Origene: differenze tra le versioni

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La concezione origeniana dell'ispirazione, del significato e dell'interpretazione delle Sacre Scritture è contenuta nei primi 15 capitoli del ''Philocalia''. Secondo Origene le Sacre Scritture sono ispirate perché sono la parola e l'opera di Dio. Ma l'autore ispirato, lontano dall'essere uno strumento inerte, ha il pieno possesso delle sue facoltà, è consapevole di ciò che sta scrivendo; è libero di riferire il suo messaggio o no; non è perso in un delirio passeggero come gli [[oracolo|oracoli]] pagani, poiché disagi fisici, disturbi dei sensi o perdita momentanea della ragione altro non sono che prove dell'azione degli spiriti maligni. Dato che le Sacre scritture derivano da Dio, dovrebbero avere le caratteristiche distintive dell'opera Divina: la verità, l'unità, e la pienezza. La parola di Dio non può essere falsa; pertanto non possono essere ammessi errori o contraddizioni nelle Sacre scritture<ref>''In Joan.'', X, 3.</ref>. Essendo l'autore delle Sacre Scritture unico, la Bibbia può essere considerata più come un libro unico che una raccolta di libri<ref>''Philocalia'', V, 4-7.</ref>, uno strumento perfettamente armonioso<ref>''Philocalia'', VI, 1-2.</ref>. Ma la caratteristica più Divina delle Sacre Scritture è la loro pienezza: «Non c'è nelle Sacre scritture il più piccolo brano (''cheraia'') che non rifletta la saggezza di Dio»<ref>''Philocalia'', I, 28; cf. X, 1.</ref>. Ci sono imperfezioni nella Bibbia: [[antilogia|antilogie]], ripetizioni e discontinuità; ma queste imperfezioni divengono perfezioni poiché ci conducono all'allegoria e al significato spirituale<ref>''Philocalia'', X, 1-2.</ref>.
 
In un primo momento, partendo dalla tripartizione platonica ([[Platone]] distingue tra «carne», «mente» (νοῦς) e «anima» (ψυχή), Origene affermava che i testi della Sacra Scrittura dovevano essere letti secondo tre prospettive: la "lettura carnale", la "lettura psichica" e la "lettura pneumatica" (corrispondenti, rispettivamente, al senso grammaticale, al significato per l'anima ed alla dimensione [[escatologia|escatologica]]). C'era dunque un legame profondo tra l'uomo e la Bibbia, tra l'interpretazione della Bibbia e le fasi della salvezza<ref>L'interpretazione degli antichi della lettera (o corpo) di un testo è diversa da quella odierna. Oggi si indaga sul senso letterale, mentre Origene indagava {{chiarire|in|o "il"?}} senso grammaticale, il letterale in opposizione al significato figurato. Per questo i significati che Origene legava alle parole erano diversi da quelli che attualmente vengono loro legati.</ref>.
 
Le due grandi regole dell'interpretazione fissate dall'esegeta di Alessandria, prese per loro stesse e indipendentemente da interpretazioni erronee, sono a prova di critica. Esse possono essere così formulate: