Umorismo: differenze tra le versioni

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L''''umorismo''' è la capacità intelligente e sottile di rilevare e rappresentare l'aspetto comico della realtà.
[[File:Charlie Chaplin.jpg|miniatura|L'umorismo di [[Charlie Chaplin]]]]
 
== Interpretazioni antropologiche e filosofiche ==
La parola umorismo deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''humor'' o ''umor -oris'' (umidità, liquido), che si avvicina al [[Lingua greca|greco]] ''yg-ròs'' (bagnato, umido){{sf|, e sembra quindi derivare il suo significato dalle teorie della [[Ippocrate di Coo|medicina ippocratica]], che attribuiva a dei fluidi (umori appunto) l'influenza sulla salute e l'indole degli uomini. L'essenza dell'umorismo, così come è stata delineata, seppur nell'originalità e differenziazione delle rispettive interpretazioni, dai diversi studiosi (filosofi, medici, scrittori) risiede proprio in questo legame con l'[[emozione|emotività]], con l'interiorità più atavica ed istintuale dell'uomo; un carattere distintivo di ciò che è umano dunque.}}
 
Benché l'umorismo sia una componente da sempre presente nella letteratura e nelle società umane, uno studio sistematico sulle sue caratteristiche storiche, strutturali e psicologiche ha preso avvio solo all'inizio del [[XX secolo]].
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Questi comportamenti sono quelli meccanici («Ridiamo tutte le volte che una persona ci dà l'impressione di una cosa»), monotoni che, nell'aderire cieco alla regola, non sanno cogliere - ed anzi soffocano - la fluidità, l'intrinseca libertà autocreatrice della vita. È questo impulso spontaneo, stimolo ad una continua evoluzione creatrice, a permettere il superamento, in forme sempre nuove ed originali, degli ostacoli che ci si trova davanti; in questo senso, il riso corregge quei comportamenti che metterebbero in pericolo la sopravvivenza della specie. Ad esempio, la storiella in cui un deputato, interpellando il ministro su di un assassinio famoso, rammenta che il colpevole, dopo aver ucciso la vittima, è sceso dal treno in senso contrario alla sua direzione ed ha così violato il regolamento, è comica perché nel deputato l'adesione alla regola ha soffocato la comprensione della vita.
 
=== ''L'umorismo'' di Pirandello ===
{{organizzare|manca una voce sul [[L'umorismo|saggio]] e c'è sovrapposizione con la voce dell'[[Luigi Pirandello|autore]].}}
Il saggio è del [[1908]], posteriore dunque a quello di Bergson da cui risulta parzialmente influenzato. [[Luigi Pirandello|Pirandello]] vi ha lavorato dal [[1904]], anno di pubblicazione di ''[[Il fu Mattia Pascal]]''; le due opere (il romanzo ed il saggio) sono espressione di un'unica maturazione artistica ed esistenziale che ha coinvolto lo scrittore siciliano all'inizio del Novecento e che vede come centrale proprio la [[poetica]] dell'umorismo. L'originalità di questa concezione sta nella distinzione tra "comico" ed "umoristico" in senso stretto; se il primo viene inteso come «avvertimento del contrario», quindi come pura intuizione di una contraddizione (e qui sta l'eco di Bergson), l'umorismo è inteso come «sentimento del contrario», l'elaborazione razionale e successiva del comico, una riflessione che porta ad un sentimento di identificazione e compassione nei confronti della persona di cui ci si prende gioco.
 
Tale sentimento ha le sue radici nella natura del "contrario" analizzato dall'umorista: anche qui si tratta del conflitto tra la forza profonda della ''vita'' e le cristallizzazioni della ''forma''; tuttavia qui la vita appare irrimediabilmente soffocata dalla forma, incarnata dall'ideologia, dalle convenzioni, dalle leggi civili e dal meccanismo stesso della vita associata. Anche Bergson aveva notato che «proprio come la vita dello spirito può essere ostacolata nel suo realizzarsi dalle esigenze della macchina corporea, così la forma della vita sociale può soffocarne il senso», ma per Pirandello questo soffocamento è intrinseco e strutturale nella vita associata. D'altronde lo stesso "slancio" che permea la vita ha perso le connotazioni positive dello [[spiritualismo]] francese, per assomigliare più ad un caos cieco ed oscuro, più vicino alle concezioni irrazionaliste di fine Ottocento ed alla caratterizzazione dell'[[inconscio]].
 
La "meccanizzazione" dunque non è più l'anomalia sociale da correggere, ma l'autoinganno con cui l'uomo cerca di dare un senso all'informità della vita; in particolare, nel rapporto con gli altri l'autoinganno prende la forma della 'maschera', dell'(auto) imposizione del soggetto di un'identità fissa e predefinita dai valori morali e culturali, un'identità necessariamente percepita come estranea ed inautentica. Ecco allora che sottolineare questi autoinganni, descrivere l'erompere saltuario della vita dalla forma significa partecipare del dramma dell'uomo, combattuto tra bisogno di certezze e il bisogno di aderire alla realtà autentica della vita: il "sentimento del contrario" è paragonato al dio [[Giano]] bifronte, in quanto è riso e pianto insieme.
 
=== ''Il motto di spirito'' di Freud ===