Astronomia: differenze tra le versioni

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L'esistenza della nostra [[galassia]], la [[Via Lattea]], e la comprensione che essa fosse un [[ammasso stellare|ammasso]] isolato di [[stella|stelle]] rispetto al resto dell'Universo, fu provata solamente nel [[XX secolo]], assieme alla scoperta dell'esistenza di altre galassie. Molto presto, grazie all'utilizzo della spettroscopia, ci si accorse che molti oggetti presentavano [[spostamento verso il rosso|redshift]], ossia uno spostamento dello spettro verso il rosso rispetto a quanto ci si attendeva. Questo era spiegabile solo con l'[[effetto Doppler]], che fu interpretato come una differenza di moto negativa, ovvero di allontanamento rispetto al nostro pianeta. Venne formulata allora la teoria dell'[[espansione dell'Universo]].<ref name = Belkora2003>{{cita libro | autore = Leila Belkor |titolo= Minding the heavens: the story of our discovery of the Milky Way|editore= CRC Press | isbn = 978-0-7503-0730-7 |anno = 2003 | pagine = 1-14}}</ref> L'astronomia teorica portò a speculazioni sull'esistenza di oggetti come i [[buchi neri]] e le [[stella di neutroni|stelle di neutroni]], che furono usati per spiegare alcuni fenomeni osservati, come [[quasar]], [[pulsar]], [[blazar]] e [[radiogalassia|radiogalassie]].
 
La cosmologia, una disciplina che ha larghi settori in comune con l'astronomia, ha fatto enormi passi in avanti nel XX secolo, con il modello del [[Big Bang]], supportato da prove sperimentali fornite dall'astronomia e dalla fisica, come l'esistenza e le proprietà della [[radiazione cosmica di fondo]], la [[Legge di Hubble]] e lo studio dell'[[nucleosintesi primordiale|abbondanza cosmologica degli elementi chimici]]. I [[telescopio spaziale|telescopi spaziali]] hanno permesso di osservare parti dello spettro elettromagnetico normalmente bloccate o schermate in parte dall'atmosfera terrestre.
 
== Astronomia osservativa ==
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La stella più frequentemente studiata è il Sole, stella madre del [[sistema solare]], posto ad una distanza di appena 8 [[Minuto luce|minuti luce]]. Il Sole è una tipica stella di [[sequenza principale]] di classe G2 V (chiamate anche [[nana gialla|nane gialle]]), di circa 4,6 miliardi di anni di età. Pur non essendo considerata una [[stella variabile]], anch'esso subisce variazioni periodiche della propria attività: si tratta del [[ciclo undecennale dell'attività solare]], durante il quale le [[macchie solari]], regioni con temperature inferiori alla media e associate all'attività magnetica, [[Numero di Wolf|variano in numero]].<ref name="solar FAQ">{{Cita web|url=http://www.talkorigins.org/faqs/faq-solar.html|titolo=The Solar FAQ|cognome=Johansson|nome=Sverker|wkautore=Sverker Johansson|data=27 luglio 2003|editore=Talk.Origins Archive|accesso=11 agosto 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060907235636/http://www.talkorigins.org/faqs/faq-solar.html|dataarchivio=7 settembre 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto=no}}</ref>
 
