Cucina lombarda: differenze tra le versioni

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* [[tóch]], sempre del comasco e simile alla polenta uncia, in cui il formaggio e il burro venivano aggiunti successivamente sulla parte della polenta prelevata e non sciolti dentro.
 
Il ''toch'' era alla base del rito del ''toch e regell'', dove una volta consumata la polenta si rimetteva il paiolo di rame di rame sul fuoco: una volta riscaldato il paiolo veniva versato al suo interno del vino rosso con chiodi di garofano, cannella e scorza di limone. Il vino, che ammorbidiva la polenta indurita sulle pareti del paiolo, veniva quindi bevuto<ref>{{cita|Regione Lombardia|p. 64}}.</ref>.
 
La polenta, così come la farina di mais, poteva essere riutilizzata nei suoi avanzi per creare dolci, come nel caso del [[fiapòn]] mantovano<ref>{{cita libro|||Cucina mantovana di principi e di popolo. Testi antichi e ricette tradizionali|1981|pp.231-232|Mantova|curatore=Gino Brunetti}}</ref><ref name="ars">{{cita web|url=http://www2.ars-alimentaria.it/Prodotto?idProdotto=66440&onlyForRegione=&onlyForProvincia=|titolo=Fiapòn|sito=ars-alimentaria.it|accesso=14 marzo 2017|urlmorto=sì}}</ref><ref name="gazzetta">{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimantova/archivio/gazzettadimantova/2005/01/14/NT8PO_NT803.html|titolo=Tradizioni da rispettare Chisöl, ecco il segreto|sito=Gazzetta di Mantova|accesso=14 marzo 2017}}</ref>.