Elettrotreno FFS RAe 1050: differenze tra le versioni

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=====Pantografi=====
Per consentire la circolazione sotto tutte le linee di contatto delle reti del "Raggruppamento TEE", a seguito delle ricerche preliminari condotte dall'[[Office de Recherches et d'Essais|ORE]] furono progettati e costruiti dalla Brown Boveri quattro pantografi che, grazie alla particolare geometria embricata dei bracci, poterono essere sistemati sull'[[Imperiale (ferrovia)|imperiale]] il più vicino possibile all'asse di rotazione dei carrelli, ottimizzando al massimo la loro centratura rispetto alla catenaria<ref name="IF63/297">{{cita|Machefert-Tassin, ''I diversi''|n.&nbsp;3, p.&nbsp;297|IF63}}.</ref>. Essi erano posti sulla carrozza motrice ed erano numerati da 1 a 4 partendo da quelli collocati in corrispondenza della porta d'ingresso esterna<ref name="tT208/20"/><ref name="TEE/62"/><ref name="SB62/215-216">{{cita|Guignard, von Meyenburg, ''Die elektrischen''|pp.&nbsp;215-216|SB62}}.</ref><ref name="iT63/18-19">{{cita|''Gli elettrotreni''|pp.&nbsp;18-19|iT63}}.</ref>.
 
I prototipi dei pantografi furono sottoposti a prove meccaniche ed elettriche da parte dei tecnici dell'ORE con la collaborazione di quelli delle aziende ferroviarie. In particolare quello per l'alimentazione a 3 kV cc fu provato, con la collaborazione dei tecnici delle FS e alla presenza di quelli delle FFS e della SNCF, montandolo sull'automotrice FS [[Automotrice FS ALe 840|ALe 840.065]]. Le prove si svolsero nel 1959 sulle linee [[Ferrovia Domodossola-Milano|Rho-Domodossola]] e [[Ferrovia Milano-Chiasso|Monza-Chiasso]]<ref>Sergio Pautasso, ''FS-Italia. Elettromotrici ALe 840 e rimorchi'', Torino, Edizioni Elledi, 1983, ISBN 88-7649-017-5, pp. 59-60.</ref>.