La coscienza di Zeno: differenze tra le versioni

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Il più grande dei malintesi è l'ultimo, che avviene in punto di morte: quando il figlio è al suo capezzale, il padre, ormai incosciente, lo colpisce con la mano. Zeno non riuscirà mai a capire il motivo di quel gesto, se si fosse trattato di uno [[schiaffo]] assestato allo scopo di punirlo o soltanto di una reazione inconscia del padre ammalato. L'interrogativo produce un dubbio che accompagnerà il protagonista fino all'ultimo dei suoi giorni. Alla fine Zeno preferisce ricordare il padre come era sempre stato: "io divenuto il più debole e lui il più forte".
 
Da questo capitolo fino al settimo (''Storia di un'associazione commerciale'') il racconto procede in successione cronologica, dal [[1890]], anno della morte del padre, al [[1895]], anno della morte di Guido Speier.
 
=== La storia del mio matrimonio ===