Trentino-Alto Adige: differenze tra le versioni

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[[Terza guerra d'indipendenza italiana|La terza guerra d'indipendenza italiana]] coinvolse anche il territorio del Trentino-Alto Adige, con l'[[invasione del Trentino (Garibaldi - 1866)|invasione capitanata da Giuseppe Garibaldi]]. Nonostante la vittoria italiana a [[Battaglia di Bezzecca|Bezzecca]], il Trentino-Alto Adige rimase asburgico, mentre il Veneto e il Friuli venivano uniti al Regno d'Italia.
 
 
=== A cavallo dei due secoli ===
Al censimento del 1910 la maggioranza degli abitanti del Trentino-Alto Adige (''Welschtirol'' e ''Deutsch-Südtirol'' secondo la denominazione asburgica) era complessivamente di lingua italiana. Nella parte trentina su 362.684 abitanti il 96,4% era di lingua italiana e il 2,9% di lingua tedesca, mentre in quella altoatesina su 279.213 l'83,4% era germanofono, il 2,6% italofono e il 13,2% di lingua ladina.<ref>{{de}} Otto Boelitz, ''Das Grenz- und Auslanddeutschtum, seine Geschichte und seine Bedeutung'', Oldenbourg 1930, pag. 79</ref>
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Il toponimo "[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]]" deriva dallo storico e omonimo [[dipartimento dell'Alto Adige]], suddivisione di epoca napoleonica del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] che aveva come capoluogo Trento e corrispondeva grosso modo all'attuale Trentino e alla parte meridionale dell'odierno Alto Adige.
 
{{cn|Storicamente ilIl termine "Tirolo" ederiva ogniinvece suadal parteborgo venivae riferito[[Castel aTirolo|castello unadi terraTirolo]] a(oggi cavallocomune trapresso mondo[[Merano]]), diche linguafu germanicaa elungo mondosede didella linguaContea italiana,del indipendentemente da definizioni etnico-linguistiche}}Tirolo. L'identità "tirolese" era quindi espressa naturalmente dagli abitanti senza implicare niente di linguistico o politico (si veda, per esempio, il caso del prelato [[Cristoforo Migazzi]], cardinale, vescovo in Ungheria e arcivescovo a Vienna, trentino di lingua "romanza", ovvero italiana, che si autodefiniva "tirolese"<ref>Archivio del Collegio Germanico-Ungarico di Roma (Coll. Hist. 1/2), "Nomina Alumnorum Collegii Germanici et Hungarici Tomo II", p. 232 (nota n. 379): ''Christophorus Antonius Comes de Migazzi Diocesis Tridentine Tyrolensis nobilis,'' [...] ''humanioribus, litteris, et philosophie operam dedit Passauij, [...] Coadiuntur archiepiscopatus Deinde Episcopus Vacciensis, postea Archiepiscopus Viennae, denique 23 novembris 1762 Cardinalis fuit creatus''. Citato in Maurizio Tani, ''La rinascita culturale del Settecento ungherese. Le arti figurative nella grande committenza ecclesiastica'', Roma, 2005</ref>). Con le guerre napoleoniche e le temperie nazionalistiche abbattutesi anche nella regione, i toponimi incominciarono ad assumere un valore di rivendicazione etnica e politica. La parola Tirolo si tinse di una "germanicità monocolore" che in precedenza non aveva avuto e gli italiani sentirono il bisogno di creare nuove forme di autodefinizione territoriale.
Il termine "Tirolo" deriva invece dal borgo e [[Castel Tirolo|castello di Tirolo]] (oggi comune presso [[Merano]]), che fu a lungo sede della Contea del Tirolo.
{{cn|Storicamente il termine "Tirolo" e ogni sua parte veniva riferito a una terra a cavallo tra mondo di lingua germanica e mondo di lingua italiana, indipendentemente da definizioni etnico-linguistiche}}. L'identità "tirolese" era quindi espressa naturalmente dagli abitanti senza implicare niente di linguistico o politico (si veda, per esempio, il caso del prelato [[Cristoforo Migazzi]], cardinale, vescovo in Ungheria e arcivescovo a Vienna, trentino di lingua "romanza", ovvero italiana, che si autodefiniva "tirolese"<ref>Archivio del Collegio Germanico-Ungarico di Roma (Coll. Hist. 1/2), "Nomina Alumnorum Collegii Germanici et Hungarici Tomo II", p. 232 (nota n. 379): ''Christophorus Antonius Comes de Migazzi Diocesis Tridentine Tyrolensis nobilis,'' [...] ''humanioribus, litteris, et philosophie operam dedit Passauij, [...] Coadiuntur archiepiscopatus Deinde Episcopus Vacciensis, postea Archiepiscopus Viennae, denique 23 novembris 1762 Cardinalis fuit creatus''. Citato in Maurizio Tani, ''La rinascita culturale del Settecento ungherese. Le arti figurative nella grande committenza ecclesiastica'', Roma, 2005</ref>). Con le guerre napoleoniche e le temperie nazionalistiche abbattutesi anche nella regione, i toponimi incominciarono ad assumere un valore di rivendicazione etnica e politica. La parola Tirolo si tinse di una "germanicità monocolore" che in precedenza non aveva avuto e gli italiani sentirono il bisogno di creare nuove forme di autodefinizione territoriale.
 
Durante la dominazione asburgica il territorio dell'odierno Alto Adige era conosciuto come ''Mitteltirol'', cioè Tirolo centrale,<ref>Cfr. ad es. Theodor Trautwein, ''Wegweiser durch Süd-Baiern, Nord- und Mittel-Tirol und die angrenzenden Theile von Salzburg. Mit den Städten München, Augsburg, Salzburg, Innsbruck, Bozen und Meran'', Monaco di Baviera, Lindauer, 1868.</ref> o ''Deutschsüdtirol''<ref>Cfr. per es. Karl Höffinger, ''Gries-Bozen in Deutsch-Südtirol, als klimatischer, Terrain-Kurort und Touristenstation - Vademecum für Einheimische, Reisende und Touristen in Gries-Bozen und im Etsch- und Eisack-Gebiete'', Innsbruck, Wagner, 1887.</ref>, mentre con ''Südtirol'' si designava propriamente l'odierno [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]],<ref>''ex multis'': Karl Müller, ''An der Kampffront in Südtirol: Kriegsbriefe eines neutralen Offiziers'', Velhagen & Klasing, 1916: ''Das politische und militärische Ziel des Feldzugs der Italiener im Südtirol ist die befestigte Stadt Trient'' = L'obiettivo politico e militare degli italiani in ''Südtirol'' è la città fortificata di Trento.</ref> detto anche ''Welschtirol''<ref>{{cita pubblicazione