Crisi dei missili di Cuba: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Le reazioni: Correggo inesattezza.
Riga 121:
Il 24 ottobre [[Papa Giovanni XXIII]] inviò un messaggio all'ambasciata sovietica a Roma per essere trasmessa al Cremlino in cui espresse la sua preoccupazione per la pace. In questo messaggio dichiarò: "Noi chiediamo a tutti i governi di non rimanere sordi a questo grido di umanità e di fare tutto quello che è nel loro potere per salvare la pace".<ref>{{Cita news|titolo=Pope John Helped settle the Cuban missile crisis|giornale=The Telegraph|data=4 giugno 1971}}</ref>
 
Pur non essendo stati ancora pubblicati i documenti dell'Archivio Vaticano, è probabile che il messaggio del Papa fu affiancato da iniziative della diplomazia vaticana nei confronti del cattolico Kennedy e sull'Unione Sovietica, per tramite del governo italiano<ref>All'epoca la [[Santa Sede]] non stringeva relazioni diplomatiche ufficiali con l'Unione Sovietica</ref>, presieduto dal democristiano [[Amintore Fanfani]]. I sovietici, infatti, fecero pervenire subito dopo due differenti proposte al Governo degli Stati Uniti. Il 26 ottobre offrirono di ritirare i missili da Cuba in cambio della garanzia che gli USA non avrebbero invaso Cuba, né appoggiato un'invasione. La seconda proposta venne trasmessa da una radio pubblica il 27 ottobre, chiedendo il ritiro delle testate atomiche americane dalla [[Turchia]] e dall'[[Italia]]<ref>John T. Correll, ''Airpower and the Cuban Missile Crisis''. In: ''AirForce-Magazine.com 88'', agosto 2005</ref> ([[San36ª VitoBrigata (baseaerea aeronautica)|baseinterdizione di San Vito dei Normannistrategica]]). Poiché in quella stessa mattinata, nella capitale degli Stati Uniti, era presente [[Ettore Bernabei]], uomo di fiducia di Fanfani, già con l'incarico di consegnare al Presidente Kennedy una nota del governo italiano con la quale si accettava il ritiro dei missili dalla base italiana<ref>Paolo Cacace, ''L'atomica europea: I progetti della guerra fredda, il ruolo dell'Italia, le domande del futuro'', Fazi editore, Roma, 2004, pag. 94</ref>, non è improbabile che la mediazione diplomatica sia stata abilmente concertata tra il Vaticano e [[Palazzo Chigi]].
 
Llewellyn E. "Tommy" Thompson Jr., ex ambasciatore a [[Mosca (Russia)|Mosca]], conosceva bene Kruscěv, riuscì a convincere Kennedy a patteggiare il ritiro dei missili russi da Cuba in cambio della promessa americana di non invadere mai più Cuba come avevano tentato con lo [[Sbarco nella Baia dei porci]].