Il castello di Otranto: differenze tra le versioni

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La prima edizione, risalente al 1764, era intitolata ''The Castle of Otranto, A Story. Translated by William Marshal, Gent. From the Original Italian of Onuphrio Muralto, Canon of the Church of St. Nicholas at Otranto'' ("Il Castello di Otranto. Una storia. Tradotto da William Marshal, gent. dall'originale italiano di Onuphrio Muralto, vescovo della Chiesa di San Nicola di Otranto"). Questa prima edizione si presentava nella [[finzione letteraria]] come una [[traduzione]] di un [[manoscritto]] stampato a [[Napoli]] nel [[1529]] e da poco rinvenuto nella [[biblioteca]] di "un'antica famiglia cattolica nel nord dell'Inghilterra". Si affermava che la storia manoscritta in [[lingua italiana|italiano]] derivasse da un'altra storia più vecchia, risalente forse al periodo delle [[Crociata|Crociate]]. Il manoscritto italiano e il suo presunto autore "Onuphrio Muralto" rappresentarono gli stimoli creativi di Walpole, che assunse lo pseudonimo di "William Marshal" (il nome citato nel manoscritto).
 
Nella seconda edizione e in quelle successive Walpole riconobbe invece la paternità dell'opera scrivendo che "Il modo favorevole in cui questi piccoli frammenti sono stati ricevuti dal pubblico impone all'autore di spiegare il terreno su cui egli l'ha composto". All'epoca era acceso il dibattito sul ruolo della letteratura: se i romanzi dovessero essere o meno rappresentativi della vita o più puramente [[Immaginazione|immaginari]] ([[Naturalismo (letteratura)|naturale]] contro romantico). La prima edizione fu bene accolta da alcuni critici, che inserirono l'opera nel filone del [[Letteratura medievale|romanzo medioevale]] "tra il [[1095]], l'epoca della [[prima crociata]], e il [[1243]], l'anno dell'ultima", come rileva la prima prefazione. Alcuni critici descrissero Walpole come un "traduttore ingegnoso". In seguito all'ammissione di paternità del libro da parte di Walpole, tuttavia, molti critici furono restii a lodare l'opera, riducendola a prosa romantica assurda e tronfia.
 
Nelle intenzioni di Walpole il romanzo era un tentativo di unificare il ''novel'' e il ''romance'' (alla stregua di [[Nathaniel Hawthorne]] col suo ''[[La casa dei sette abbaini]]''). Ciò appare chiaro rileggendo la seconda stesura della [[prefazione]]:
{{Citazione|Fu un tentativo di miscelare le due anime della narrativa, l'antico e il moderno. In principio era tutto immaginazione ed improbabilità: in seguito, la natura è sempre stata copiata con successo... L'autore delle pagine seguenti ritiene possibile riconciliare i due tipi.}}
 
Nella sua edizione del 1924 de ''Il castello di Otranto'', Montague Summers ha dimostrato che la storia della vita di [[Manfredi]] di Sicilia]] ha ispirato alcune parti della trama. Il vero castello medievale di Otranto è tra i beni di Manfredi.
 
==Trama==