Chiese dell'Aquila: differenze tra le versioni

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Le chiese dovettero essere ricostruite dopo il terremoto del 1349, che lasciò illesa solo la parte bassa della [[chiesa di San Silvestro (L'Aquila)|chiesa collegiata di San Silvestro Papa]], eretta dai castellani di [[Collebrincioni]], nella parte Nord-Ovest del quarto di Santa Maria, nel locale omonimo. Mentre i portali mantennero lo stile romanico a forte strombatura, conservandosi molto bene alcuni, esistenti già prima della fondazione delle stesse, ossia della [[chiesa di Santa Maria Paganica]] (il laterale a destra), della [[chiesa di San Marco (L'Aquila)|chiesa di San Marco]], e della [[chiesa di San Pietro a Coppito]] (i due leoni stilofori, forse materiale di spoglio da Amiternum), per l'impianto base di riedificazione, nel dopo sisma, si adottò uno schema specifico: pianta longitudinale rettangolare, con transetto sporgente, e abside semicircolare, solitamente con gli interni a navata unica (eccettuati quelli dei grandi cenobi quali Santa Maria di Collemaggio, il Duomo e Sant'Agostino). Alcuni sostengono che questo impianto base servì alle chiese per ricordare la posizione del Crocifisso, in modo che il fedele intraprendesse dal portale di accesso un percorso di avvicinamento a Dio, dalla fase terrena, sino alla fase spirituale, arrivato al presbiterio, dove avrebbe dovuto collocarsi simbolicamente il cuore di Cristo.
 
Nel 1288 il frate [[Pietro da Morrone]], fondatore dell'ordine Celestino, vide completata la [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio]], fatta erigere fuori le mura di Porta Bazzano per suo volere, considerata il capolavoro romanico dell'Aquila, e abbastanza conservatasi nello stile, malgrado delle sovrapposizioni barocche nella metà del XVIII secolo, dopo il sisma del 1703, ripristinate arbitrariamente nel 1968 da Mario Moretti. Al XIV secolo invece risalgono alcuni abbellimenti architettonici tipici del gotico, presso l'interno a tre navate della chiesa di San Pietro di Coppito, riscoperte negli anni '701970 coi restauri di Moretti, nella chiesa di San Silvestro, nelle absidi della chiesa di Santa Giusta, con finestre risalenti addirittura all'epoca cistercense, e nel fianco di via Amiternini della chiesa di San Domenico, con tipiche finestre che ricalcano il modello cistercense francese.
[[File:Facciata della chiesa di San Bernardino.jpg|miniatura|Basilica di San Bernardino in un'incisione ottocentesca]]
=== Rinascimento ===
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=== Dalla ricostruzione dopo il 1703 all'Ottocento ===
[[File:L'Aquila 57.jpg|miniatura|Facciata della chiesa delle Anime Sante]]
Il giorno della Candelora del febbraio 1703, un terremoto che superava il 6° della scala Richter rase al suolo la città, demolendo interi palazzi rinascimentali, e distruggendo varie chiese, o seriamente danneggiandone altre, in modo da imporre una ricostruzione prettamente impostata sullo stile barocco, di ispirazione romana. Fu così che a patire dal primo decennale dal terremoto, in Piazza Duomo venne inaugurato il cantiere della [[chiesa delle Anime Sante]] su progetto di [[Carlo Buratti]], per la confraternita del Suffragio, mentre la cupola venne terminata un secolo più tardi da [[Giuseppe Valadier]]. La chiesa è considerata il manifesto del barocco aquilano, insieme ad essa vennero rifatte quasi daccapo le chiese di Sant'Agostino (a partire dal 1710 su progetto di Giovan Battista Contini), San Biagio d'Amiterno (oggi [[Basilica di San Giuseppe Artigiano]]), il Duomo stesso su progetto di [[Sebastiano Cipriani]], le chiese di San Marciano, di Santa Maria Paganica, dell'Annunziata, dei Sette Dolori di Maria, di San Quinziano, di San Pietro a Coppito e San Silvestro (gli interni furono ripristinati in stile medievali nel 1947 e negli anni '701970), di Santa Giusta e San Flaviano, della chiesa della Madonna del Carmine (costruita dai castellani di Assergi), del monastero di San Basilio, della [[chiesa di San Paolo di Barete]] e via dicendo.
 
Un altro simbolo della ricostruzione barocca, che però non riuscì a vedere la sua completezza, dato che sarebbe potuta diventare un altro tempio simbolo del barocco cittadino quale la chiesa del Suffragio, fu la [[chiesa di Santa Margherita (L'Aquila)|chiesa di Santa Margherita]], esistente dal XIII secolo, affidata nella metà del Seicento alla Compagnia del Gesù, che aveva avviato i lavori di demolizione e ampliamento già prima del terremoto del 1703, che si propose dopo il terremoto come un esempio di sobrio barocco, con interno splendidamente decorato da marmi e cappelle laterali.
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=== Dal Novecento a oggi ===
Il terremoto del 1703 determinò un'insanabile frattura tra le chiese storiche dei castelli confocolieri e le chiese doppione situate nel centro storico: molte di esse, gravemente danneggiate, come la chiesa di Santa Maria di Bagno (via S. Francesco di Paola), la chiesa di Santa Maria di Cascina (presso via F. Crispi), la chiesa di Santa Maria di Risciano (via XX Settembre), la chiesa di San Pietro di Sassa (via Sette Dolori), non vennero più ricostruite. Le altre chiese sopravvissute vennero radicalmente trasformate in stile barocco, o neoclassico, come la facciata del Duomo di Giambattista Gamba, completata solo negli anni '30 del Novecento1930 con i due campanili gemelli.
[[File:Santuario 1875.jpg|miniatura|Il santuario della Madonna d'Appari (Paganica), in un disegno del 1875]]
Il primo Novecento anzi per le chiese aquilane rimaste in piedi rappresenta un periodo alquanto buio, per la trasformazione ortogonale del centro storico, che previde la demolizione di palazzi e chiese. Sacrificate al progresso furono la chiesa di San Benedetto d'Arischia, posta vicino il monastero di San Basilio, poi la chiesa di Santa Maria del Guasto, la cui facciata trecentesca fu rimontata presso la chiesetta della Madonna degli Angeli a Porta Napoli, nel 1898 veniva terminata la chiesa di San Francesco di Paola sopra un'antica cappella danneggiata dal terremoto del 1703, con il portale romanico della chiesa di San Giovanni di Lucoli (storicamente la capoquartiere del Rione San Marciano, mai più ricostruita dopo il sisma del 1703, con la parrocchia trasferita nella chiesa di San Marciano di Roio). La chiesa di San Nicola d'Anza fu profondamente modificata, e privata del portale romanico, trasferito presso la chiesa parrocchiale di [[Antrodoco]] (RI). Nel Quarto Santa Maria, la Piazza Chiarino venne ricavata negli anni '301930 dalla demolizione della storica chiesa di San Martino, dei castellani di Paganica, lungo via Garibaldi.
 
I monasteri storici don le leggi piemontesi del 1866-67 vennero soppressi, quali quello di Sant'Agnese con ospedale di San Salvatore, divenuto scuola di ostetricia, il monastero di Santa Lucia dei Celestini, divenuto scuola elementare (oggi è sede dell'Opera Salesiana), il monastero di San Lorenzo di Pizzoli divenuto scuola femminile "Margherita di Savoia", il Collegio di San Paolo dei Padri Barnabiti, il convento di San Michele dei Cappuccini, sopra cui nel 1888 fu costruito l'Emiciclo, e soprattutto il convento della [[chiesa di San Francesco (L'Aquila)|chiesa di San Francesco a Palazzo]] lungo il corso Vittorio Emanuele, divenuto Palazzo del Convitto Nazionale nel 1876, sede del liceo classico, e della [[Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi]] nel 1882; anche l'ex monastero di Santa Maria dei Raccomandati, sul Corso venne trasformato, anzi dopo l'Unità d'Italia era divenuto sede provvisoria del Municipio, e poi nel primo Novecento sede del Museo archeologico civico. Nel Rione San Pietro l'ex monastero di Santa Teresa d'Avila divenne sede del conservatorio musicale, sino al 2009.
 
