Anime: differenze tra le versioni
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=== Il ''giri'', ovvero il senso del dovere ===
Per la mentalità giapponese, dunque, la vera forza consiste nel non curarsi della propria personale felicità allo scopo di perseguire un ideale e adempiere un dovere.<ref>Gianluca Di Fratta, ''La via dei samurai'', in {{Cita|Ponticiello e Scrivo 2005|pp. 223 e segg.|Ponticiello2005}}.</ref> Il ''giri'' è appunto il dovere di saldare un debito, che può essere nei confronti del proprio sovrano, dei genitori, degli antenati e finanche nei confronti del proprio nome, ma che nelle storie di molti ''anime'' arriva ad essere nei confronti del mondo intero, rispetto al quale il protagonista, superando spesso i propri sentimenti personali e a dispetto dell'isolamento che la sua inevitabile diversità comporta, assume la responsabilità di salvatore fino all'estremo {{nihongo|sacrificio di sé|我慢,|gaman}}.<ref>{{Cita|Ghilardi 2003|pp. 78 e segg|Ghilardi2003}}.</ref><ref>Gianluca Di Fratta, ''La via dei samurai'', in {{Cita|Ponticiello e Scrivo 2005|pp. 226 e segg|Ponticiello2005}}.</ref> Ciò, tuttavia, in un'ottica assolutamente laica, in quanto la moralità è un concetto proprio dell'uomo, laddove l'universo è considerato dai giapponesi amorale e indifferente.<ref>{{Cita|Levi 1996|p. 98|Levi1996}}.</ref> Gli esempi negli ''anime'' di una tale impostazione culturale sono innumerevoli, e i più facili da individuare si trovano certamente in quel ricchissimo filone robotico (''[[mecha]]'') fiorito negli anni settanta e ottanta e che, seppur con sfumature diverse, si è perpetuato fino a oggi. Ma non solo, perché anche serie come ''Saint Seiya'' (''[[I Cavalieri dello zodiaco (
=== Uomo, natura e tecnologia ===
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Anche per questo l'associazione [[Moige]] (Movimento italiano genitori), come pure giornalisti e psicologi, hanno spesso criticato gli ''anime'', colpevoli di presentare contenuti ritenuti inadatti ai bambini. I cultori dell'animazione nipponica si sono a loro volta organizzati in associazioni quali l'[[ADAM Italia]], con l'obiettivo di tutelare l'integrità delle opere e restituirle al pubblico per cui erano state pensate originariamente.<ref>{{Cita|Pellitteri 2008|pp. 332-33|Pellitteri2008}}.</ref> In Giappone, come detto, l'animazione è infatti considerata, al pari della [[cinematografia]], una forma d'espressione artistica che può veicolare contenuti d'ogni genere e tipo, destinati a fasce d'età differenziate.<ref>{{Cita|Benecchi 2005|p. 102|Benecchi2005}}.</ref>
A segnare una svolta hanno contribuito le scelte editoriali di MTV, che ha effettuato le sue trasmissioni di animazione giapponese in fasce orarie appropriate e in versione identica all'edizione proposta per il mercato ''home video'' dagli editori italiani; nella maggior parte dei casi, quindi, la trasmissione è del tutto priva di censure (come avvenuto nel caso di ''[[Ranma ½]]''), anche se per certi prodotti (ad esempio ''[[Golden Boy (manga)|Golden Boy]]'' o gli OAV di ''[[Kenshin Samurai vagabondo]]'') è stata scelta la doppia programmazione: censura delle scene ritenute inadatte nella trasmissione in fascia protetta, e versione integrale durante il passaggio in tarda serata.<ref>{{Cita|Benecchi 2005|pp. 203 e segg.|Benecchi2005}}</ref><ref>{{Cita|Raffaelli 2005|p. 265|Raffaelli2005}}.</ref> In tema va anche segnalata la trasmissione notturna senza censure su Italia 1 della serie TV ''seinen'' ''[[Berserk (manga)|Berserk]]'' nel 2001 e dei film ''[[Tokyo Godfathers]]'' e ''[[Cowboy Bebop - Il film|Cowboy Bebop]]'' nel [[2006]]. Per quel che riguarda la RAI, invece, i primi tentativi di trasmissione integrale sono stati, oltre ad alcune serie del ''[[World Masterpiece Theater]]'' su [[Rai 1]] e al film ''[[Akira (film)|Akira]]'' su [[Rai 3]], la messa in onda su [[Rai 2]] di vari film e speciali TV della saga di ''[[Dragon Ball (
=== Impatto culturale ===
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=== Europa ===
Uguale se non maggiore diffusione televisiva gli ''anime'' hanno avuto in [[Europa]]: a parte l'[[Italia]], di cui si è detto, anche [[Spagna]] e [[Francia]] hanno infatti subito, a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, una "pacifica invasione". In effetti, in Francia i primi ''anime'' furono trasmessi già nel [[1974]], con le serie ''Le Prince Saphir'' (''Ribbon no kishi'') e ''Le Roi Leo'' (''Jungle Taitei''), ma l'importazione massiccia iniziò solo dopo il successo della serie ''Goldorák'' (''UFO Robo Grendizer''), trasmessa nel 1978.<ref>{{Cita|Gosling 1996||Gosling1996}}. Attualmente la Francia è il maggior editore europeo di animazione giapponese con società di rilievo come la [http://www.beez-ent.com/ Beez Entertainment] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081106175500/http://www.beez-ent.com/ |date=6 novembre 2008 }} e la [http://www.dybex.com Dybex].</ref> In Spagna al principio degli anni ottanta andarono in onda serie come ''Mazinger Z'', ''El Vengador'' (''[[Jeeg robot d'acciaio|Kotetsu Jeeg]]''), ''Capitán Harlock'', ''Star Blazers'' e poi ''Robotech'',<ref name=Garcia>{{Cita web|url=http://www.geocities.com/Hollywood/Derby/8798/anime.htm|autore=Acier Garcia|titolo=El anime en España: la mediocridad al poder|data=1999|deadurl=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071209070745/http://www.geocities.com/Hollywood/Derby/8798/anime.htm|urlarchivio2=https://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/Hollywood/Derby/8798/anime.htm|dataarchivio2=26 ottobre 2009|dataarchivio=9 dicembre 2007}}. URL consultato il 30 dicembre 2007.</ref> anche se fu il successivo arrivo de ''Los Caballeros del Zodiaco'' (''Saint Seiya'') e di ''Dragon Ball'' a decretare l'esplosione del fenomeno anche lì.<ref name=Gosling /><ref name=Garcia /> In entrambi questi paesi, tuttavia, similmente a quanto accaduto in Italia, gli ''anime'' hanno suscitato forti polemiche, subendo spesso anche qui interruzioni e censure.<ref name=Gosling /> In [[Germania]], invece, dove non vi è stata una serie di particolare successo a fare da traino, la programmazione televisiva degli ''anime'' è un fenomeno piuttosto recente. Le prime poche serie trasmesse nell'allora [[Germania Ovest]], da ''Speed Racer'' (''[[Superauto Mach 5|Mach Go! Go! Go!]]'') nel [[1971]] a ''Captain Future'' (''[[Capitan Futuro (
=== America latina ===
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