La [[Luminosità (astronomia)|luminosità]] del Sole è in costante aumento; da quando divenne una stella di sequenza principale la sua luminosità è aumentata del 40%, e nel corso della sua storia ha subito variazioni periodiche di luminosità che possono aver avuto un impatto significativo sulla Terra.<ref name="Environmental issues : essential primary sources.">{{Cita web|url=https://catalog.loc.gov/cgi-bin/Pwebrecon.cgi?v3=1&DB=local&CMD=010a+2006000857&CNT=10+records+per+page|titolo=Environmental issues : essential primary sources|cognome=Lerner|nome=K. Lee|nome2=Brenda Wilmoth|data=2006|editore=Thomson Gale|urlarchivio=https://archive.is/20120710152134/http://catalog.loc.gov/cgi-bin/Pwebrecon.cgi?v3=1&DB=local&CMD=010a+2006000857&CNT=10+records+per+page|dataarchivio=10 luglio 2012|urlmorto=sì|autore2=Lerner|accesso=17 novembre 2016}}</ref> Il [[minimo di Maunder]], per esempio, si pensa che abbia causato il fenomeno della [[piccola era glaciale]] durante il [[Medioevo]].<ref name="future-sun">{{Cita web|autore=Pogge, Richard W. |data=1997 |url=http://www.astronomy.ohio-state.edu/~pogge/Lectures/vistas97.html |titolo=The Once & Future Sun |sito=New Vistas in Astronomy |accesso=3 febbraio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050527094435/http://www-astronomy.mps.ohio-state.edu/Vistas/ |dataarchivio=27 maggio 2005 }}</ref>
 
La superficie esterna visibile del Sole è chiamata [[fotosfera]], sopra alla quale è presente una sottile regione nota come [[cromosfera]], la quale è circondata da una regione di transizione caratterizzata da un rapido aumento delle temperature, fino ad arrivare alla caldissima [[Corona solare|corona]]. Al centro del Sole si trova il [[Nucleo solare|nucleo]], nel quale temperatura e pressione sono sufficientemente alte per consentire la [[fusione nucleare]]. Al di sopra del nucleo vi è la [[zona radiativa]], dove il [[Plasma (fisica)|plasma]] convoglia il flusso di energia tramite l'[[irraggiamento]], e sopra ad esso vi è la [[zona convettiva]], dove l'energia viene invece rilasciata verso l'esterno con lo spostamento fisico della materia. Si ritiene che sia il movimento della materia all'interno della zona di convezione a creare l'attività magnetica che genera le macchie solari.<ref name="solar FAQ" />
 
Il [[vento solare]], costituito da flussi di particelle di plasma, viene irradiato costantemente verso l'esterno del sistema solare, fino a quando, al limite più esterno, raggiunge l'[[eliopausa]]. Quando il vento solare arriva nei pressi della Terra, interagisce con il [[Campo geomagnetico|campo magnetico terrestre]] e ne viene deviato, tuttavia alcune particelle vengono intrappolate creando le [[fasce di Van Allen]] che avvolgono la Terra. Le [[aurore]] si generano quando le particelle del vento solare sono spinte dal flusso magnetico verso i [[Polo magnetico (astronomia)|poli magnetici]] terrestri, dove interagiscono con la [[ionosfera]].<ref>{{Cita web|autore= Stern, D. P.|autore2= Peredo, M.|data= 28 settembre 2004|url=http://www-istp.gsfc.nasa.gov/Education/Intro.html|titolo= The Exploration of the Earth's Magnetosphere|editore= NASA|accesso=22 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060824003619/http://www-istp.gsfc.nasa.gov/Education/Intro.html|dataarchivio= 24 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref>
 
=== Scienza planetaria ===
{{vedi anche|planetologia}}
[[File:Pluto-01 Stern 03 Pluto Color TXT.jpg|thumb|Immagine multispettrale ad alta risoluzione di Plutone con i colori risaltati per mostrare le differenze di composizione della superficie. L'immagine è stata scatta dal telescopio Ralph montato a bordo della sonda [[New Horizons]].]]
La scienza planetaria, o planetologia, è lo studio delle proprietà fisiche di [[pianeti]], [[satelliti naturali|satelliti]], [[pianeti nani]], [[comete]], [[asteroidi]] e altri corpi in orbita attorno al Sole, così come dei [[pianeti extrasolari]]. Il sistema solare è stato relativamente ben studiato, inizialmente tramite i telescopi e successivamente dai veicoli spaziali. Questo ha fornito una buona comprensione della formazione e dell'evoluzione del sistema solare, anche se avvengono continuamente nuove scoperte.<ref name="geology">{{Cita libro|url=http://marswatch.tn.cornell.edu/rsm.html|titolo=Remote Sensing for the Earth Sciences: Manual of Remote Sensing|nome=|data=2004|editore=John Wiley & Sons|anno=|edizione=3rd|città=|autore=Bell III, J. F.|autore2=Campbell, B. A.|autore3=Robinson, M. S.|accesso=17 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060811220029/http://marswatch.tn.cornell.edu/rsm.html|dataarchivio=11 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto=sì}}</ref>
 
