La '''calcinazione''' è ilun termine, connoto cuifin l<nowiki>dai tempi dell'</nowiki>[[alchimia]], che definivadefinisce un processo di riscaldamento ad alta [[temperatura]], protratto per il tempo necessario ad eliminare tutte le [[sostanze volatili]]dalda un [[composto chimico]]. AncheGli alchimisti consideravano anche una calcinazione l<nowiki>'</nowiki>[[ossidazione]] di un [[metallo]] in [[ossido]] veniva considerata una calcinazione, in cui la sostanza volatile che si allontanava era ritentuta essere il [[flogisto]]. Esempi classici di sostanze calcinabili sono quelle [[composto organico|organiche]], che eliminano [[anidride carbonica]] e [[vapor d'acqua]], o sostanze [[composto inorganico|inorganiche]] quali i carbonati (eliminano [[anidride carbonica|CO<sub>2</sub>]]) o i solfiti (eliminano [[diossido di zolfo|SO<sub>2</sub>]]).
Questo processo è stato usato fin dall'antichità nella produzione di [[pigmento|pigmenti]] pittorici inorganici.
Molti pigmenti vengono trasformati nella loro forma di impiego mediante riscaldamento ad alte temperature: comprese tra 800-1000°C. In questo procedimento si elimina l'acqua di cristallizzazione e/o si fa assumere al pigmento la costituzione cristallografica desiderata. Per esempio il [[minio]] viene ottenuto per calcinazione del [[carbonato di piombo]] tenendo il sale in muffola a 400°C per sette giorni. La reazione che avviene è