo, è possibile scorgere le rovine della città che, sempre la tradizione, vorrebbe distrutta da un devastante [[maremoto]].<ref>{{Cita|Lanfranchi, Zille|p. 27}}.</ref> In realtà è molto più probabile che il porto di Metamauco non fosse rivolto al mare, ma alla Laguna; cosa confermata da [[Giovanni da Venezia|Giovanni Diacono]] ma anche dall'impossibilità, nell'[[VIII secolo]], di reperire il pietrame necessario all'erezione di efficaci opere protettive, come dighe e banchine<ref>{{Cita|Lanfranchi, Zille|pp. 27-28}}.</ref>. Per quanto riguarda la decadenza della città, essa non fu causata da un grande evento catastrofico, ma dalla continua erosione dell'isola causata dalle correnti dell'adiacente canale di Poveglia. Ciò non esclude che il fenomeno possa essere stato accelerato, per esempio, da una violenta mareggiata.<ref name="lanfranchi28" /> Si parla di uno spaventoso maremoto nel 1106 che abbia completamente spazzato via l'antica Malamocco.<ref>{{cita pubblicazione|url= https://www.researchgate.net/profile/Diego_Calaon/publication/281529749_Prima_di_Venezia_Terre_acque_e_insediamenti_Strumenti_GIS_per_la_comprensione_delle_trasformazioni_territoriali_tra_tarda_antichita_e_altomedioevo_Tesi_di_Dottorato_in_%27Archeologia_ |autore= Diego Calaon |titolo= Prima di Venezia. Terre, acque e insediamenti}}</ref>
 
In ogni caso, all'inizio del [[XII secolo]] la decadenza di Metamauco era ormai al culmine: nel [[1108]] il [[priorato]] di San Cipriano fu trasferito a [[Murano]]; nel [[1109]] le monache dei S.S. Leone e Basso passarono a [[San Servolo]]<ref name=lanfranchi28>{{Cita|Lanfranchi, Zille|p. 28}}.</ref>. L'apice fu raggiunto tra il [[1107]] e il [[1110]] con il trasferimento della diocesi a [[Chioggia]] (dove sussiste tuttora)<ref name=distefano/><ref name=castagnetti/>.