Il sistema solare è suddiviso in [[Sistema solare interno|pianeti interni]], la [[fascia degli asteroidi]] e [[Sistema solare esterno|pianeti esterni]]. I [[pianeti terrestri]] interni sono [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]], [[Venere (astronomia)|Venere]], la Terra e [[Marte (astronomia)|Marte]], mentre i pianeti esterni [[giganti gassosi]] sono [[Giove (astronomia)|Giove]], [[Saturno (astronomia)|Saturno]], [[Urano (astronomia)|Urano]] e [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]].<ref name="planets">{{Cita web|autore= Grayzeck, E.|autore2= Williams, D. R.|data= 11 maggio 2006|url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/|titolo= Lunar and Planetary Science|editore= NASA|accesso=21 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060820173205/http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/|dataarchivio= 20 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref> Al di là di Nettuno si trova la [[fascia di Kuiper]], e infine, la [[nube di Oort]], che può estendersi fino a un anno luce. I pianeti si sono formati 4,6 miliardi di anni fa nel [[disco protoplanetario]] che circondava il [[protostella|neonato]] Sole, attraverso un processo che ha portato, col tempo, alla nascita dei [[protopianeta|protopianeti]]. Solo i pianeti con massa sufficiente hanno mantenuto la loro atmosfera gassosa.<ref name=Montmerle2006>{{Cita pubblicazione|cognomeautore=Thierry Montmerle|nome=Thierry|autore2=Augereau, Jean-Charles Augereau|autore3=Marc Chaussidon, Marc|titolo=Solar System Formation and Early Evolution: the First 100 Million Years|rivista=Earth, Moon, and Planets|volume=98|numero=1–4|editore=Springer|pp=39–95|data=2006|doi=10.1007/s11038-006-9087-5| bibcode=2006EM&P...98...39M}}</ref>
 
Una volta che un pianeta raggiunge una massa sufficiente, i materiali di diversa densità vengono segregati all'interno, durante il processo che porta alla [[differenziazione planetaria]], e che può formare un nucleo roccioso o metallico, circondato da un [[Mantello (esogeologia)|mantello]] e una [[Crosta (esogeologia)|crosta esterna]]. Il nucleo può includere regioni di materia solida e liquida, e alcuni nuclei planetari possono essere in grado generare il proprio [[campo magnetico]], in grado di proteggere le loro atmosfere dal vento solare, come avvenuto per la Terra.<ref>Montmerle, 2006, pp. 87–90</ref>
 
Il calore interno di un corpo planetario viene prodotto dalle [[Impatto astronomico|collisioni]] che lo hanno creato, oppure dal [[Radioattività|decadimento]] di materiali radioattivi (ad esempio [[uranio]]), o dal [[Forza di marea|riscaldamento mareale]] causato da interazioni con altri corpi. Alcuni pianeti e satelliti accumulano sufficiente calore per generare processi geologici come il [[vulcanismo]] e la [[tettonica a placche]]. Quelli che mantengono un'atmosfera possono anche subire l'[[erosione]] della superficie causata da vento o acqua. I corpi più piccoli, senza riscaldamento mareale, si raffreddano più velocemente; e la loro attività geologica cessa completamente, con l'eccezione della craterizzazione causata da [[Impatto astronomico|impatti]].<ref name="new solar system">{{Cita libro|curatore=Beatty, J.K.|curatore2=Petersen, C.C.|curatore3=Chaikin, A.|titolo=The New Solar System|editore=Cambridge press|url=https://books.google.com/?id=iOezyHMVAMcC&pg=PA70|p=70edition70|edizione = 4th4|dataanno=1999|isbn =0-521-64587-5}}</ref>
 
