Peccato originale: differenze tra le versioni

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Inutile evidenziare che la redenzione di Cristo ha eliminato la colpa originale, ma non le sue conseguenze sull'Umanità (ben note ed elencate in Genesi 3,16-19), che a tale colpa sono quindi imputate.
 
La dottrina cattolica afferma che, sempre per effetto del peccato originale, l'uomo eredita inoltre l'inclinazione verso il male, che è chiamata [[concupiscenza]]. Questa inclinazione, che accompagna l'uomo nel corso dell'intera sua vita non costituisce in sé peccato, ma una debolezza di base dell'essere umano che è la causa dell'agire malvagio degli uomini nella storia dell'umanità. La trasmissione di questa inclinazione costituirebbe un [[mistero della fede|mistero]] non ben compreso. Un'interpretazione può essere che i Progenitori abbiano sì ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé ma per tutta la natura umana, ma il peccato commesso abbia alterato la stessa natura umana<ref>{{cita web|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/212913|titolo=Catechesi di Benedetto XVI}}</ref>. Unico rimedio a questo stato "decaduto" consiste nella grazia della [[Redenzione (cristianesimo)|redenzione]], ottenuta però colcon il battesimo, degli infanti o degli adulti, e i successivi sacramenti, quali canali della grazia per la [[Salvezza (Bibbia)|salvezza]] personale.
 
La "[[storia della salvezza]]" si svilupperebbe poi dagli antichi patriarchi fino alla [[redenzione (religione)|redenzione]] del Messia biblico.
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== Interpretazioni non religiose ==
{{c|Il testo che segue esprime solo concetti confusi, cita un significato attribuito (da chi?) a Michelangelo e mescola il tutto colcon il racconto della torre di Babele; un vero e proprio pot-pourri senza senso|religione|novembre 2015}}
=== Ipotesi di una realtà perduta ===
Secondo una tesi sostenuta {{Senza fonte|nel libro ''Il vero significato dei sogni''}} la perdita del paradiso terrestre raccontata nella Genesi corrisponderebbe alla perdita della consapevolezza del momento presente e ciò sarebbe dovuto allo svilupparsi del pensiero, attività che ci proietta costantemente nel futuro quando non ci fa rivivere il passato, ma lo stesso significato trasparirebbe anche da due dei dipinti che affrescano la volta della Cappella Sistina, opera di Michelangelo.
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{{Senza fonte|Esiste, inoltre, almeno una terza possibile interpretazione dell'origine del male legata direttamente all'intenzionalità divina orientata in premessa a sacrificare i progenitori nell'ambito di un processo, si direbbe oggi, privo di garanzie giuridiche. Questa tesi attribuisce ad Adamo ed Eva un'incapacità assoluta di violare coscientemente la prescrizione divina che proibiva loro l'accesso all'Albero della conoscenza del bene e del male. I progenitori, infatti, prima di accedere al Frutto, non sarebbero stati in grado di percepire la differenza fra bene e male a causa della loro radicale "amoralità". Tant'è che per acquisire una coscienza morale è stato necessario "peccare", attingendo il frutto prodotto dall'albero della conoscenza del Bene e del Male. In altri termini, il peccato non poteva essere realizzato da chi non aveva alcuna coscienza né percezione del valore della Normatività divina e delle conseguenze della violazione (per i progenitori, infatti, prima della conoscenza del Bene e del Male avrebbe dovuto esserci come unico Male il mangiare il frutto). Secondo questa tesi, in definitiva, Adamo ed Eva erano incapaci di intendere e di volere in termini etici e morali, dunque non sarebbero stati punibili. Un preciso riferimento neotestamentario a questa tesi sarebbe reso esplicito in Luca {{passo biblico|Lc|23,34}}}}.
 
Un'ulteriore interpretazione<ref>{{Cita web|autore = Roberto Verolini|url = http://www.diolaico.it/|titolo = www.diolaico.it|accesso = |data = }}</ref> intende il peccato originale - sulla base di notevoli evidenze antropologiche e etnologiche<ref>{{Cita libro|autore = Roberto Verolini|titolo = Il Dio di Darwin. L’alternativa laica al creazionismo e all’Intelligent Design|anno = 2010|editore = Stampalibri|città = Macerata}}</ref> e in forte affinità con la moderna teoria evoluzionistica - come degenerazione psicocognitiva dovuta al passaggio da forme di religiosità di tipo [[deismo|deista]] a quella relativa alle [[religioni rivelate]]. Questa transizione si sarebbe verificata a partire dal 10/15.000 circa a.C. colcon il passaggio da forme di vita stanziale ai primi sistemi [[classe sociale|classisti]] e [[teocrazia|teocratici]] della storia detti teoetotomie - dalle radici theòs (dio) ethos (costume di vita) e -tomia (cesura).<ref>{{Cita libro|autore = Roberto Verolini|titolo = Il Dio Laico: caos e libertà|anno = 1999|editore = Armando Armando|città = Roma}}</ref> A seguito di tale trasformazione culturale l'uomo sarebbe caduto in una rappresentazione del sacro capace di produrre forme psicopatologiche (a livello individuale e sociale) così come descritto - ad esempio - dalla teoria [[psicanalisi|psicoanalitica]]. In particolare la persistenza di un'autorità morale esterna riesce ad influenzare le dinamiche edipiche da cui deriva una sovrastrutturazione del [[super io]], ai sensi delle ipotesi di [[Sigmund Freud]]. Un ulteriore contributo deriva dal lavoro sull'aggressività umana di [[Erich Fromm]]. {{chiarire|Da questo derivano|da "questo" a cosa o a chi è riferito?}} quelle forme di psicopatologie e disturbi della personalità (sindromi ossessivo compulsivo, dipendente, evitante etc.) note da tempo alla psicologia classica.
 
Un'{{Senza fonte|ulteriore interpretazione}} suggerisce che la figura del serpente rappresenti la razionalità umana, come evidente dalla simbologia greca o araba nel [[caduceo]] o nel [[bastone di Asclepio]], in cui simboleggia rispettivamente il commercio e le arti mediche. {{chiarire|In una visione più ampia|di chi?}}, il serpente rappresenta la natura stessa dell'uomo assetato di conoscenza.