Riforma di Solone: differenze tra le versioni

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Ho ho inserito anche teti perché trasmette il senso che tutti i cittadini avessero diritto di elettorato attivo e non solo pentacosiomedimni e cavalieri lo avessero
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*[[Teti (sociologia)|Teti]] (la maggioranza, coloro che guadagnavano meno di 200 medimni, compresi i nullatenenti).
 
A tutti i cittadini, che fossero [[pentacosiomedimni]] o, [[cavalieri (antica Grecia)|cavalieri]]<nowiki/>o teti, veniva garantito il [[diritto di voto]] attivo, ossia il diritto di partecipare all'assemblea generale e di eleggere i magistrati, ma ai pentacosiomedimni (forse anche ai cavalieri) era concesso il diritto di farsi eleggere alla carica più importante, quella degli arconti. In maniera analoga, le altre magistrature erano aperte alle classi in base al censo: ad esempio solo pentacosiomedimni potevano diventare ''[[tamiai]]'', ossia tesorieri di stato, e così via. I teti erano in possesso solamente del diritto elettorale attivo, e potevano quindi prendere parte all'assemblea e ai tribunali. L'aspetto più importante della riforma consisteva nel suo carattere aperto: dato che il criterio di distinzione tra una classe e l'altra non era più il sangue, vale a dire la nobiltà di nascita, ma il reddito, era teoricamente concessa a chiunque la possibilità di compiere la [[scalata sociale]], garantendosi la pienezza del diritto.
 
L'ideale che Solone cercò di realizzare nelle sue riforme costituzionali fu quello dell'''[[Eunomia (Solone)|eunomìa]]'', del buon ordinamento, cioè di un sistema di leggi che garantisse la giustizia, cercando di ridimensionare il potere e l'arbitrio indiscriminato degli aristocratici.