Nel 1934 venne completata, su progetto di Riccoboni, la [[chiesa di Cristo Re (L'Aquila)|chiesa di Cristo re]] in stile razionalista, che però risentiva ancora dell'espressione classicista, usata come nuova parrocchia del quartiere nuovo di zona Campo di Fossa, affacciata sulla via di Porta Napoli. Questa chiesa rappresenta una delle ultime parrocchie di rilievo, in epoca moderna, erette in città, oltre al restauro della facciata, in stile romanicheggiante, della chiesa di San Marciano. Negli anni '601960 e '701970, come detto, il soprintendente Mario Moretti restaurò in maniera massiccia le principali chiese di Collemaggio, San Pietro di Coppito, mentre già San Silvestro veniva restaurata nel 1947 nelle navate romaniche, ma con Moretti si poté tornare a scoprire il catino absidale affrescato dal Maestro di Beffi e aiuti, con in scena la mandorla della Madonna col Bambino, e gli Apostoli in gloria.
[[File:L'aquila earthquake damage.jpg|miniatura|I danni alla chiesa di Santa Maria Paganica]]
[[File:San Pietro (L'Aquila) nel 2017.jpg|miniatura|Chiesa di San Pietro di Coppito nel 2017, la facciata restaurata, e il campanile in ricostruzione]]
Il terremoto del 2009 ha gravemente danneggiato più o meno tutte le chiese del capoluogo, e dei borghi attorno, frazioni comprese. Tra i peggiori casi, si è avuto il crollo della torre ottagonale di San Pietro di Coppito e di parte della facciata romanica ripristinata dopa quella barocca da Mario Moretti, il crollo del transetto della basilica di Collemaggio, il crollo quasi totale della torre campanaria di San Bernardino, lo sfondamento di tutto il soffitto e della cupola della chiesa di Santa Maria Paganica, tra le più danneggiate del centro storico, e il crollo quasi totale della cupola della chiesa delle Anime Sante. Al contrario altre chiese, come quella di Cristo Re, di San Biagio d'Amiterno e di Santa Maria del Ponte hanno presentato danni minimali, o riparabili in qualche anno, tanto che San Biagio ha riaperto nel 2012, elevata a basilica minore l'anno seguente, seguita nel 2014 dalla chiesa di Cristo Re e di San Vito della Rivera, poi nel 2015 dalla Basilica di San Bernardino, di Santa Maria del Ponte e di Santa Maria di Forfona in Piazza Matteotti, dalla chiesa di San Flaviano, nel 2017 dalla Basilica di Collemaggio e della chiesa della Misericordia, e nel 2019 dalla chiesa delle Anime Sante, e di recente in maggio dalla chiesa del Soccorso presso il cimitero.
 
Sono in programmazione gli interventi di completamento di restauro della chiesa di Sant'Amico, riaperta già nel 2016, della chiesa di San Basilio con monastero, della chiesa di San Pietro (facciata completata nel 2014, campanile nel 2017, e interno per il 2020), di San Silvestro (facciata completata nel 2017-18 e apertura per fine 2019), di Santa Giusta (la facciata era stata completata nel 2016, ma il terremoto dell'Umbria e Lazio l'ha nuovamente ridanneggiatadanneggiata). Invece per altre chiese del centro di grande importanza, quali il Duomo, la chiesa di Santa Maria Paganica, di San Domenico, dell'Annunziata, del Carmine, i lavori non sono ancora iniziati, oppure si trovano in forte ritardo per la consegna al pubblico.<br/>Nelle frazioni le chiese di maggiore importanza che sono state riconsegnate, dopo il terremoto, sono la chiesa di San Michele presso San Vittorino (IX-XIII sec.), la chiesa di Santa Maria Assunta di Assergi, la chiesa santuario di San Pietro della Jenca, la chiesa di San Silvestro di Collebrincioni, la chiesa di San Pietro di Preturo, la chiesa di San Gregorio nella frazione omonima, l'eremo della Madonna d'Appari di Paganica, e sempre nella contrada la chiesa longobarda di San Giustino, e infine la chiesa di San Pietro in contrada Onna.
 
Nel periodo immediato alle conseguenze del sisma del 2009, varie sono state le chiese provvisorie in legno, ferro e vetro edificate nei campi degli sfollati, alcune di queste sono ancora in piedi, presso il comune di Fossa, e nella Caserma Campomizzi, ossia la chiesa di San Bernardino di Piazza d'Armi. Le chiese costruite ex novo, in maniera stabile, nei nuovi quartieri residenziali creatisi dalla ricostruzione di palazzi, sono la parrocchia di San Mario e compagni Martiri di Borgo Torretta-Sant'Elia, completata nel 2011, la chiesa di San Francesco a Pettino, in sostituzione della vecchia parrocchia della Madonna delle Grazie di Pettino, la chiesa di Santa Maria Assunta di Gignano. In queste zone, negli anni '601960, erano state già edificate le parrocchia di San Pio X a Borgo Torrione, e di Santa Rita nella zona di via Strinella.
 
== Chiese principali del centro ==
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{{vedi anche|Duomo dell'Aquila}}
[[File:L'Aquila -Cathedral- 2007 by-RaBoe 01.jpg|miniatura|Interno del Duomo, fotografato nel 2007]]
Situata in Piazza Duomo, a ovest, in posizione dominante. Intitolata ai santi Giorgio e [[Massimo d'Aveia|Massimo]], è la chiesa episcopale dell'[[Arcidiocesi dell'Aquila]]. Venne edificata nel [[XIII secolo]] (consacrata intorno al 1257, restaurata in stile rinascimentale nel XVI secolo da G. Pico Fonticulano) ede abbattuta dal [[terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto]] del [[1703]], tanto che della parte antica rimane solo una porzione di muro trecentesco su via Roio. Successivamente venne restaurata in stile [[barocco]] mentre la facciata è in stile [[neoclassico]]. Il progetto durò molti anni, e fu aperta al pubblico nel [[1734]]. Tuttavia lo stile era molto scarso riguardo alle aspettative, e così nell'800Ottocento l'architetto [[Giovanni Battista Benedetti (architetto)|Giambattista Benedetti]] formulò un nuovo progetto di costruzione, che prevedeva un uso molto ampio del neoclassico, con la presenza di una grande cupola sul transetto. Il progetto però andò sfumando nel primo '900Novecento, quando la chiesa rimase ancora incompiuta della cupola e dei due campanili. Soltanto negli anni '201920 la Cattedrale fu terminata. Il [[terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto]] del [[2009]] l'ha gravemente danneggiata provocando il crollo della copertura del transetto.
 
La facciata neoclassica è molto sobria, con un architrave sopra il portale di bronzo, e nicchie laterali cieche. Alla base v'è un ordine di colonne ioniche del Benedetti. Nel 1928 furono costruite le due torri campanarie gemelle laterali, con sotto la cella due meridiane. L'interno è molto più ricco, realizzato tra il 1711 e il 1780 in stile barocco, con pianta a croce latina, a navata unica, con cappelle laterali. Di medievale resta il sepolcro quattrocentesco di [[Silvestro dell'Aquila]], realizzato per il Cardinal Agnifili. A sinistra dell'entrata v'è il fonte battesimale di Giovanni de' Rettori. Tra i dipinti la ''Disputa di Gesù tra i Dottori'' (XVI sec) di Francesco da [[Montereale]], la ''Presentazione di Maria al Tempio'' di Baccio Ciarpi, e il ''San Carlo tra gli appestati'' di [[Teofilo Patini]].
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Si trova nella piazza omonima, nel punto estremo a ovest del rione Santa Maria, accanto al [[Palazzo Farinosi Branconi]].Eretta nella prima metà del [[XIV secolo]] e più volte restaurata in seguito a [[Terremoto|terremoti]], la chiesa presenta un grande [[portale]] romanico a pietre di colore [[bianco]] e [[rosso]], analoghe a quelle che ricoprono la facciata di [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio|Santa Maria di Collemaggio]], sormontato da un grande [[rosone]] centrale. All'interno è presente una copia della Visitazione di [[Raffaello]] che sostituisce l'originale trafugata dagli [[Spagna|spagnoli]] nel [[1655]] ed oggi al [[Museo del Prado]]<ref>Touring Club Italiano, ''L'Italia - Abruzzo e Molise'', p. 106</ref>.
 
La chiesa fu fondata circa nel [[1254]], durante la costruzione della nuova città. Danneggiata dal terremoto del [[1315]], poi nel 1349, fu restaurata l'anno successivo nell'impianto attuale. Furono inglobate nella chiesa parte delle [[Mura dell'Aquila]], in particolare un torrione, usato per il campanile. Dopo il terremoto del [[1461]], la famiglia nobile Branconio, sempre più influente, finanziò i ripari della chiesa, con opere rinascimentali all'interno, opera di Francesco da Montereale. Nel [[1586]] la Cappella Branconio, fatta costruire dalla stessa famiglia per simboleggiare la propria potenza e mecenatismo, fu affrescata magnificamente da Giovanni Paolo Donati, e nel 1625 modificata da Giulio Cesare Bedeschini. Nel 1703 fu devastata dal ''Grande Terremoto'', e l'interno fu profondamente modificato in stile puramente barocco, poi smantellato nei restauri degli anni '701970.
 
