Stanley Kubrick: differenze tra le versioni
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Malgrado i suoi continui sforzi di smussamento del senso di realtà, Kubrick appare ancorato a un realismo oggettivo, a volte freddo, figlio maturo della sua carriera di fotoreporter: è nota la sua curiosità tecnica, che lo portò a innovare il cinema stesso; riguardo a ciò, ricordiamo i sorprendenti effetti speciali di ''2001'', le ottiche superluminose<ref>{{cita web|url=http://www.visual-memory.co.uk/sk/ac/len/page1.htm|titolo=Two Special Lenses for "Barry Lyndon"|autore=Ed DiGiulio|accesso=14 novembre 2013}}</ref> della [[NASA]] e della [[Carl Zeiss (azienda)|Zeiss]] di ''[[Barry Lyndon]]'', la [[steady-cam]] di ''[[Shining (film)|Shining]]''.
Inoltre, grazie al suo estremo eclettismo, Kubrick riuscì a muoversi agilmente in tutti i generi, portando nella maggior parte di essi progresso e innovazione: ''2001: Odissea nello spazio'' è considerato uno "spartiacque" nel campo dello [[SciFi]] (oltreché uno dei più bei film della [[storia del cinema]]); ''[[Shining (film)|Shining]]'' fu pioniere dell'[[Cinema dell'orrore|horror]] metafisico; ''[[Full Metal Jacket]]'' ha sconvolto i temi del film di guerra, sottolineando come il soldato sia, essenzialmente, un assassino e affrontando così uno dei temi principali dell'etica kubrickiana, vale a dire la scelta fra il bene e il male. Qui il protagonista impara infatti a vivere secondo la propria natura, accettando l'omicidio e la normalità della vita. In ''[[Lolita (film 1962)|Lolita]]'' è analizzata la perversione di un uomo che perde la testa per una ragazzina, innamorandosene realmente e mandando all'aria il suo matrimonio per poi perdere ogni cosa. ''[[Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba|Il dottor Stranamore]]'' indaga sornione sull'ambivalenza dell'istinto di conservazione
Naturalmente, il cinema di Kubrick sposa l'idea della perfetta integrazione fra etica ed estetica, sfuggendo così alla facile tentazione di esprimere una morale. Così le immagini e il messaggio si fondono e la valutazione di ciò cui si assiste è lasciata totalmente allo spettatore, grazie anche alla "circolarità" delle sceneggiature (quasi tutte adattate da libri), che prevedono un finale che si avvolge sull'incipit.<ref name=este/>
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