Storia di Pescara: differenze tra le versioni

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{{citazione|Era già il Mese di Agosto di quest'anno 66, quando l'Armata Turchesca guidata da Pialì Bassà scorse fino al Golfo di Venezia; e come fu al dritto di Pescara, luogo famoso, e forte dell'Abruzzo, fece alto. Di poi dato di nuovo de' remi in acqua, assaltò quella riviera, ove per trascuraggine del Governatore di quella Provincia si era fatto poco provvedimento, e pose a sacco, e a fuoco alcune Terre, cioè Francavilla, Ortona, Ripa di Chieti, S. Vito, il Vasto, la Serra Capriola, Guglionesi, e Termoli, menando via e di robba, e di gente quanta ne poté mettere su Galee, guastando, e rovinando tutto il resto... |Giovanni Andrea Tria, ''Memorie Storiche''}}
[[File:"Abruzzo, Citra et ultra" - Pescara Area.jpg|miniatura|L'area pescarese in una cartina del 1659. Sono evidenziati i confini fra i due abruzzi.]]
La protezione offerta dalle imponenti mura, che si continuarono a costruire e perfezionare per tutto il XVII secolo, offrì a molti la possibilità di vivere e commerciare e più tardi la città acquisì anche il diritto a ospitare una fiera franca, a danno della declinante fiera di Lanciano, con tutti i vantaggi derivanti dal fatto di potere attirare i mercanti. Si ebbe così un ripopolamento della riva destra del fiume, ma anche lo sviluppo della riva sinistra, già allora nota come Castellammare, dove i D'Avalos misero a cultura nuove terre e strinsero rapporti di lavoro con numerosi nuovi coloni. La cittadina fu però, insieme ai molti centri abruzzesi, colpita dalla grande epidemia della [[peste del 1656]], che sebbene in Abruzzo fu più lieve che in altre regioni del regno (anche grazie a diversi casi di efficiente prevenzione e controllo del territorio, come avvenuto a Sulmona e [[Città Sant'Angelo]], che scamparono l'epidemia)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Idamaria Fusco|titolo=Il ruolo dei fattori antropici e fisici nella diffusione dell'epidemia di peste del 1656-58 nel Regno di napoli|editore=Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo|città=Napoli|url=https://docplayer.it/80494486-Il-ruolo-dei-fattori-antropici-e-fisici-nella-diffusione-dell-epidemia-di-peste-del-nel-regno-di-napoli.html}}</ref>, provocò lutti e devastazioni in tutte le città poste sulle linee di comunicazione fra la [[Campania]] e i confini settentrionali del regno, con i fuggitivi napoletani che di fatto diffusero l'epidemia in tutto il regno meridionale, con un tasso di mortalità in regione del 30%<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Idamaria Fusco|anno=2009|titolo=La peste del 1656-58 nel Regno di Napoli: diffusione e mortalità|editore=Istituto di studi sulle società del Mediterraneo|città=Napoli|volume=|numero=}}</ref>. In quegli anni venne edificata sui colli castellammaresi la piccola cappella originaria della [[Basilica della Madonna dei sette dolori|Madonna dei sette dolori]], con il primo battesimo registrato il 26 novembre 1665. La cappella sarà però ufficialmente consacrata solo nel 1757, e successivamentecontestualmente ampliata nelnelle XIXsue secoloforme odierne, solo nel 1757<ref>{{Cita web|url=https://www.settedolori.pe.it/sito/parrocchia/notizie-storiche.html|titolo=Basilica della Madonna dei sette dolori - Notizie storiche}}</ref>.
 
=== Periodo austriaco e conquista borbonica ===