God of War (videogioco 2018): differenze tra le versioni

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Trovata la Runa nera dopo lunghe ricerche, Atreus riesce a memorizzarla, scoprendo di avere un talento nel comprendere le varie lingue. Durante il viaggio verso la montagna con il portale, però, Atreus diventa sempre più arrogante e, quando all'interno della montagna rincontrano Móði, umiliato da suo padre Thor, che lo ha accusato di essere responsabile della morte del fratello, Atreus lo uccide, nonostante Kratos gli abbia ordinato di non farlo. Alla vetta di Miðgarðr vengono attaccati da Baldur, e, durante lo scontro, il portale per Jötunheim appena aperto viene distrutto. Baldur prende Atreus, che prova inutilmente ad uccidere l'immortale, e fugge in groppa a un drago verso il Lago dei Nove, mentre Kratos riesce a uccidere la bestia, atterrando sul Tempio. Baldur intende spedire Atreus e Kratos ad Asgard, ma quest'ultimo riesce a cambiare la destinazione, facendoli finire a Helheim.
 
Capendo di essere l'artefice della loro situazione, Atreus decide di scusarsi con il padre e decidono di trovare un modo per fuggire dal gelido regno dei morti; inoltre, scoprono di nascosto, tramite una visione che sta avendo Baldur, che egli è il figlio di Freya, verso la quale nutre un profondo rancore in quanto, per fare in modo che nessuno avrebbe fatto del male al figlio, fece fare un giuramento ad ogni essere vivente ma, per quanto invulnerabile, Baldur diventò insensibile ad ogni cosa, fatto che ora trova intollerabile. Baldur attaccò inizialmente Kratos, consapevole di chi egli fosse e che probabilmente sperava che il vecchio spartano potesse ucciderlo per liberarlo dal tormento a cui era stato condannato. Kratos, Atreus e Mímir riescono a scappare usando una nave (qui Kratos ha una visione di lui quando fronteggiò il padre nello scontro in cui lo uccise e si preoccupa che anche Atreus l'abbia vista).
 
Attivato di nuovo l'Albero del Mondo, i tre viaggiano attraverso i Nove Regni, finché non riescono a trovare la porta di Jötunheim del Lago dei Nove nel regno tra i regni, riuscendo infine a riportarla a Miðgarðr. A quel punto, Mímir rivela che, per azionare il portale, non basta usare la Runa nera, ma è necessario recuperare il suo occhio mancante e, parlando con Brok e Sindri, scoprono che si trovava nella statua di Thor che Jörmungandr aveva in precedenza divorato. Ottenuto il consenso del Serpente di entrare al suo interno, Kratos, Atreus e Mímir ritrovano l'occhio ma, non appena stanno per uscire, scoprono che Jörmungandr sta lottando ed escono dal suo corpo vicino al cadavere di Thamur. L'assalitore si rivela essere Baldur, il quale intende uccidere i due, ma Freya interviene, bloccando sia Kratos che Baldur, nel tentativo di proteggere suo figlio. Durante il combattimento, Baldur colpisce Atreus e, inaspettatamente, viene trafitto da una punta di freccia formata dal [[vischio]] che Kratos aveva usato per rinforzare la corda della faretra di Atreus, rotta in seguito a un violento scontro. Il vischio infrange l'incantesimo di Freya su di lui, in quanto il vischio era troppo giovane per prendere parte al voto della dea, e rendendolo finalmente vulnerabile. Sentendosi libero dalla maledizione che gravava su di lui, Baldur decide di uccidere sua madre, venendopoichè l'accusa di essere la responsabile del suo tormento. Venendo fermato da Kratos e Atreus, mentre Freya decide di usare il corpo stesso di Thamur contro i due. In questo frangente, Atreus dà prova delle sue capacità parlando l'antica lingua dei giganti dicendo a Jörmungandr di fermarlo. Alla fine, Baldur viene sconfitto e, sebbene Kratos gli dia l'opportunità di ritirarsi, tenta invece di strangolare Freya, costringendo lo spartano a spezzargli nuovamente il collo. Distrutta dal dolore, Freya giura vendetta su Kratos e lo schernisce per aver nascosto la sua vera natura al suo stesso figlio. Kratos decide così di raccontare ad Atreus del suo passato, del patto stretto con [[Ares]] che lo ha portato a uccidere molte persone e di come, alla fine, abbia ucciso gli dèi greci, incluso il proprio padre, Zeus. Alla domanda di Atreus se il patricidio è tutto ciò che riesce bene agli dèi, Kratos risponde che entrambi devono imparare dalle loro esperienze e non ripetere gli errori dei loro predecessori. Una silenziosa Freya se ne va con il cadavere di Baldur, mentre Mímir spera che un giorno supererà la tragedia, in quanto Kratos ha fatto la cosa giusta.
 
Giunti finalmente a Jötunheim, Kratos e Atreus, lasciata indietro la testa di Mímir, scoprono che tutti i giganti sono morti ormai da molto tempo e, all'interno di un tempio, scorgono un murale che descrive le loro avventure, dimostrando che i giganti avevano previsto tutto ciò che sarebbe accaduto. Inoltre, scoprono che Faye era una gigantessa che decise di rimanere indietro a Midgard, facendo di Atreus metà gigante, metà semidio; Atreus scopre, inoltre, il nome che le diede la madre: [[Loki (mitologia)|Loki]].<ref>Leggendo le rune [[Futhark]] incise sopra le figure sul murale, è inoltre possibile notare come sopra la testa di Faye vi sia il nome Laufey e sopra quella di Kratos, Fárbauti: rispettivamente, madre e padre del dio Loki nella mitologia norrena. Il nome Fárbauti (“crudele colpitore”) fa probabilmente riferimento al passato violento di Kratos.</ref> Prima di raggiungere la vetta, solo Kratos nota che, dietro un arazzo malridotto, si cela un ultimo murale, collocandosi dopo la battaglia con Baldur e, pertanto, nel futuro: Atreus che sorregge il corpo del padre morente, dal cui cadavere fuoriesce un'anima serpentina e aggrovigliata che si dirige verso il figlio. Infine, Kratos e Atreus adempiono alla promessa di Faye e spargono le sue ceneri sul picco. Successivamente, durante il viaggio di ritorno, Kratos rivela ad Atreus che il suo nome era anche il nome di uno spartano compassionevole, che un tempo conosceva. Quando tornano a Midgard, Mímir li informa che il [[Fimbulvetr]] è appena iniziato, dato che è stato anticipato dalle loro azioni, il che significa che presto arriverà il [[Ragnarǫk]].