==== Chiesa di Santa Maria del Carmine (o Santa Maria di Assergi) ====
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[[File:Madonna con Bambino e santi- L'Aquila.jpg|miniatura|upright=1.2|Lunetta del portale di Sant'Amico, affrescata da [[Antonio da Atri]] (XV secolo), raffigurante la Madonna col Bambino tra Sant'Agostino e Sant'Amico]]
 
Si trova nel rione Santa Maria, nella piazza omonima, in un locale parallelo al viale Duca degli Abruzzi. Abitato sin dal 1370 dalle monache agostiniane, fu un luogo di silenzio e di preghiera, difficilmente accessibile al clero; fino al terremoto del 2009 era abitato da dieci monache con stabile residenza. I restauri del dopo sisma si sono conclusi nel [[2014]]. Durante i restauri sono stati scoperti importanti affreschi cinquecenteschi, poiché dopo il 1703 il monastero era stato ricostruito in forme barocche. La chiesa esterna ha un aspetto rinascimentale-barocco sobrio, con un portale di forme classiche, dove si conserva un affresco di [[Antonio da Atri]] della Madonna col Bambino, l'interno è a navata unica, riccamente decorato da stucchi. Sul fianco si apre il monastero, oggi trasformato in parte in convitto per l'educazione, sin dall'antichità, delle più importanti famiglie aquilane. Nel Seicento il monastero venne rifondato dal vescovo De Rueda, per raggiungere fino al primo '700Settecento il massimo splendore. La configurazione non è stata alterata fino ad oggi: un complesso di volumi disposti a T, coro e chiesa con antistante atrio, su cui si aprono due portali in pietra, uno a timpano curvilineo intero, e l'altro più grande d'ingresso, di aspetto settecentesco. In seguito agli interventi di restauro, la parte più antica del monastero di matrice quattrocentesca, con porticati e ambienti voltati a crociera ornati dagli affreschi rinascimentali, è tornata all'originale fattura.
 
La chiesa, danneggiata dal terremoto del 2009, è stata riaperta nel 2016, insieme all'annessa biblioteca.
 
==== Chiesa e convento di San Basilio ====
 
* [https://www.pelignanet.it/abruzzo/chiese-monumenti-abruzzo/item/230-chiesa-di-san-basilio-a-l-aquila.html/ Chiesa di San Basilio a L'Aquila]
Si trova nel rione Santa Maria, nel piazzale omonimo a ridosso delle mura, dove nel primo '900Novecento fu fondato l'ospedale San Salvatore (presso l'ex monastero di Sant'Agnese). Il monastero fu fondato secondo la tradizione nel 496 d.C. da [[Equizio (abate)|Sant'Equizio]], discepolo di [[San Benedetto]] e terzo dei 4 patroni aquilani. La chiesa attuale però, dalle testimonianze esistenti, si può datare intorno all'anno 1000 come prima ricostruzione; nel 112 fu riconsacrata dal vescovo Dodone, e visse i suoi periodi più floridi come sede delle Monache Benedettine Celestine, alla pari di altre congregazioni femminili monastiche dell'Aquila, come la chiesa di Sant'Amico. Le monache contribuirono con il convitto a potenziare la crescita culturale ed economica della città; nel [[1493]] la regina [[Giovanna II di Napoli]] andò a visitarlo, così come Maria Pereyra Camponeschi, parente di [[papa Paolo IV]]. Nel XVII secolo le Benedettine vennero sostituite dalle Celestine e fu in questo periodo che il monastero fu ricostruito secondo le forme barocche.
 
[[File:Beata-antonia-affresco.jpg|miniatura|Affresco della beata [[Antonia da Firenze]], presente nel convento di Sant'Angelo a [[Ocre]] (AQ); la monaca fu badessa dell'attuale convento della Beata Antonia, riconsacrato a suo nome]]
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La facciata medievale è considerata la massima espressione dell'architettura cristiana d'[[Abruzzo]]; si staglia quadrangolare al termine della vasta piazza del Sole, con uno schema ordinato secondo l'ispirazione al [[Duomo di Todi]]. Essa si presenta circoscritta da pesanti lesene angolari, suddivisa verticalmente da due cordonature che individuano la navata centrale; orizzontalmente si individua bene una zoccolatura, un primo marcapiano che si arcua in corrispondenza del portale principale, una cornice marcapiano a mensola ben delineata e infine un coronamento orizzontale piano. Lo spazio risulta suddiviso in nove settori, caratterizzati da tre portali e da tre raffinati rosoni a raggi in stile gotico: il centrale a doppio giro di colonnine e archetti. La copertura della facciata è un dualismo cromatico dovuto a masselli di colore bianco e rosso, disposti simmetricamente da formare tanti piccoli quadrati a mosaico, i colori originari civici aquilani, prima del cambiamento dopo il terremoto del 1703, che rimandano alla coloratura della [[fontana delle 99 cannelle]].
 
La Porta Santa è di fine '300Trecento, opera del Gavini, caratterizzata da intagli di particolare pregio, sormontata dallo stemma di un'aquila; la lunetta ha un affresco della ''Madonna col Bambino'', tra i santi Giovanni Battista e Celestino V, che mostra la Bolla del Perdono, allusione alla festa sacrale della ''[[Perdonanza Celestiniana]]''. La facciata ha sul lato sinistro una mezza torre ottagonale in pietra, con rifiniture sulla balaustra della sommità. In passato era usata come pulpito per le prediche, e successivamente, dopo il terremoto del 1703, vi fu installato un campanile a vela, smantellato poi nell'800Ottocento e rimontato nella parte retrostante, rielaborando lo stile gotico.
 
L'interno ha un impianto gotico, a pianta a croce latina con tre navate, costruito dal Moretti, che lavorò anche nelle chiese di Santa Maria della Tomba e San Panfilo a [[Sulmona]]. Dopo il terremoto del 1703 l'interno era stato rivestito di colonne barocche sulle tre navate, e un soffitto a cassettoni lignei, smantellato poi completamente nei restauri degli anni '701970. Le arcate sono ogivali e poggiate su pilastri a pianta ottagonale. Di particolare importanza i dipinti collocati lungo la navata destra, cioè la ''Madonna con Sant'Agnese e Sant'Apollonia'' - ''Assunzione e Incoronazione della Vergine'' - ''Vita di Pietro da Morrone'', opera di [[Carl Ruther]] da [[Danzica]], allievo del Rubens. Il soffitto, restaurato dopo quello barocco, è in legno, di tipico stile gotico. L'abside è realizzato con il prolungamento delle tre navate e la realizzazione di due tribune laterali a semiottagono, e una centrale ottagonale. Di interesse sulla cappella a destra il [[Mausoleo di Celestino V]].
 
==== Chiesa di Santa Giusta da Bazzano Intus ====
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==== Chiesa di Santa Maria di Picenze ====
Si trova a Porta Tione, realizzata dai castellani di [[Poggio Picenze]]. Dalle notizie storiche la chiesa tardo-duecentesca presentava un corpo più consistente dell'odierno, comprendete anche il fabbricato settecentesco retrostante. Già nel '400Quattrocento la parrocchia era in decadenza per l'assottigliarsi del numero di parrocchiani, e forse il terremoto del 1461 le dette un colpo mortale. Ricostruita in forme barocche, divenne la parrocchia privata della famiglia Alfieri, che nel 1585 iniziò ad ospitare la Confraternita della Trinità, e nel 1577 si dotò di ospedale per gli ammalati. La forma attuale della chiesa si presenta nel solito allungato volume rettangolare a capanna, cui si antepone la verticale netta della facciata. Essa ricalca la forma precedente i grandi terremoti che sconvolsero la struttura, poiché sulla parete di via Celestino V rimane un affresco quattrocentesco ritraente la Madonna con i santi. Il prospetto principale è posteriore al terremoto del 1703, un quadrante murario intonacato, entro un telaio di pietra concia a paraste angolari, collegate da cornice piana. In basso si apre un portale a luce rettangolare, con mostre scorniciate e timpano spezzato con in mezzo il fastigio della croce; nell'ordine superiore una finestratura rettangolare con base rilevata, cornice e fregio, fiancheggiata da due piccole aperture ovali. L'interno è un esempio unico aquilano per la sua resa spaziale. Il vano unico, entro la rigida scatola muraria, e sotto un soffitto piano, all'interno presenta un gioco sapiente di posizionamento di modelli parietali corinzie e trabeazioni, alternate a masse plastiche articolate in riseghe e segmenti, da lasciar intendere un antico impianto cruciforme, su tronco retto di tre ovali geometrici. Gli altari laterali sono in risalto grazie alle paraste monumentali, l'altare maggiore è più grande, accogliendo la statua lignea della Vergine.
 
==== Chiesa di San Paolo dei Barnabiti ====
Si trova tra via Goriano Valle e via Celestino V. Fu fondata nel 1610 dai Padri Barnabiti, che riformarono un collegio nuovo presso l'antica chiesa di San Paolo e San Barnaba, in gestione alla famiglia Carli. La chiesa ebbe notevole influsso sui castellani del quarto fino alla metà dell'800Ottocento, quando gli ordini furono soppressi, e l'educazione venne affidata a collegi civili e non più religiosi. La chiesa è molto semplice, completamente trasformata nello stile barocco. Si affaccia su via Celestino V, ed ha un aspetto molto semplice e sobrio, con portale architravato a timpano triangolare, e annesso corpo settecentesco rettangolare per il collegio dei Padri. L'interno a navata unica conserva il tipico fastigio di stucchi e paraste corinzie, con cappelle laterali.
 
