Roberto Saviano: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a sé stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me.|Roberto Saviano<ref>[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/camorra-3/lascio-italia/lascio-italia.html Io, prigioniero di Gomorra lascio l'Italia per riavere una vita], La Repubblica, 15 ottobre 2008</ref>}}
 
== L'appello dei premi Nobel ==
{{Citazione|Chi non conosce le dinamiche di potere della camorra spesso crede che uccidere un innocente sia un gesto di terribile ingenuità da parte dei clan perché legittima e amplifica il suo esempio, le sue parole. Errore. Non è mai così. Appena muori in terra di camorra, vieni avvolto da molteplici sospetti, e l'innocenza è un'ipotesi lontana, l'ultima possibile. Sei colpevole sino a prova contraria. La teoria del diritto moderno nella terra dei clan è capovolta.|Roberto Saviano}}
Il 20 ottobre 2008, sei [[Premio Nobel|premi Nobel]] - [[Dario Fo]], [[Michail Gorbačëv]], [[Günter Grass]], [[Rita Levi-Montalcini]], [[Orhan Pamuk]] e [[Desmond Tutu]] - si mobilitano chiedendo che lo stato italiano faccia qualsiasi sforzo per proteggerlo e sconfiggere la [[camorra]], ponendo l'accento sul fatto che la criminalità organizzata non è un problema di polizia che riguarda solo lo scrittore, ma un problema di democrazia che riguarda tutti i cittadini liberi. Questi cittadini, specificano nell'appello, non possono tollerare che gli eventi descritti nel libro accadano in Europa nel 2008, così come non possono tollerare che il prezzo da pagare per aver denunciato questi eventi sia la rinuncia alla propria libertà e alla propria incolumità.
 
L'appello è stato firmato da altri scrittori quali [[Jonathan Franzen]], [[Javier Marías]], [[Jonathan Safran Foer]], [[Jonathan Lethem]], [[Martin Amis]], [[Chuck Palahniuk]], [[Nathan Englander]], [[Ian McEwan]], [[Hans Magnus Enzensberger]], [[José Saramago]], [[Elfriede Jelinek]], [[Wisława Szymborska]], [[Betty Williams]], [[Lech Wałęsa]], [[Paul Auster]], [[Siri Hustvedt]], [[Peter Schneider]], [[Colum McCann]], [[Patrick McGrath]], [[Cathleen Shine]], [[Junot Díaz]], [[Tahar Ben Jelloun]], [[Taslima Nasreen]], [[Caro Llewelyn]], [[Íngrid Betancourt]], [[Adam Michnik]] e [[Claudio Magris]]. Anche i media stranieri rilanciano l'iniziativa: da ''[[El País]]'' al ''[[Le Nouvel Observateur]]'', dal ''[[Courrier International]]'' fino ad ''[[Al Arabiya]]'' e alla [[Cnn]]<ref>[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/camorra-4/firme-scrittori/firme-scrittori.html Per Saviano in campo gli scrittori, boom di adesioni all'appello dei Nobel] La Repubblica, 21 ottobre 2008</ref>.
 
Dopo l'iniziativa, diverse [[Radio (mass media)|radio]] hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti sul tema, in particolar modo la trasmissione [[Fahrenheit (programma radiofonico)|Fahrenheit]] trasmessa da [[Rai Radio 3|Radio 3]] ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Numerose città italiane hanno inoltre offerto la [[cittadinanza onoraria]] allo scrittore, mentre numerose sono state le scuole che hanno sottoscritto l'appello. La [[Casa della Memoria e della Storia]], a [[Roma]], ha infine ospitato per otto ore una lettura corale di Gomorra<ref>[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/camorra-4/saviano-ringrazia/saviano-ringrazia.html Saviano: "Ogni voce che resiste mi rende meno solo"] La Repubblica, 22 ottobre 2008</ref>.
 
In aggiunta alle firme dei sei Nobel, i cittadini hanno potuto firmare l'appello su un'apposita pagina del quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]''<ref>[http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/saviano/index.html Raccolta firme per Roberto Saviano] La Repubblica</ref>. Le firme raccolte sono state complessivamente più di 250.000<ref>[http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/saviano3/index.html Firma per Roberto Saviano] ''La Repubblica''</ref>.
 
== Procedimenti giudiziari ==