=== Astronomia stellare ===
{{vedi anche|Astronomia stellare|Stella}}
[[File:Ant Nebula.jpg|thumb|upright=1.2|left|Immagine della [[Nebulosa Formica]], che mostra dei lobi simmetrici causati dall'esplosione della stella centrale, a differenza di altri casi dove l'espulsione della materia di una [[supernova]] è avvenuta in modo caotico.]]
Lo studio delle stelle e della loro [[evoluzione stellare|evoluzione]] è fondamentale per la nostra comprensione dell'Universo. L'astrofisica delle stelle è stata determinata attraverso osservazioni e simulazioni teoriche. La [[formazione stellare]] si verifica nelle regioni dense di polvere e gas, note come [[nubi molecolari giganti]], che quando vengono destabilizzate possono collassare per gravità formando delle protostelle, all'interno delle quali, se i nuclei sono sufficientemente densi e caldi, si attiverà la [[fusione nucleare]], creando così una stella di [[sequenza principale]].<ref name=Smith2004>{{cita libro|autore=Michael David Smith |anno=2004 |capitolo= Cloud formation, Evolution and Destruction|titolo= The Origin of Stars|editore= Imperial College Press| pp = 53–86|url=https://books.google.com.ec/books?id=UVgBoqZg8a4C&dq=&redir_esc=y&hl=it|ISBN= 1-86094-501-5}}</ref>
 
Quasi tutti gli elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio sono stati creati all'interno dei nuclei delle stelle.
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Il nostro sistema solare orbita all'interno della [[Via Lattea]], una [[galassia a spirale barrata]] importante membro del [[Gruppo Locale]] di galassie. Si tratta di una massa rotante di gas, polvere, stelle e altri oggetti, tenuta assieme dalla reciproca attrazione gravitazionale. Ampie porzioni della Via Lattea che sono oscurate alla vista, e la stessa Terra si trovano in uno dei bracci densi di polvere che la costituiscono.
 
Nel centro della Via Lattea vi è il nucleo, un rigonfiamento a forma di barra nel quale si trova probabilmente un [[buco nero supermassiccio]]. Il nucleo è circondato da quattro [[Via Lattea#Bracci di spirale|bracci a spirale]] principali, regioni ad alta [[formazione stellare]] e di conseguenza ricca di giovani stelle di [[popolazione I]]. Il [[disco galattico]] è circondato da un [[Alone galattico|alone]] popolato da stelle più vecchie e da dense concentrazioni di stelle conosciute come [[ammassi globulari]].<ref>{{Cita web|url=http://www.mpe.mpg.de/ir/GC/index.php|titolo=The Galactic Centre|cognome=Ott|nome=Thomas|data=24 agosto 2006|editore=Max-Planck-Institut für extraterrestrische Physik|accesso=17 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060904140550/http://www.mpe.mpg.de/ir/GC/index.php|dataarchivio=4 settembre 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto=sì}}</ref>
 
Tra le stelle si trova il [[mezzo interstellare]] e nelle regioni più dense, [[nubi molecolari]] di idrogeno e altri elementi creano regioni di intensa formazione stellare; quando si formano stelle massicce, trasformano la nube in una [[regione H II]] (idrogeno ionizzato) illuminando il gas e il plasma presenti. I venti stellari e le esplosioni di supernove di queste stelle possono causare la dispersione della nube, formando uno o più giovani [[ammassi aperti]] di stelle.<ref>{{Cita libro|nome=Michael David|cognome=Smith|data=2004|pp=185–199|titolo=The Origin of Stars|capitolo=Massive stars
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Lo studio degli oggetti al di fuori della nostra galassia è una branca dell'astronomia che si occupa della [[Formazione ed evoluzione galattica|formazione ed evoluzione delle galassie]], della loro morfologia e [[Sequenza di Hubble|classificazione]], dell'osservazione delle [[Galassia attiva|galassie attive]], e dei [[gruppi e ammassi di galassie]]; inoltre è importante per la comprensione della struttura su larga scala del [[Universo osservabile|cosmo]].
 
