Cartesio: differenze tra le versioni
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Nel [[1996]] la tesi dell'avvelenamento era stata avanzata anche da autori come Eike Pies<ref>E. Pies, ''Il delitto Cartesio. Documenti, indizi, prove'', Sellerio Editore, Palermo, 1999</ref> che l'attribuiva all'iniziativa di un monaco cappellano presso l'ambasciata francese a Stoccolma incaricato di operare come "missionario del nord" per convertire la regina svedese al cattolicesimo.
Nel [[1980]] Pies ebbe modo di leggere nell'archivio dell'università di Leiden, Paesi Bassi, una lettera del medico della regina Cristina, che descriveva a un amico dottore i sintomi del moribondo Cartesio, consistenti in «emorragia allo stomaco, vomito nero, tutte cose che non hanno niente a che fare con la polmonite».<ref name="Cartesio morì avvelenato">[
Gli studi, ritenuti attendibili da esperti della materia come Rolf Puster, ritengono che Cartesio sia stato avvelenato con un'ostia della comunione intrisa d'arsenico dal padre agostiniano, François Viogué, frate francese inviato dal [[Papa Innocenzo X]] a Stoccolma come ''missionario apostolico'' per convertire al cattolicesimo la regina Cristina di Svezia, come poi avvenne nel [[1654]].<ref>[https://www.corriere.it/cronache/09_novembre_10/cartesio-morto-per-ostia-avvelenata_4250e5a4-ce2a-11de-9a32-00144f02aabc.shtml Cartesio ucciso da un'ostia all'arsenico]</ref>
La ipotesi di assassinio ad opera del fanatico padre Viogué si baserebbe sul fatto che questi vedeva nell'insegnamento cartesiano un ideale razionalista che avrebbe portato la regina Cristina ad un cattolicesimo diverso da quello professato dal padre agostiniano.<ref>[
La maggior parte degli studiosi si mostra assai scettica riguardo all'ipotesi di avvelenamento, considerando ben più attendibile quella tradizionale fornita dal biografo Baillet<ref name="Cartesio morì avvelenato"/>, tanto da ritenere che « non sono assolutamente da seguirsi le voci secondo le quali il filosofo sarebbe morto per avvelenamento, vittima di una congiura di corte: non sembrano verosimili e nessuno ha mai avanzato prove plausibili ».<ref>Ettore Lojacono, ''Cartesio'', in ''I grandi della scienza'', anno III, n. 16 (collana a cura de ''Le Scienze''), Milano, 2000, p. 101.</ref>
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