San Marzano di San Giuseppe: differenze tra le versioni

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Gli albanesi provenienti dall'Albania meridionale, oltre alla loro lingua, usi e costumi, portarono nella nuova patria anche il loro rito religioso orientale.
 
Appena arrivati, ogni famiglia cercò di costruire una casa nel feudo Rizzi (ora in via Giorgio Castriota). In prossimità della odierna chiesa di San Carlo Borromeo venne costruita la chiesa del casale dedicata a [[Parasceva di Roma|Santa Parasceva]] secondo l'[[Architettura bizantina|usanza greca]] („more graeco“)<ref name=":606">Cenni storici, p. 6</ref> seguendo i punti cardinali est-ovest con l'altare ad est e l'ingresso ad ovest. Nella tradizione bizantina, l'abside è sempre ad est, dove sorge il sole, a simboleggiare il regno della luce, che rappresenta il Signore Dio.<ref>Vincenzo Bruno, Antonio Trupo, p. 7</ref>
 
Con la [[Bolla pontificia|bolla]] del 1536 [[Papa Paolo III]] diede agli albanesi in Italia pieno riconoscimento all'interno del [[cattolicesimo]].<ref>Giuseppe Maria Viscardi, p. 377</ref> In un rapporto del 1575 alla [[Santa Sede]] di [[Roma]] emerge che l'arcivescovo di Taranto, [[Lelio Brancaccio]], chiamò gli albanesi dell'Albania Tarantina "popolo senza fede e senza legge" e durante la sua visita del 1578, "incoraggiò" tutte le comunità dell'Albania Tarantina a passare dal [[rito bizantino]] al [[rito latino]].