==== Chiesa di Cristo Re ====
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[[File:L'Aquila, San Pietro a Coppito 2007 by-RaBoe-1.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.2|Vista della piazza e della chiesa di San Pietro di Coppito]]
 
Chiesa capoquarto del [[Quarto di San Pietro|rione storico di San Pietro]], sorge nell'omonima piazzetta abbellita da un grazioso fontanile a pianta [[dodecagonoDodecagono|dodecagonale]]; in originale queste fontane romaniche dovevano abbellire tutte le piazze della città, dato che se ne ritrovano esemplari coevi nella Piazza Santa Maria di Paganica, in Piazza Santa Margherita, in Piazza Santa Giusta e in Piazza San Marciano. Eretta nel [[XIII secolo]], la chiesa è un classico esempio di romanico aquilano, con la [[facciata]] a coronamenocoronamento orizzontale, il [[portale]] ricco di decorazione e sovrastato da una finestra circolare e l'adiacente [[torre]] campanaria. Più volte danneggiata, nel corso della sua storia, da [[terremoto|terremoti]] e ricostruita, è stata violentemente sfregiata dal [[terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto del 2009]]<ref>{{Cita web |url=http://terremotoabruzzo09.itc.cnr.it/documenti/1243248745103_04-_S.Pietro_a_Coppito_laquila-Model.pdf |titolo=cfr. Protezione Civile Nazionale, ''Scheda di valutazione e censimento dei danni: Complesso monumentale e Chiesa di San Pietro di Coppito'' |accesso=17 dicembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111121060006/http://terremotoabruzzo09.itc.cnr.it/documenti/1243248745103_04-_S.Pietro_a_Coppito_laquila-Model.pdf |dataarchivio=21 novembre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>. Nel [[2014]] è stata ricostruita la facciata, mentre i lavori di ricostruzione totale sono ancora in corso.
 
La facciata originaria era medievale, di stampo romanico. Dopo il terremoto del 1703 essa fu ricostruita completamente in stile barocco, decorata da paraste e cornici marcapiano. Negli anni '701970 un restauro completo della chiesa in chiave medievale demolì la facciata per la ricostruzione secondo lo schema originale. Essa è rivestita in pietra bianca, si presenta divisa orizzontalmente da cornice marcapiano, e verticalmente da lesene. Il coronamento è costituito da arcatelle cieche a sesto acuto, poggiate su elementi zoomorfi. Il portale romanico è affiancato da due leoni in pietra di epoca romana, provenienti dal sito archeologico di ''[[Amiternum]]''; al di sopra del portale si staglia una finestra circolare invetriata. Il portale ogivale è in stile borgognone, e la torre campanaria è a pianta ottagonale, la cui parte superiore è frutto di una ricostruzione post-sisma 1703.
 
==== Complesso monastico di San Domenico ====
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[[File:Santa Margherita.jpg|miniatura|sinistra|La chiesa di Santa Margherita o del Gesù]]
 
Nel rione San Pietro, lungo via Andrea Bafile e la piazzetta omonima, si affaccia nell'omonima piazza. Costruita nel [[1636]] demolendo la vecchia chiesa medievale, per volere dei Padri Gesuiti, costituisce l'unico edificio religioso del quartiere aquilano con annesso collegio ad essere sopravvissuto sino ad oggi. Il progetto di costruzione era davvero ambizioso, ma vari contrattempi ne impedirono il completamento, come si denota già dalla facciata: essa è rozza, mostrante ancora i dentelli per le impalcature, e solo il semplice portale architravato rende il contesto interessante. Il progetto prevedeva una pianta a croce latina con transetti e absidi; l'interno è molto più ornato dell'esterno. La pianta è rettangolare a navata unica, coperta da volta a botte, affiancata da tre prodfndeprofonde cappelle per lato, intermezzate da setti murari scanditi da coppie di paraste corinzie. Interessante è l'alternanza tra i vuoti delle cappelle e le parti del muro, articolazione nota come "travata ritmica". Gli stucchi delle pareti della navata e delle volte delle cappelle creano una decorazione plastica che conferisce alla chiesa un notevole carattere barocco tra le varie chiese aquilane.<br>Arrangiata risulta l'abside, poiché costruita non seguendo il progetto originale; la parete è tripartita in verticale dalle medesime paraste presenti nel resto dell'aula, al centro vi è una nicchia contente il [[Sacro Cuore]], mentre le bande laterali sono quasi completamente riempite da due grandi dipinti incorniciati: ''Santa Margherita Alacoque'' e ''Beato Claudio de la Colombiére'', influente nella diffusione del culto del Sacro Cuore. La controfacciata è occupata da un [[organo (strumento musicale)|organo]] con cantoria a tre snelle arcate su esili colonne marmoree, realizzata nel [[1717]] da Gaetano Antonucci. Le cappelle sono molto decorate dagli stucchi tipici barocchi, e ospitano degli altari con delle tele. Degna di nota è la cappella di Sant'Ignazio con la tela di Gregorio Grassi e gli affreschi di Girolamo Cenatiempo.
 
==== Monastero della Ss.ma Eucaristia e chiesa della Beata Antonia ====
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[[File:L'Aquila - Chiesa della Beata Antonia 06.jpg|miniatura|Monastero della Beata Antonia]]
 
Il monastero si trova nel rione San Pietro, tra via Sassa e via Sallustio, fondato nel [[1349]] per volontà testamentario di Giacomo Gaglioffi. Nel 1447 [[San Giovanni da Capestrano]] lo affidò ad [[Antonia da Firenze]], che come badessa lo guidò per sette anni, fino alla morte. Il corpo della Beata Antonia restò nel monastero fino al 2006, quando fu trasferita nel convento di Santa Chiara in contrada [[Paganica]]. dopo 6 anni dal terremoto, la salma per la ricostruzione della chiesa è stata ritrasferita all'Aquila. Fino all'800Ottocento il monastero visse un tranquillo periodo, finché con le soppressioni monastiche dei francesi, iniziò a subire le prime mutilazioni, come la demolizione degli archi medievali del ponte che unica il convento all'ospedale, attuale ex Conservatorio musicale "A. Casella"; nel 1941 ci fu l'abbattimento di parte del chiostro per realizzare la moderna via Sallustio. La facciata risale al '400Quattrocento, caratterizzata da un semplice portale, con lunetta ornata da un dipinto di [[San Francesco]] che riceve le stimmate. Il monastero ha pianta rettangolare, con interno a navata unico decorato da massicce volte a crociera, che poggiano su capitelli pensili rinascimentali. Lo spazio è ripartito in due ambienti distinto: l'uno riservato alle monache e l'altro ai fedeli. Il muro divisorio reca una grata che permetteva alle monache di seguire all'interno le funzioni religiose. Il coro, interamente affrescato e composto da 97 stalli, è opera di maestranze milanesi, e datato 1516.
 