La maggior parte delle [[galassie]] sono classificate secondo la loro forma in tre classi distinte: [[Galassia a spirale|a spirale]], [[Galassia ellittica|ellittiche]] e [[Galassia irregolare|irregolari]], a loro volta divise in sottoclassi.<ref>{{Cita web|cognome= Keel|nome= Bill|data= 1º agosto 2006|url=http://www.astr.ua.edu/keel/galaxies/classify.html|titolo= Galaxy Classification|editore= University of Alabama|accesso=8 settembre 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060901074027/http://www.astr.ua.edu/keel/galaxies/classify.html|dataarchivio= 1º settembre 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref> Come suggerisce il nome, una [[galassia ellittica]] ha la forma di un'[[ellisse]] e le stelle al suo interno si muovono lungo orbite [[Aleatorietà|casuali]] senza una direzione preferenziale. Queste galassie contengono poca [[polvere interstellare]] e poche regioni di formazione stellare, e sono quindi composte da stelle relativamente vecchie. Si trovano generalmente al centro di ammassi di galassie, e si pensa che si siano formate da fusioni di grandi galassie.
 
Una galassia a spirale ha la forma di un disco rotante, solitamente rigonfio al centro, con bracci luminosi a spirale che si snodano verso l'esterno. Le braccia sono generalmente regioni di [[formazione stellare]] dove giovani e calde stelle massicce contribuiscono a dare ai bracci un colore azzurrognolo. In genere sono circondati da un alone di stelle più vecchie. Sia la Via Lattea che una delle nostre più importanti vicine, la [[Galassia di Andromeda]], sono galassie a spirale.
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Una [[galassia attiva]] è una galassia che emette, soprattutto dal suo nucleo, una notevole quantità di energia non generata da stelle, polveri e gas, ma probabilmente da materiale in caduta verso un [[buco nero supermassiccio]] posto nel centro.
 
Una [[radiogalassia]] è una galassia molto luminosa nella banda dello spettro delle [[onde radio]], che spesso emette grandi pennacchi e lobi di gas. Le galassie attive che emettono radiazioni ad alta energia a frequenze più brevi sono le [[galassie di Seyfert]], i [[quasar]], e i [[blazar]]. I quasar sono ritenuti essere gli oggetti più luminosi dell'universo conosciuto.<ref>{{Cita web|url=http://imagine.gsfc.nasa.gov/docs/science/know_l1/active_galaxies.html|titolo=Active Galaxies and Quasars|cognome=|nome=|data=|editore=NASA|accesso=17 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060831033713/http://imagine.gsfc.nasa.gov/docs/science/know_l1/active_galaxies.html|dataarchivio=31 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto=sì}}</ref> Su più larga scala gruppi e ammassi di galassie costituiscono i superammassi, che a loro volta costituiscono dei complessi di superammassi, legati tra loro da [[Filamento (astronomia)|filamenti]], che connettono queste strutture separate tra loro da grandi spazi vuoti.<ref name="evolving universe">{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Zeilik|titolo=Astronomy: The Evolving Universe|edizione=8th8|editore=Wiley|data=2002|isbn=0-521-80090-0}}</ref>
 
=== Cosmologia ===
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|data= 2 aprile 2013|accesso= 15 aprile 2013}}</ref> Il concetto del Big Bang nacque quando si scoprì la [[radiazione di fondo]] nel 1965.<ref name="cita|Dodelson2003|pp. 1–22">{{cita|Dodelson2003|pp. 1–22}}.</ref>
 
