Don Chisciotte della Mancia: differenze tra le versioni

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[[Cesare Segre]] scrive:<ref>''Vita dell'eterno Don Chisciotte sognatore sempre ingannato'' ne ''[[Il Corriere della sera]]'', 1º marzo 2013, pag.55.</ref>"[...] Don Chisciotte si è poi preso come [[scudiero]] un contadino ignorante e sentenzioso, Sancio, che in linea di principio smonta con il buon senso le fantasticherie del padrone, ma lentamente è attratto nel gioco e diventa una caricatura dello stesso don Chisciotte. Il don Chisciotte della seconda parte è concepito da Cervantes in modo molto diverso, ma anche per mortificare un mistificatore, Avallaneda, che lo aveva anticipato con una seconda parte apocrifa. [....]
Così, mentre nella prima parte è don Chisciotte che cerca di trasformare la realtà secondo i suoi sogni, nella seconda si sente obbligato ad accettare e motivare a posteriori le trasformazioni apportate dai suoi interlocutori. I quali, onorandolo e coccolandolo, in realtà fanno di lui uno zimbello, quasi un buffone di corte" (in particolare, nella seconda parte, nei capitoli XXXIV-XXXV, vi si narra una macchinazione dei duchi di cui don Chisciotte è ospite). Segre conclude con queste riflessioni: "Se nella prima parte don Chisciotte si ingannava, nella seconda viene ingannato, e la parabola da pazzia trasfiguratrice a pazzia organizzata, eteronoma, segue l'arco narrativo costituito dallo sviluppo fra prima e seconda parte. Ciò rende più complesso il rapporto fra realtà e follia e invenzione, in un gioco di specchi esasperatamente letterario. Il mondo che ora don Chisciotte attraversa è molto più ricco e variegato di quanto lo stesso don Chisciotte immaginasse, ma è anche tale da produrre una serie crescente di scacchi, come la sconfitta in duello da parte di un cavaliere più finto di lui, o la rovinosa caduta nel fango dopo che un'orda di porci lo ha travolto con Sancio. Don Chisciotte è diventato un personaggio tragico, e, prima di dichiararsi risanato e pentito, e dunque vinto, sul letto di morte, esclama, come un mistico: ''io sono nato per vivere morendo''".<ref>Lo studioso E.C. Riley (''La teoria del romanzo in Cervantes'', Bologna, Il Mulino, 1988) rileva un'analogia stretta tra il gioco di specchi che Cervantes crea e la composizione del quadro ''[[Las Meninas (Velásquez)]]''.</ref>
 
Il ''Don Chisciotte'' è stato considerato il progenitore del romanzo moderno da importanti critici, tra cui [[György Lukács]]. Gli si contrappone, specie in ambito anglosassone, l'opera dello scrittore inglese del primo [[XVIII secolo|Settecento]] [[Daniel Defoe]].