All'interno della chiesa si trovano invece affreschi rinascimentali di Giovan Paolo Cardone, [[Andrea De Litio]] e Francesco di Montereale. Del De Litio c'è l'Adorazione del Bambino; mentre presso il parlatoio, ancora conservato, si trova l'affresco della ''Madonna col Bambino e Sant'Ansano''.
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Sorge in via Sassa, attaccata alla cappella di San Giuseppe dei Minimi, e con la facciata rivolta in corrispondenza della chiesa a pianta ellittica di Santa Caterina martire e del Palazzo Gaglioffi Benedetti. Fino al 2013 prima dei restauri, era nota come "San Biagio d'Amiterno", e riconsacrata con nuovo titolo dopo il restauro post sisma 2009, è una delle poche chiese oggi accessibili del centro. La vicenda edificatorio di "San Biagio, posta nel locale di San Vittorino, a due passi dalla Cattedrale su via Roio, affiancata dall'[[oratorio di San Giuseppe dei Minimi]], è intimamente legata alla fondazione della città, e alle attività ricostruttive successive per via dei terremoti. Nel corso della [[prima guerra mondiale]] la chiesa divenne magazzino dei soldati, e successivamente venne sconsacrata per essere un deposito di mercati, fino ai restauri cospicui dopo il 2009, che l'hanno riportata allo stato originario. La chiesa si affaccia su via Sassa dai castellani di [[Amiternum]], presso l'area espansiva del Duomo, mantenendo un'autonomia giurisdizionale nell'ambito religioso.
[[File:Monumento alla famiglia Camponeschi.jpg|miniatura|sinistra|Incisione storica del monumento funebre a Pietro Lalle Camponeschi, opera di Gualtieri d'Alemagna, conservato nella Basilica di San Giuseppe]]
La chiesa precedente la distruzione del 1259 si trovava in un locale diverso, e con la nuova ricostruzione del 1266 fu traslata verso Occidente, come dimostrano i resti di un'antica chiesa presso il palazzo adiacente<ref>{{Cita web|url=http://www.culturaebeni.it/monumenti-adottare/lista-monumenti/89-basilica-di-san-giuseppe-artigiano-gia-san-biagio-d-amiternum.html/|titolo=BASILICA DI SAN GIUSEPPE ARTIGIANO (già San Biagio d'Amiternum)|accesso=7 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160911112640/http://www.culturaebeni.it/monumenti-adottare/lista-monumenti/89-basilica-di-san-giuseppe-artigiano-gia-san-biagio-d-amiternum.html|dataarchivio=11 settembre 2016|urlmorto=sì}}</ref>. L'aspetto medievale oggi è andato completamente perduto dopo il disastroso terremoto del 1703, quando la chiesa fu ricostruita ex novo, ruotando l'asse longitudinale in corrispondenza del trasversale d'origine. Originale, che crea un collegamento con la sua storia antica, è il monumento equestre a [[Pietro Lalle Camponeschi]] di Gualtiero d'Alemagnia; l'interno oggi è suddiviso in tre navate con volte a botti lunettate, progettate da Francesco Bedeschini. Dopo il 1703 l'antico oratorio della Madonna del Suffragio, presso l'attuale San Giuseppe dei Minimi, si spostò in piazza Duomo nell'attuale [[chiesa delle Anime Sante]], e la chiesa di San Biagio venne riedificata daccapo con tre absidi semipoligonali, secondo uno schema della basilica inconsueto per il periodo dei grandi restauri in stile gesuititicogesuitico, non rispettato neanche dalle ricostruzioni delle chiese di [[San Domenico]] e [[San Silvestro]]. Di medievale nella chiesa si trovano anche alcune tombe di vescovi, il pavimento originale in pietra, qualche affresco presso l'altare, tra cui il ritratto di [[San Biagio]] vescovo, mentre per il corredo di tele nel 2012 fu chiamato Giovanni Gasparro, opere davvero originali nel progetto di ricostruzione e restyling del centro storico, che ben si collegano con la tradizione antica.
 
==== Oratorio di San Giuseppe dei Minimi ====
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{{Vedi anche|Oratorio di San Giuseppe dei Minimi}}
 
Si trova attaccata alla Basilica di San Giuseppe, con la facciata rivolta tuttavia su via Roio a differenza dell'attigua chiesa. Risale al [[1646]], quando una parte della vecchia chiesa di San Biagio venne ceduta alla Confraternita del Suffragio, mantenendo dell'antica fabbrica medievale le due monofore ogivali e il portale trecentesco, ancora oggi presenti sulla facciata. L'interno, già in ricostruzione per ampliamento, subì una nuova ricostruzione dopo il 1703, quando nel 1708 i due altari ebbero la concessione di spostamento, vennero traslati nella nuova chiesa di Piazza Duomo nel 1719. La piccola chiesa di via Roio fu venuta alla Confraternita dei Minimi nel 1819, che l'acquistò insieme alla cadente chiesa di San Biagio, e restaurata completamente da Giovan Francesco Leomporra, architetto della chiesa delle Anime Sante. Anche la facciata fu intonacata in stile barocco, ma smantellata già nei primi anni del '900Novecento e restituita allo stato medievale. Prima del 1930 l'interno era senza una volta, e con gli interventi di Alberto Riccoboni vennero rimosse le forme barocche della facciata, e costruito l'arredo tardo-barocco interno in cemento. La volta attuale è a botte lunettata, mentre sui lati si trovano piccole nicchie per gli altari. Fino al 2017 la chiesa ha ospitato il sarcofago di [[Celestino V]], prima di tornare nella restaurata Basilica di Collemaggio.
 
==== Chiesetta di Santa Maria della Concezione ====
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{{Vedi anche|Chiesa di San Quinziano}}
 
Si trova nel rione San Pietro, in via Buccio di Ranallo; costruita nel [[XIII secolo]] era dedicata a San Quinziano. Dopo il 1703 cambiò nome perché la vecchia chiesa dei castellani di [[Sassa]] (situata poco più a sud) venne rasa al suolo dal terremoto e non più ricostruita. L'aspetto attuale è frutto del rimaneggiamento barocco, che però non ha compromesso la facciata tardo romanica aquilana a coronamento orizzontale, con il portale a tutto sesto strombato, con lunetta affrescata, e oculo centrale in asse, in precedenza rosone. Il campanile antico era una torre, ed oggi è a vela.
 
=== Quarto di San Marciano ===
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Situata in Piazza Duomo, con la caratteristica cupola circolare. Chiesa barocca costruita nel [[1713]] sul lato più lungo di [[Piazza del Duomo (L'Aquila)|Piazza Duomo]]. Presenta una caratteristica facciata concava ed una piccola cupola, opera del [[Giuseppe Valadier|Valadier]]. Seriamente danneggiata nel [[terremoto dell'Aquila del 2009]], è probabilmente oggi il monumento cittadino più conosciuto in relazione al sisma, proprio per lo sfondamento della cupola centrale. La riapertura al culto, dopo il restauro, è prevista per il [[2018]]. La costruzione della chiesa avvenne prima del terremoto del 1703, che la danneggiò gravemente. La ricostruzione totale della chiesa avvenne a distanza di 10 anni dal terremoto, fortemente osteggiata dai Capitoli di San Giorgio e San Biagio d'Amiterno, temendo che potessero perdere il loro prestigio presbiteriale. E infatti purtroppo così avvenne per la Cattedrale, che attraversò un lungo travaglio di ricostruzione lungo settant'anni. La costruzione delle cappelle interne fu di [[Orazio Antonio Bucci]] e [[Giovanni Pirri]], e nel 1755 alla realizzazione delle decorazioni interne e del rivestimento in pietra delle paraste e delle cappelle.
 
L'interno si presenta a croce latina, ed è caratterizzato da un'unica navata culminante in un'abside rettangolare; lo spazio centrale del transetto è impreziosito dalla cupola già ipotizzata dalla data di realizzazione della chiesa, ma realizzata solamente nel XX secolo in stile neoclassico, ada opera del Valadier. La navata è scandita da tre gruppi di lesene in cui si proiettano due coppie due cappelle, alternate da una parete piena; la prima cappella di sinistra (lo ''Spirito Santo''), presenta un dipinto del Patini raffigurate Sant'Antonio. Le ali del transetto sono della stessa profondità delle cappelle, così da non alterare il rigido impianto rettangolare della struttura esterna. L'altare maggiore è opera di Francesco Bedeschini.
 
==== Oratorio di Sant'Antonio dei Cavalieri de' Nardis ====
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* [http://www.museonazionaleabruzzo.beniculturali.it/index.php?it/103/siti-e-monumenti/276/chiesa-di-santa-maria-di-roio/ Chiesa di Santa Maria di Roio]
 
Nel rione San Marciano, in via Nicolò Persichetti, in asse orizzontale, a estremo ovest, con la [[chiesa di San Marciano|chiesa capoquartiere dei Santi Marciano e Nicandro]]. Fu costruita dai castellani di Roio Colle nel [[XIV secolo]], precisamente nel [[1391]]. L'aspetto attuale è frutto di una ricostruzione pseudomedievale della facciata dopo il sisma del 1703, con l'interno barocco, in forme ridotte rispetto all'edificio originale. Negli anni '601960 è stato restaurato il rosone della facciata, poiché l'insemeinsieme era un modesto apparato barocco. Il prospetto principale si presenta tripartito da lesene, raccordate in alto da una cornice, con sopra un coronamento orizzontale che si conclude a gronda. La campitura di mezzo tra lesene centrali contiene il portale romanico con l'immagine della [[Madonna col Bambino]] tra [[San Pietro]] e [[Celestino V]] nella lunetta, e il rosone, molto sproporzionato rispetto al portale. Il rosone ha aspetto trecentesco, racchiuso dentro una mostra intagliata a foglie d'acanto, e composto da una raggiera di colonnine, variamente lavorate nei fusti in 12 esemplari differenti, a tortiglione, a passo d'elica, eccetera, che sostengono archetti accavallati, e tangenti al giro del finestrone. Il campanile posteriore è a vela; l'interno a navata unica è barocco, con soffitto a cassettoni lignei, ripristinati nello stile medievale nel 1927, con scene dipinte dell'Annunciazione. Tra le cappelle laterali vi è l'altare con l'affresco rinascimentale di [[Francesco da Montereale]] della ''Deposizione'', uno dei pochi elementi originali della chiesa.
 