Nel corso di questa espansione, l'Universo ha subito diverse fasi evolutive. Si pensa che nei primissimi momenti l'Universo abbia subito un processo di [[Inflazione (cosmologia)|inflazione cosmica]] molto rapida, che [[Omogeneità ed eterogeneità|omogeneizzò]] le condizioni di partenza e che successivamente la [[nucleosintesi primordiale|nucleosintesi]] abbia prodotto l'abbondanza degli elementi primordiali.<ref name="cita|Dodelson2003|pp. 1–22"/> Quando i primi atomi stabili si formarono, lo spazio divenne trasparente alla radiazione, rilasciando l'energia vista oggi come radiazione di fondo a microonde. L'Universo in espansione passò poi per un'età oscura a causa della mancanza di fonti energetiche stellari.<ref name="cosmology 101">{{Cita web|cognome= Hinshaw|nome= Gary|data= 13 luglio 2006|url=http://map.gsfc.nasa.gov/m_uni.html|titolo= Cosmology 101: The Study of the Universe|editore= NASA WMAP|accesso=10 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060813053535/http://map.gsfc.nasa.gov/m_uni.html|dataarchivio= 13 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref>
 
Da piccole variazioni (o increspature) nella densità della materia nello spazio iniziarono a formarsi le prime strutture: la materia accumulata nelle regioni più dense formò nubi di gas e nacquero le prime stelle, la [[popolazione III]]. Queste stelle massicce innescarono il processo di [[reionizzazione]] creando molti degli elementi pesanti nell'universo primordiale, che, attraverso il decadimento nucleare, crearono elementi più leggeri, permettendo alla nucleosintesi di continuare più a lungo.<ref>{{cita|Dodelson2003|pp. 216–261}}.</ref>
 
Poco a poco, le strutture di gas e polveri si fusero per formare le prime galassie, e nel corso del tempo, queste si raggrupparono in [[gruppi e ammassi di galassie|ammassi di galassie]], e poi in [[Superammasso di galassie|superammassi]].<ref>{{cita web|url=http://www.damtp.cam.ac.uk/user/gr/public/gal_lss.html|titolo=Galaxy Clusters and Large-Scale Structure|editore=University of Cambridge|accesso=8 settembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061010041120/http://www.damtp.cam.ac.uk/user/gr/public/gal_lss.html|dataarchivio=10 ottobre 2006}}</ref> Fondamentale per la struttura dell'Universo è l'esistenza della [[materia oscura]] e dell'[[energia oscura]], che si pensa siano i componenti dominanti dell'universo, formando il 96% della massa totale. Per questo motivo, numerosi sforzi sono stati fatti nel tentativo di comprendere la fisica di questi componenti.<ref>{{Cita web|cognome= Preuss|nome= Paul|url=https://www.lbl.gov/Science-Articles/Archive/dark-energy.html|titolo= Dark Energy Fills the Cosmos|editore= U.S. Department of Energy, Berkeley Lab|accesso=8 settembre 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060811215815/http://www.lbl.gov/Science-Articles/Archive/dark-energy.html|dataarchivio= 11 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref>
 
== Studi interdisciplinari ==
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L'astronomia è una di quelle scienze alla quale i dilettanti possono contribuire maggiormente. Gli [[astrofili]] osservano una varietà di oggetti celesti e fenomeni con apparecchiature talvolta costruite da loro stessi. Obiettivi comuni per gli astrofili sono la Luna, i pianeti, le stelle, le comete, gli [[sciami meteorici]], e una varietà di oggetti del cielo profondo, come ammassi stellari, galassie e nebulose.
 
