Aurora Pro Patria 1919: differenze tra le versioni

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La carica di d.g. viene frattanto offerta da Zoppo all'imprenditore [[Flaviano Tonellotto]], ex presidente della [[Triestina Calcio|Triestina]], il quale tuttavia rinuncia nel giro di tre giorni, complice la montante protesta della tifoseria<ref>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/2009/03/pro-patria-toccata-e-fuga-definitiva-di-tonellotto/184129/|titolo=Pro Patria, toccata e fuga definitiva di Tonellotto|accesso=16 agosto 2018}}</ref>; in tale lasso di tempo il presidente tenta invano di cedergli il 50% delle azioni societarie per 2,5 milioni di [[euro]], per i quali gli viene offerto a garanzia un immobile ipotecato<ref name=stozop>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/2009/05/dall-acquisto-al-fallimento-della-pro-tutte-le-accuse-contro-zoppo/179405/|titolo= Dall’acquisto al fallimento della Pro: tutte le accuse contro Zoppo |accesso=16 agosto 2018}}</ref>. Tutto l'entourage biancoblù inizia quindi ad invocare le dimissioni del patron, che pervicacemente rifiuta, continuando inoltre ad annunciare (senza darvi seguito) il pronto arrivo di nuove risorse e la ricapitalizzazione della società<ref name=more />.
 
Il 2 aprile 2009, stante la persistenza del pesante passivo, la Pro Patria Gallaratese G.B. viene dichiarata fallita dal tribunale di [[Busto Arsizio]], che la pone in [[esercizio provvisorio]] sotto la guida del curatore Luca Regalia. Quattro giorni dopo, su ordine del [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] di [[Busto Arsizio]], i [[Guardia di Finanza|finanzieri]] arrestano Giuseppe Zoppo<ref>{{Cita news|url = http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=140260|titolo = Arrestato Giuseppe Zoppo, ex presidente della Pro Patria|pubblicazione = Varese News|giorno = 07|mese = 05|anno = 2009|accesso = 3 giugno 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130921053831/http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=140260#|dataarchivio = 21 settembre 2013|urlmorto = sì}}</ref>: secondo le ricostruzioni degli inquirenti guidati dal sostituto procuratore Massimo Baraldo, dopo aver perso tutti i soci che l'avevano sostenuto nell'acquisto della società, l'ex patron aveva subito cercato di rivenderla. Non essendoci riuscito, aveva cominciato ad appropriarsi indebitamente dei fondi biancoblù, cessando di pagare stipendi, debiti e contributi: in tal modo già a fine 2008 il passivo era lievitato a circa 2 milioni di [[euro]], per poi arrivare a 3 nel giro di pochi mesi. Parallelamente la sua società Czg Consulting (detentrice dell’85% delle azioni della Pro) aveva emesso fatture per 350 000{{formatnum:350000}} euro a carico di un'impresa pubblicitaria di Milano, con la quale non vi era però alcun contratto: ciò allo scopo di giustificare una parte degli ammanchi di cassa. Una banca aveva quindi accettato di erogare a Zoppo un credito da 450 000{{formatnum:450000}} euro, avendo ricevuto a garanzia un assegno equivalente intestato a un soggetto che aveva affidato tale cifra al patron perché la investisse: proprio quest'ultimo soggetto, venuto a sapere delle manovre dell'imprenditore, aveva denunciato il raggiro alle autorità. Lo stesso patron usava poi ritirare personalmente gli incassi delle partite e aveva omesso di versare buona parte della cifra dovuta ai Vender per l'acquisto della società, appropriandosi poi di quanto regolarmente corrisposto dai soci minoritari Roberto Cerboni e Fiorenzo Scaburri<ref name=stozop />. Nei mesi seguenti Zoppo viene ripetutamente incarcerato o messo agli [[arresti domiciliari]], per poi essere rinviato a giudizio con [[rito abbreviato]] per [[bancarotta fraudolenta]], tentata [[truffa]] e [[appropriazione indebita]]: il processo di primo grado si risolve quindi in una condanna a cinque anni di reclusione, poi ridotti a quattro anni e due mesi in [[corte d'appello|appello]]<ref>{{cita web|url=http://www.prealpina.it/pages/zoppo-condanna-e-sconto-13690.html|titolo= Zoppo, condanna e sconto |accesso=16 agosto 2018}}</ref>.
 
Nel mentre, a dispetto di tutte le suddette difficoltà, la squadra non subisce penalizzazioni (nemmeno a seguito di reclami presentati da altre società) e riesce a mantenersi ai vertici del proprio girone, mancando la promozione diretta solo nelle ultime giornate. Qualificata ai play-off, il 31 maggio affronta in trasferta la gara di andata della semifinale contro la {{Calcio Reggiana|NB}}: al 36' del primo tempo i tigrotti perdono per 3-0, salvo poi rimontare e pareggiare i conti con [[Guilherme Raymundo do Prado|Do Prado]] al 38', Mosciaro al 41' e Cristiano al 59'. La Pro riesce quindi a passare in vantaggio (sempre con Do Prado), ma subisce ancora una volta il pareggio dei padroni di casa. A un minuto dalla fine è però ancora Do Prado a trasformare un rigore (assegnatogli a seguito di un fallo su Toledo), fissando il punteggio sul 5-4 per la Pro. Il ritorno a Busto Arsizio si risolve ancora in favore della Pro Patria, che vince per 3-2.
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La tifoseria bianco blu nel corso degli anni si è contraddistinta come una delle migliori realtà di provincia del nord Italia, facendo registrare numeri importanti sia in casa che in trasferta, arrivando a toccare negli anni della Serie A e della Serie B picchi di 18000 presenze, questo acquista ancora più valore considerato il fatto che [[Busto Arsizio]] dista da [[Milano]], e da squadre ben più blasonate quali [[Football Club Internazionale Milano|Inter]] e [[Associazione Calcio Milan|Milan]], appena trenta chilometri.
 
Gli anni duemila hanno invece visto un calo delle presenze soprattutto in trasferta dove si è fatta molta fatica, se non in rare occasioni, a raggiungere i numeri del passato, complici anche le leggi sempre più restrittive e una lunga serie di DASPO che hanno colpito la tifoseria bustocca decimandola in più occasioni a seguito delle intemperanze di cui si e'è resa protagonista la tifoseria bianco blu con le tifoserie avversarie e di episodi a sfondo razziale.
 
Oltre che su Busto Arsizio la squadra può contare su un cospicuo numero di tifosi provenienti dalle zone limitrofe prima su tutte la Valle Olona, da sempre un motore del tifo per la Pro e anche da paesi appartenenti alla provincia di Milano quali Vanzaghello (in cui vi è anche una sezione del Pro Patria Club), [[Castano Primo]] e [[Turbigo]]. In passato vi fu anche un gruppo di ragazzi provenienti da Genova che seguì la Pro Patria sia in casa che in trasferta.