==== Chiesetta della Madonna del Ponte ====
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== Chiese dei quartieri moderni ==
Non si conservano solo parrocchie nuove erette dagli anni '601960 in poi, ma anche storiche cappelle e monasteri eretti sin dal XIII secolo, come la chiesetta di Sant'Antonio abate di Pile, o la chiesa del Soccorso del XV secolo presso il cimitero comunale.
[[File:Chiesa san lorenzo.jpg|miniatura|Chiesa di San Lorenzo nel quartiere Sant'Elia-Torretta, fotografa subito dopo il 2009. Oggi è stata totalmente rifatta daccapo, seguendo l'impianto originale.]]
* Chiesa di San Pio X (quartiere Torrione) - coeva della chiesa di Santa Rita per aspetto a pianta circolare, realizzata nei primi anni '601960
* Chiesa di Santa Rita da Cascia (quartiere via Strinella) - costruita nel 1957
* Chiesa parrocchiale di San Mario: costruita nel 2010, nel quartiere Torretta
* Parrocchia di San Francesco d'Assisi (quartiere Pettino)
* Chiesa di [[San Lorenzo]]: si trova nel quartiere Sant'Elia, lungo la biforcazione della Statale 17bis che risale al Piazzale Terminal "Lorenzo Natali". In origine SamtSant'Elia era una frazione a sé, ma con gli anni si è fusa col quartiere Torretta. La chiesa è degli anni '601960, ampiamente ristrutturata dopo il terremoto del 2009.
[[File:L'Aquila - Sant'Antonio fuori Porta Barete 02.jpg|miniatura|Chiesa di Sant'Antonio abate o di San Giovanni]]
 
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[[File:Santa Maria del Soccorso (2018).jpg|miniatura|Chiesa di Santa Maria del Soccorso]]
* [[Chiesa di Santa Maria del Soccorso (L'Aquila)|Chiesa di Santa Maria del Soccorso]]: si trova presso il cimitero comunale, edificata tra il 1469 e il 1472, con il contributo del Cardinal [[Amico Agnifili]] e del mercante Jacopo di Notar Nanni, presso il luogo dove sorgeva una piccola cappella con l'immagine della Madonna. La facciata fu realizzata forse nel 1496, opera di [[Silvestro dell'Aquila]], mentre altri indicano Andrea dell'Aquila; essa è a coronamento orizzontale, realizzata nel tardo romanico aquilano, con architrave a spioventi. Un paramento quadrangolare a fasce orizzontali in pietra bianca e rossa (i colori civici aquilani prima del 1703), ripartito in due ordini di altezza disuguale da eleganti cornici e coronato, da un frontone classico. Nel portale, ripreso dallo stile di Collemaggio, si notano elementi classici, specialmente le paraste frontali scanalate e i capitelli: l'insieme è un'armonia tra romanico arco a tutto sesto e strombature gotiche, con la lunetta affrescata. L'affresco è di Paolo di Montereale: ''Madonna col Bambino tra santi''; presso l'architrave del portale c'è lo stemma degli Olivetani, che usarono la chiesa nel Settecento per la loro congregazione.<br>La pianta è a croce greca longitudinale, ha navata unica e volte ogivali, che mostrano motivi medievali e rinascimentali. Presso il transetto c'è l'altare con il dipinto della ''Vergine del Soccorso'', incastonata nel [[tabernacolo]] marmoreo del 1470, forse di Andrea dell'Aquila. Nella stessa cappella c'è il sepolcro di Jacopo di Notar Nanni del 1504. L'altra cappella a sinistra del transetto è dedicata al Crocifisso, con la tomba di Luigi Petricca Pica (XVIII secolo).
* Chiesa di [[Sant'Antonio abate]] o di [[San Giovanni Battista]]: in località Campo di Pile, oggi moderno nucleo della città, sorge la chiesa del [[XII secolo]], inizialmente dedicata a Sant'Antonio, che aveva un annesso ospedale dei lebbrosi, fondato nel 1128, funzionante fino al '500Cinquecento. La chiesa attuale è frutto di rimaneggiamenti, dovuti specialmente al dopo sisma 1703, che hanno portato l'edificio ad avere un aspetto molto semplice di capanna allungata, poiché l'ex ospedale è stato riconvertito in casale. L'esterno di rilevante ha solo il portale romanico mutilato della colonna tortile a sinistra, e della colonnina con capitello all'inizio della strombatura, sempre a sinistra. Lungo la parte inferiore della lunetta (in origine affrescata, dove oggi si trova una croce), scorre una serie di motivi vegetali geometrici in foglie e fiori. L'interno a navata unica non conserva particolare fastigio barocco, ma un compendio di stile settecentesco-rinascimentale.
* Opera Salesiana Don Bosco: si trova in via San Giovanni Bosco, ed è stata fondata negli anni '601960 sopra lo storico convento di Santa Lucia delle Celestine femmine, sconsacrato già nel 1867 e adibito a scuola elementare.
 
== Chiese scomparse del centro o sconsacrate ==
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La lista è parziale:
* Chiesa di San Benedetto di Arischia, fu abbattuta per costruire l'Hotel Duca degli Abruzzi, si trovava presso le Case Genca.
* Ex convento di [[Sant'Agnese]], è stato riconvertito nei primi anni del Novecento, dopo la sua soppressione nel 1867, nella scuola di Ostetricia femminile e nel primitivo ospedale San Salvatore, benché esistesse già dal 1455 per volere di frate Giovanni di Capestrano. Il complesso è stato sede dell'ospedale civile della città sino ai primi anni '701970, quando il nuovo ospedale è stato costruito in contrada Coppito.
* Ex chiesa di [[San Filippo Neri]], ora Teatro San Filippo, conservante l'aspetto originale di chiesa, all'esterno. Si trova in via Cavour, sconsacrata dopo la seconda guerra mondiale, ospita la compagnia teatrale "L'Uovo".
* [[Chiesa di San Francesco (L'Aquila)|Convento di San Francesco]], incluso nel [[Palazzo del Convitto]] dal 1878 dopo la soppressione nel 1866; l'unico elemento sopravvissuto è la cappella di Santa Maria della Concezione, presso i portici. La costruzione conserva ancora l'impianto planimetrico, di cui la chiesa era ancora visibile prima della sopraelevazione dei portici negli anni '301930 del Novecento lungo il Corso Vittorio Emanuele, all'altezza dell'incrocio con Corso Umberto I. La facciata della chiesa prospettava su Piazza del Palazzo, dove dal 1878 è stata ricavata l'ala della biblioteca provinciale "Salvatore Tommasi". Dall'alto è possibile vedere l'antico impianto della chiesa, annessa al convento, insieme alla torre campanaria, ancora in piedi. Una parte della facciata della chiesa in pietra rossa e bianca dell'Aquila, è stata reimpiegata per la costruzione della Fontana del Nettuno in Piazza Margherita.
[[File:Fontana del Nettuno (L'Aquila).jpg|miniatura|Fontana del Nettuno in Piazza Regina Margherita, con la facciata ricostruita della chiesa di San Francesco]]
* Chiesa di San Giovanni di Lucoli, una delle prime chiese aquilane fondate dai castellani di Lucoli nel rione San Marciano. Dopo la distruzione del 1703 la chiesa cadde in abbandono, e il portale venne traslato nella chiesa di San Francesco di Paola. Si trovava all'incirca presso Piazza Rocca di Corno.
* Chiesa di Santa Maria di Bagno: si trovava all'altezza dell'ex Palazzo del Governo, ricavato dal convento degli Agostiniani. Fu demolita completamente dopo i danni del 1703. Fu costruita nel XIII secolo dai castellani di Bagno Grande.
* Chiesa dei Santi Giustino e Martino, nel rione Santa Maria, fu costruita dai castellani di borgo San Giustino di Paganica nel XIII secolo, e si trovava lungo via Garibaldi. Negli anni '201920 per realizzare Piazza Chiarino con l'omonimo palazzo eclettico, il punto preciso dove si trovava la chiesa, questa non venne risparmiata e fu abbattuta.
* Chiesa di San Leonardo o Santa Maria del Guasto: si trovava presso lo sbocco di via del Guasto all'incrocio con via Nizza. Durante i lavori di riqualificazione della parte nord del quartiere durante il fascismo, per la creaazionecreazione della circonvallazione di via Duca degli Abruzzi, anche questa chiesa non fu risparmiata, benché fosse molto antica, eretta nel XIII secolo dai castellano del Guasto, presso Assergi. La facciata però fu smontata e rimontata presso la cappella di Santa Maria degli Angeli, appena fuori Porta Napoli.
 
* Chiesa di San Lorenzo, sorgeva presso l'attuale Porta Napoli, costruita appositamente sul sito della demolita chiesa per omaggiare [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] nel primo ventennio dell'Ottocento, tanto che all'inizio fu chiamata Porta San Ferdinando. La nuova chiesa del santo fu costruita in contrada Sant'Elia negli anni '601960. La chiesa era una delle 4 cappelle che dominavano alall'agro sud delle mura aquilane, di cui la più grande era la chiesa di Santa Maria di Cascina, anch'essa ridotta a rudere nei primi anni del Novecento, tanto che si decise la totale demolizione nel 1934 per realizzare la parrocchia di Cristo Re.
 
