Psicotecnica: differenze tra le versioni

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Il termine "psicotecnica", ma più spesso nella forma di "tecnopsicologia", è stato occasionalmente utilizzato, in alcuni Paesi occidentali fra le due guerre, tra gli [[anni 1920|anni venti]] e gli [[anni 1940|anni quaranta del Novecento]], per indicare la possibile applicazione della [[psicologia]] alla gestione e allo sfruttamento del lavoro industriale, in una prospettiva da ''scientific management'' di taglio [[taylorismo|tayloristico]]{{cn}}.
 
Tale modo di utilizzo dell'espressione è tuttavia quasi scomparso, per essere sostituito da altre espressioni, quali [[psicologia applicata]], [[orientamentoOrientamento (psicologia)|orientamentoprofessionale]], [[ergonomia]], [[psicologia industriale]], [[psicologia del lavoro]], ecc.
 
Un'importante articolazione della psicotecnica, in Italia, è legata anche alle attività del Laboratorio (poi Istituto) di Psicologia dell'Università Cattolica, dove per strutturarne formativamente la tradizione quarantennale di ricerca applicata in ambito psicotecnico nacque l'omonima scuola di specializzazione, funzionante dal [[1960]] al [[1966]]: rappresentava una formazione generale in [[psicologia]], con un riferimento tecnico agli strumenti allora in uso per la misura di alcune prestazioni mentali nei contesti di selezione, orientamento, [[ergonomia]] e [[psicologia del lavoro]].