Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La chiesa, il chiostro ed il convento vennero realizzati tra il [[1634]] e il [[1644]]<ref>Marina Bonavia, ''Borromini ritrovato: retrospettiva storiografica nel cantiere di restauro, con l'Indice delle fonti documentarie'', in "La "Fabrica" di San Carlino alle Quattro Fontane: gli anni del restauro" volume speciale del "Bollettino d'arte", 2007.</ref> da [[Francesco Borromini]] (imparentato con [[Carlo Maderno]], in quanto lo zio materno, Leone Gravo, ne sposò la nipote). Quest'architetto ticinese, giunto a Roma attorno al [[1620]] dal [[Canton Ticino]], aveva già collaborato al [[Baldacchino di San Pietro]] e al vicino [[palazzo Barberini]]. I [[Trinitari]] gli commissionarono un nuovo convento con annessa chiesa, dove già da un secolo c'era una piccola cappella.
Il complesso fu costruito grazie al finanziamento e sotto il patronato di [[Francesco Barberini (cardinale 1623)|Francesco Barberini]], cardinal nipote di [[Urbano VIII]], il cui palazzo era stato appena realizzato lì presso dal già anziano Maderno, in collaborazione appunto con il Borromini.
 
Il chiostro, prima parte ad essere stata progettata, venne ideato dal Borromini nel [[1635]], ma ultimato nel [[1644|1644.]], mentre nello stesso anno si finiva la facciata dell'istituto sull'odierna Via del Quirinale (allora Strada Pia), la chiesa (iniziata nel 1638) ed un primo campanile quadrangolare adiacente. Il prospetto della chiesa sulla via venne progettato e realizzato molto più tardi, a partire dal [[1664]]; dopo la morte dell'architetto nel [[1667]], i lavori vennero continuati dal [[1670]] al [[1680]] dal nipote Bernardo Borromini sulla scorta dei disegni del maestro. Il campanile venne abbattuto per la sistemazione del corpo convesso della chiesa sull'angolo delle [[Quattro Fontane]] e ne venne costruito un altro nel [[1670]]. La decorazione della facciata si protrasse ancora per un decennio, fino alla posa della statua di San Carlo nella nicchia principale nel [[1680]].
Oggi ci sono rimasti molti progetti originali per la chiesa, che Borromini aveva realizzato per trovare una soluzione che si adattasse a due importanti necessità: il costo minore possibile, in quanto i frati non disponevano di molto denaro ed il massimo sfruttamento del poco spazio a disposizione. Grazie al genio dell'architetto, che seppe unire queste qualità ad un risultato elegante ed innovativo, la chiesa e l'intero complesso possono annoverarsi tra massimi prodotti dell'architettura barocca. La chiesa ed il complesso conventuale sono infatti caratterizzati dalle dimensioni sorprendentemente piccole e dall'estrema semplicità dei materiali, conformemente alla regola e alla spiritualità dei frati dell'ordine dei Trinitari,<ref>AA.VV., La ''"Fabrica" di San Carlino alle Quattro Fontane: gli anni del restauro'', volume speciale del "Bollettino d'arte", 2007.</ref> di origine spagnola e all'epoca appena insediati a Roma (nel [[1609]], guidati dal padre Gabriele dell'Assunta), ma anche alle idee artistiche del Borromini che ai materiali pregiati preferiva materie umili come l'intonaco e lo stucco, da nobilitare con la tecnica.<ref>Giulio Carlo Argan, ''Borromini'', ed. Sansoni, 1996.</ref>