* Convento di San Michele dentro le mura, sorgeva presso l'attuale [[Palazzo dell'Esposizione (L'Aquila)|Palazzo dell'Esposizione]], demolito nell'Ottocento quando fu soppresso l'ordine. Durante i lavori di restauro del dopo sisma tuttavia, sono stati trovati importanti reperti delle fondamenta, consolidati definitivamente nel 2018 e adibiti a locali di lettura della biblioteca del Palazzo.
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Numerosissime sono le chiese campestri che circondano L'Aquila, alcune di grande valore storico, come la chiesa di [[Sant'Antonio Abate]] (zona Pile) o [[chiesa di San Michele Arcangelo (L'Aquila)|quella di San Michele]], che sorge presso San Vittorino, nell'antico nucleo romano di ''[[Amiternum]]''. Altre chiese fanno parte di tessuti abitati più elaborati, come [[Bazzano (L'Aquila)|Bazzano]], [[Paganica]], [[Bagno (L'Aquila)|Bagno]] o [[Arischia]], alcune delle quali esistenti già dal [[XII secolo]]. Tali chiese, quqndoquando nel 1254 circa fu fondata L'Aquila, dettero il loro nome alle nuove chiese della città, come ad esempio Santa Maria di Paganica alla chiesa capoquartiere del rione Santa Maria (e così Santa Giusta di Bazzano per il rione San Giorgio, San Pietro di Coppito per il rione San Pietro).<br>Un altro esempio è la [[chiesa di San Silvestro (L'Aquila)|chiesa di San Silvestro]] nel rione Santa Maria, costruita dai castellani di Collebrincioni, dove c'è l'originale chiesa di San Silvestro Papa, oppure la chiesa di San Marciano (capoquartiere del rione San Giovanni), fondata dai castellani di [[Roio]], dove presso il camposanto si trova l'antica chiesa dei Santi Marciano e Nicandro, oggi di aspetto barocco, per la ricostruzione post sisma 1703.
 
=== Convento di San Giuliano ===
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;Ex convento di Santa Maria della Valle: si trova fuori le mura di Assergi, eretto nel 1312 con annesso ospedale, e custodiva un'icona della Madonna ritenuta miracolosa. Nel 1635 venne costruito il convento vero e proprio, affidato di Minori Francescani, che eressero il nuovo altare con presbiterio circolare, dedicato alla Visitazione. Il convento fu danneggiato dal terremoto di Avezzano nel 1915, e nel 1933 il comune de L'Aquila ne deliberò l'abbattimento, per permettere la costruzione della stazione ferroviaria, ma per via delle proteste dei cittadini, si decise solo una demolizione parziale. Oggi l'aspetto del convento è difficilmente riconoscibile per l'assenza di paramenti sacri, e vi si trova la sede del centro visite del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga.
[[File:Chiesa di San Pietro alla Jenca.jpg|miniatura|San Pietro della Ienca, la chiesa]]
;[[chiesa di San Pietro della Ienca|Santuario di San Pietro della Ienca]]: si trova nel villaggio omonimo, presso Assergi. Fu dedicato a [[papa Giovanni Paolo II]] nel 2011, poiché negli anni '801980 il pontefice sovente veniva a [[Campo Imperatore]], tra Assergi e Fonte Cerreto, in meditazione. La chiesa esisteva già nel XIII secolo, usata dai pastori del borgo rurale, ai piedi del Monte Jenca. La cappella ha un esterno assai semplice in pietra grezza, con facciata modesta e tetto a capanna, e campanile a vela. Il santuario fu ampliato nel 1574, come dimostra la seconda porzione retrostante più grande dell'avancorpo di facciata. L'interno è a navata unica con volta a botte, e resti di un affresco del Cristo del XV secolo, e un'icona di Papa Giovanni Paolo II.
[[File:Campo Imperatore (AQ) - Monastero di Santa Maria del Monte 14.jpg|miniatura|Resti di Santa Maria del Monte]]
 
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=== L'Aquila Sud ===
[[File:L'Aquila 2017 by-RaBoe 320.jpg|miniatura|upright=1.2|il santuario della Madonna di Roio]]
;Santuario della Madonna di Roio: si trova a Roio Poggio, ai piedi del Monte Luco, e fu edificato in seguito a un'apparizione miracolosa. Si vuole che nel 1578 il pastore Felice Calcagno di [[Lucoli]] mentre stava in [[Puglia]] con il gregge in transumanza, nel bosco di Ruo perse il gregge, e gli apparve la Vergine in consolazione, indicandogli il posto dove si erano rifugiate le pecore. Il gregge successivamente corse verso un punto preciso dove Felice rinvenne la statua della Madonna a grandezza naturale, e la collocò nella chiesa di Lucoli al momento del ritorno. Arriavdno all'altezza del luogo del santuario, dove si trovava la cappella di San Leonardo, l'asino con la statua si fermò e si mise ginocchioni. Felice e altri pastori allora portarono a mano la statua a Lucoli, ma il giorno seguente essa sparì e fu ritrovata esattamente nel luogo del mulo, e da lì nacque il segno di edificare un santuario alla Madonna. La chiesa antica rimase in piedi sino al 1625, quando venne demolita e ricostruita con l'intitolazione a Maria Santissima della Croce, o volgarmente "Madonna di Roio", dal nome di un piedistallo presso il monte dove i cavalieri crociati avevano eretto un Calvario simile a quello di [[Gerusalemme]]. La prodigiosità del luogo fu chiara dal momento che gli abitanti furono salvati dal flagello di peste del 1656. Il santuario odierno ha un aspetto tardo barocco semplice, con facciata sobria con portale architravato e finestrone centrale. L'interno a navata unica è riccamente ornato di pennacchi e marmi policromi, con al centro dell'altare il piccolo tabernacolo con la statua della Vergine. Del 1779 è una tela di FranecscoFrancesco Speranza, che ricorda la processione della Madonna durante la siccità di quell'anno, la cui leggenda vuole che la statua della Vergine uscì dal santuario, sorvolando i campi essiccati, e riportandoli a rigogliare nuovamente. Nel 1980 il santuario fu visitato anche da Giovanni Paolo II, che dedicò alla Madonna una particolare preghiera. Il santuario sino ai primi anni del Novecento era isolato nella campagna, e successivamente si dotò di un ostello dei pellegrini.
 
;Chiesa madre dei Santi Nicandro e Marciano Martiri: è la chiesa principale del centro sparso di [[Roio]], situata nel cimitero di Roio Piano. La chiesa esisteva nel XIII secolo, ma a causa dei diversi terremoti, tra i quali quello del 1461 e del 1703, venne completamente ricostruita, perdendo l'antico aspetto. Nel XIV secolo i castellani di questa chiesa eressero la [[chiesa di San Marciano]] nel rione San Giovanni a L'Aquila, che divenne la capoquartiere. Conserva una facciata tardo settecentesca a salienti, con portale architravato a timpano triangolare e finestrone centrale. Il campanile cinquecentesco è in pietra, diviso da cornici in più livelli con archi,m e si trova sul fianco destro. La chiesa internamente è suddivisa in tre navate con colonnati ad arcate a tutto sesto, e soffitto centrale a cassettoni, e cappelle-altari barocchi laterali. Il terremoto del 2009 ha gravemente danneggiato la chiesa, sfondando completamente la navata centrale, ripristinata attualmente, eccetto il campanile, ancora tra le impalcature.
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;Chiesa di Sant'Eugenia: nella frazione Collefracido, è al confine con [[Lucoli]] e [[Tornimparte]]. La chiesa fu edificata nel Quattrocento sopra una vecchia cappella duecentesca, ha un portale gotico, unico elemento superstite della chiesa originaria, mentre il resto è tipicamente settecentesco, benché permangano elementi rinascimentali, come la volta a capanna, l'interno a navata unica invece è della metà del XVIII secolo.
 
;Chiesa parrocchia di San Lorenzo martire: si trova nel borgo Sant'Elia, compreso nel quartiere nuovo di Torretta. Si tratta di una chiesa degli anni '601960, ampiamente rimaneggiata dopo il terremoto del 2009, che la danneggiò seriamente, facendo cadere le colonne del portico in cemento, frantumando le finestre della facciata e lesionando le mura. Data la bruttezza dell'edificio in stile moderno, il restauro ha previsto un rifacimento quasi totale dell'esterno, con un aspetto più sobrio, che rimanda alla forma classica delle facciata romaniche aquilane, con portale architravato e oculo centrale.
 
=== L'Aquila Est ===
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;Chiesa di Santa Maria delle Grazie: in contrada Bagno Grande, si trova lungo via Capo la Costa, al confine con Bagno Piccolo. Ha un aspetto settecentesco rurale.
 