Associazioni e circoli astronomici si trovano in tutto il mondo e i loro membri svolgono solitamente programmi di osservazione di diversi oggetti celesti, come quelli del [[Catalogo di Messier]] (110 oggetti) o del [[catalogo Herschel 400]] o altre categorie particolari di oggetti. Un ramo dell'astronomia amatoriale è l'[[astrofotografia]] amatoriale, che prevede l'acquisizione di foto del cielo notturno. Molti dilettanti si specializzano nell'osservazione di una certa categoria di oggetti o eventi che più gli interessano.<ref>{{Cita web|url=http://www.amsmeteors.org/|titolo= The American Meteor Society|accesso=24 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060822135040/http://www.amsmeteors.org/|dataarchivio= 22 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref><ref>{{Cita web|nome=Jerry|cognome=Lodriguss|url=http://www.astropix.com/|titolo= Catching the Light: Astrophotography|accesso=24 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060901185541/http://www.astropix.com/|dataarchivio= 1º settembre 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref>
 
La maggior parte dilettanti lavora nelle [[Luce visibile|lunghezze d'onda visibili]], tuttavia una piccola parte si dedica anche ad osservazioni al di fuori dello spettro visibile, ad esempio mediante l'uso di filtri infrarossi su telescopi convenzionali, e talvolta anche con l'uso di radiotelescopi, come il pioniere della radioastronomia amatoriale, [[Karl Jansky]], che iniziò a osservare il cielo alle lunghezze delle onde radio nel 1930. Un certo numero di astrofili utilizza telescopi fatti in casa oppure radiotelescopi originariamente costruiti per la ricerca astronomica, ma che sono in seguito divenuti disponibili per i dilettanti (come l'[[One-Mile Telescope]]).<ref>{{Cita web|autore=Ghigo, F.|data= 7 febbraio 2006|url=https://www.nrao.edu/whatisra/hist_jansky.shtml|titolo= Karl Jansky and the Discovery of Cosmic Radio Waves|editore= National Radio Astronomy Observatory|accesso=24 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060831105945/http://www.nrao.edu/whatisra/hist_jansky.shtml|dataarchivio= 31 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.users.globalnet.co.uk/~arcus/cara/|titolo= Cambridge Amateur Radio Astronomers|accesso=24 agosto 2006 }}</ref>
 
Gli astrofili continuano a dare contributi scientifici significativi in campo astronomico: in caso di [[Occultazione|occultazioni]] stellari da parte di pianeti minori possono effettuare misurazioni che possono aiutare ad affinare le orbite degli stessi pianetini. Gli astrofili possono scoprire nuove comete e [[supernove]],<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2012/10/19/Supernova-scoperta-astrofili-italiani_7658417.html|titolo=Supernova scoperta da astrofili italiani|sito=ansa.it|data=19 ottobre 2012}}</ref> asteroidi e altri corpi minori del sistema solare, effettuare osservazioni regolari di stelle variabili per meglio definirne i [[Curva di luce|picchi di luce]] alla massima e minima luminosità. I miglioramenti della tecnologia digitale hanno permesso ai dilettanti di fare notevoli progressi nel campo dell'astrofotografia,<ref>{{Cita web|url=http://www.lunar-occultations.com/iota/iotandx.htm|titolo= The International Occultation Timing Association|accesso=24 agosto 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060821180723/http://www.lunar-occultations.com/iota/iotandx.htm|dataarchivio= 21 agosto 2006 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://cbat.eps.harvard.edu/special/EdgarWilson.html|titolo=Edgar Wilson Award|editore=IAU Central Bureau for Astronomical Telegrams|accesso=24 ottobre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101024202325/http://www.cbat.eps.harvard.edu/special/EdgarWilson.html|dataarchivio=24 ottobre 2010|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.aavso.org/|titolo= American Association of Variable Star Observers|editore= AAVSO|accesso=3 febbraio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100202050715/http://www.aavso.org/|dataarchivio= 2 febbraio 2010 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref> inoltre, tramite il programma [[Planet Hunters]] che ha reso pubblici i dati del [[telescopio spaziale Kepler]], nel 2012 è stato scoperto [[Kepler-64 b]], il primo [[esopianeta]] scoperto da parte di astronomi dilettanti.<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/tecnologia/scienza/pianeta_quattro_soli_scoperto-191841.html|titolo=Pianeta con quattro soli scoperto da due astronomi sconosciuti|editore=Il Messaggero|data=16 ottobre 2012}}</ref>
 
== Note ==