Wavelength Division Multiplexing: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 38:
In origine, il termine ''coarse wavelength division multiplexing'' (CWDM) era alquanto generico e indicava una serie di applicazioni differenti, che però hanno tutte in comune il fatto che la scelta nella spaziatura tra canali e la stabilità in frequenza sono tali da non consentire l'uso di [[Amplificatore ottico|amplificatori in fibra drogata all'erbio]] (''erbium doped fiber amplifier'', EDFA). Prima che l'ITU-T introducesse una definizione formale e standardizzata del termine, il significato comune per CWDM indicava la generica multiplazione di due (o più) segnali su una singola fibra, usando la lunghezza d'onda di 1550 nm per uno e di 1310 nm per l'altro.
Nel 2002 con la raccomandazione ITU-T G.694.2, l'ITU standardizzò una griglia di diciotto canali con lunghezze d'onda comprese tra 1270 nm e 1610 nm e spaziati tra loro di 20 nm. Una successiva revisione della raccomandazione G.694.2 (2003) spostò la frequenza centrale di ogni canale di 1 nm, per cui in realtà i canali sono compresi tra i 1271 e i 1611 nm.<ref>{{cita|ITU-T G.694.2}}.</ref> Le lunghezze d'onda della griglia CWDM inferiori ai 1470 nm sono considerate come "inutilizzabili" con le fibre più vecchie specificate nella raccomandazione ITU-T G.652 a causa dell'attenuazione elevata introdotta nella fascia di spettro 1270–1470 nm
Lo standard di [[livello fisico]] 10GBASE-LX4 per la [[10 gigabit Ethernet]] è un esempio di un sistema CWDM in cui si usano quattro lunghezze d'onda nell'intorno dei 1310 nm, ciascuna dedicata a trasportare un segnale a 3.125 Gbit/s, multiplate insieme per costituire un flusso di segnale aggregato a 10 Gbit/s.
|