;Parrocchia di Santa Maria di Bagno: si trova sotto il paese di Bagno Grande, è la ricostruzione degli anni '601960 dell'antica chiesa medievale del XIII secolo, distrutta nel 1944. La chiesa, come la maggior parte delle primitive costruzioni cristiane, sorgeva fuori l'abitato fortificato, e i castellani contribuirono a fondare, nel 1254, il consueto duplicato di Santa Maria di Bagno presso l'attuale Piazza della Repubblica, presso la Prefettura, successivamente demolita. Si hanno poche notizie della chiesa preesistente, e la parrocchia attuale ha aspetto moderno, concentrato tutto sul blocco centrale dell'ingresso con il grande campanile a vela che lo sormonta. Questa porzione scenografica mostra un bassorilievo gigante con il gruppo degli angeli che circondano la Vergine, mentre la sommità si conclude a spioventi, con orologio e tre archi per le campane.
[[File:Georg Heinrich Busse Forcona.jpg|miniatura|upright=1.2|Disegno dei resti della cattedrale di Forcona, di Georg Heinrich Busse]]
;Chiesa di San Raniero e vecchia Cattedrale di San Massimo: la prima sorge lungo la strada Marsicana di Civita di Bagno, nei pressi dell'antico villaggio italico di [[Forcona]], e precede la storica Cattedrale di San Massimo, che ospitò la primitiva diocesi aquilana, prima del 1257 col trasferimento nell'attuale Duomo. La chiesa di San Raniero risale ai primi del Novecento, ed ha un aspetto eclettico, tra il neogotico e il neoromanico. La chiesa fu eretta in ricordo di San Ranieri che fu vescovo di Forcona nel 1059, ma ciò che più interessa è la retrostante Cattedrale Forconese. Fu dedicata a [[San Massimo d'Aveia]], dalla città romana dell'attuale [[Fossa (Italia)|Fossa]], martirizzato nel III secolo d.C., e immediatamente venerato a L'Aquila insieme a Sant'Equizio e San Vittorino d'Amiterno. Il primo documento risale al [[VII secolo]], quando si nomina la cattedrale, che doveva essere molto fiorente. Dopo il trasferimento della sede vescovile, a cui era suffragata anche quella di Amiternum, la cattedrale iniziò ad andare in decadenza, soprattutto per via delle distruzioni dei terremoti. Con l'ultimo terremoto del 1703 la cattedrale andò in rovina totale, e il materiale fu prelevato per la costruzione di case. Il sito fu riportato alla luce con gli scavi del 1971, che hanno riportato alla luce resti altomedievali del pavimento, della cripta e delle sepolture dei vescovi. La chiesa attuale risale al rifacimento del XIII secolo, con interno a tre navata con colonne romane, e tre absidi posteriori, oltre alla torre di difesa laterale. La facciata purtroppo è scomparsa, e non si può comprendere quali elementi decorativi avesse, se un rosone e un portale che rispettassero la maniera aquilana.
 
;Chiesa di San Benedetto di Norcia: in San Benedetto di Bagno, presso via Capo Costa Nuova, risalirebbe al Medioevo, ma ha oggi un apsettoaspetto rinascimnetalerinascimentale, ed è fusa con l'agglomerato di case del borgo. Ha una facciata molto semplice, e campanile centrale a vela.
 
;Chiesa di San Michele Arcangelo: a Sant'Angelo di Bagno, risalirebbe al XII secolo, ma ha oggi un aspetto completamente diverso, poiché l'esterno è stato rifatto in stile neoromanico, con accenni al neogotico.
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[[File:Concezione.jpg|miniatura|Chiesa della Concezione a Paganica]]
;Chiesa Arcipretale di Santa Maria dell'Assunta: è la chiesa principale di [[Paganica]], posta all'ingresso del paese, in Piazza Umberto I. La chiesa risale al [[XIII secolo]], rimodellata nei secoli successivi. Ha una facciata divisa da un cornicione marcapiano con balconata utilizzata per l'esposizione delle reliquie il giorno di [[Pasqua]]. All'interno il modello spaziale è ispirato alla chiesa della Compagnia del Gesù a [[Roma]], uno schema tardo cinquecentesco di stampo gesuita, riproposto in ambito abruzzese anche nelle chiese di San Francesco di [[Atri]], San Francesco al Corso di [[Chieti]], Sant'Agostino di [[Teramo]]. Nella navata unica si aprono tre altari per lato, seguono vani con le porte secondarie di accesso, il profondo transetto e il coro quadrato. La copertura a volta è stata rifatta nel XVIII secolo tra il 1789 e l'89. La decorazione interna culmina negli altari arricchiti da mostre in marmo rosso e pietra da tele del XVII secolo: si ricordano le pale seicentesche della Visitazione e la Sacra Famiglia con Dio Padre e San Giovanni. Nella volta i dipinti parietali rappresentano scene di vita della Madonna, nella cappella del Rosario le pitture sono del '700Settecento. L'esterno è tardo rinascimentale, con una facciata in pietra a tetto spiovente, con finestrone e portale architravato.
[[File:Madonna d'Appari (interno).jpg|miniatura|sinistra|upright=1.2|Interno dell'eremo di Appari]]
 
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;Chiesa di San Donato e San Leonardo: in contrada Santi Preturo, era un'antica pieve del XII secolo, successivamente ricostruita nel XVIII secolo. Ha un aspetto settecentesco, molto simile alla chiesa di San Marco di Preturo.
 
;Chiesa di Santa Maria Lauretana: a Collettara, è una chiesa molto singolare per l'arte barocca abruzzese. Risale al XVII secolo, ha una facciata divisa da cornicione, e la parte superiore è assai movimentata da un gioco di forme curve a semicerchio, che si alternano con una serie di pinnacoli sormontati da palle, i due verso il centro, e da piramidi, gli ultimi due alle estremità. Sotto il frontone si trova un orologio civico, la porzione maggiore della facciata è bucata da due finestre laterali ottagoneottagonali per dare la luce all'interno, e il portale principale è ornato da un fregio dell'architrave con un putto centrale. L'interno barocco è ornato da una tela della Madonna di Loreto col Bambino, affiancata da due angeli che recano doni. Il dipinto è danneggiato dal tempo, ma si tratta di una delle opere ex voto più interessanti della vallata.
 
;Chiesa di San Giovanni Battista: in contrada Civitatomassa di [[Scoppito]], risale al Medioevo, ma è evidente il rifacimento novecentesco dell'esterno in stile pseudo-romanico, con facciata a salienti, portale lunettato, rosoncino centrale, e arcatelle e nicchie.
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;Chiesa di San Rocco: in contrada Pagliare, è una chiesa di campagna molto semplice, del XVIII secolo. La facciata è assai modesta, con il portale preceduto da una pergola.
 
;Chiesa di Santa Maria, San Filippo e San Giacomo Apostoli: si trova a Colle di Sassa, ed è una chiesa rinascimentale rifatta nel XVIII secolo, come diomostradimostra il portale architravato con timpano triangolare e fregio centrale del putto alato. La facciata è quella classica con il portale e il finestrone centrale, e terminazione a timpano triangolare.
[[File:Colle di Sassa (L'Aquila).jpg|miniatura|Chiesa di Santa Giusta di Sassa]]
;Pieve di Santa Maria Assunta del Poggio: si trova in cima a Poggio Santa Maria, ed è una delle chiese più antiche di Sassa dopo quella di Santa Giusta. Lo dimostrano alcuni ritrovamenti archeologici, anche se l'aspetto attuale è tipicamente settecentesco. La facciata è a salienti, tripartita in modo da lasciar intendere la presenza di tre navate interne, il portale è rinascimentale architravato, con timpano triangolare, ed è sormontato da un finestroinefinestrone. Il campanile a vela è attaccato a un alto della facciata stessa.
 
;Chiesa della Madonna dei Ciccagni: si trova a San Martino Sassa, è una chiesa tardo settecebtesca molto semplice, con facciata rettangolare, e portale a timpano curvilineo spezzato.
 
;Chiesa della Madonna del Carmine: a Genzano di Sassa, è una chiesa moderna degli anni '501950, i cui mattoncini rossi del rivestimento e il bianco della pietra impiegata, compongono una realizzazione in chiave posticcia rievocativa del romanico aquilano. In aggiunta c'è un porticato a nartece che precede l'ingresso, tipico dell'architettura sacra abruzzese, soprattutto delle chiese di campagna, in voga sino al XVI secolo.
 
;Chiesa di Santa Margherita: in contrada Menzano, ai confini con la [[provincia di Rieti]], non è possibile stabilire le sue origini. Dall'aspetto, molto rimaneggiato nel secolo scorso, si può capire che forse era una piccola cappella ottocentesca, ma il restauro che ha normalizzato il tutto, rende difficile la catalogazione di uno stile architettonico, che non sia quello assai semplice delle chiese campestri.