Geoffrey Chaucer: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
link a Filippa di Hainault + prosa/refusi
uni spostamento vocalico che "invade il Regno Unito" lascia perplessi + {{chiarire}} + {{citazione necessaria}}
Riga 104:
Il celebre prologo fa da cornice all'avvenimento: il poeta è intenzionato ad andare in pellegrinaggio alla tomba di [[san Tommaso Becket]] a [[Canterbury]], e in una taverna alle porte di Londra incontra una schiera di ventinove pellegrini con le sue stesse intenzioni, a cui si aggrega. L'oste propone ad ogni pellegrino di raccontare due storie all'andata e due al ritorno del viaggio, anche col secondo fine di mantenere i clienti con la voglia di bere; la storia migliore sarebbe stata premiata e ci sarebbe stata una penalità per chi non avesse raccontato le sue due storie. Nel prologo, Chaucer ritrae ognuno dei pellegrini, in modo breve ma molto realistico e pieno di dettagli. Ne deriva così un'immagine della società borghese del tempo, l'autore può in tal modo rappresentare ogni ceto sociale, dal cavaliere alla suora fino al contadino; solo i nobili e i mendicanti non sono rappresentati: infatti i nobili non avrebbero mai viaggiato con la plebe e i mendicanti non avrebbero mai avuto il denaro per il pellegrinaggio.
 
Dei centoventi racconti inizialmente previsti, Chaucer riuscì a completarne solo ventidue, mentre altri due sono rimasti incompiuti. Alcuni rimandano nel contenuto ad altri racconti, ciò nonostante la successione originaria dei racconti non può essere ricostruita con certezza. Ma la vera forza d'attrazione dei ''Racconti di Canterbury'' è la loro varietà: Chaucer dotò ognuno dei suoi pellegrini di un linguaggio caratteristico e di una storia adeguata, di modo che una moltitudine di generi possono coesistere uno accanto all'altro e, allo stesso tempo, tramite la trama a cornici, formare un'unità. Il poeta seppe accostare l'agiografia delle devote leggende di santi, la [[poesia cortese]] e storielle grossolane con eleganza e senza contraddizioni. {{chiarire|Recentemente|quando?}} {{citazione necessaria|si sono dimostrate fondate}} alcune interpretazioni che vedono inei ''Canterbury Tales'' comeuna [[satira]] degli {{chiarire|stati sociali|forse "[[status sociale|status sociali]]?}}.
 
Il poema è scritto in pentametri alternando sillabe accentate a sillabe atone.
Riga 137:
[[File:Wife-of-Bath-ms.jpg|miniatura|sinistra|''[[Il racconto della donna di Bath]]'', ''[[I racconti di Canterbury]]'' — [[manoscritto]] di Ellesmere]]
 
La poetica di Chaucer, insieme a quella di altri scrittori dell'epoca, è considerata come un forte incentivo ed aiuto per uniformare il [[dialetto]] [[Londra|londinese]] [[Medioevo|medioevale]], combinazione dei dialetti del [[Kent]] e del [[Midlands]]. L'influenza della corte, della cancelleria e della burocrazia — di cui fece parte Chaucer — rimane probabilmente fondamentale nello sviluppo dell'inglese standard, anche se l'inglese moderno è in qualche modo distante dal linguaggio delle opere di Chaucer, dovuto soprattutto all'effettoa causa del ''Great Vowel Shift'' ([[grande spostamento vocalico]])<ref name="wgvs">''Furman University's Webpages'', [http://alpha.furman.edu/~mmenzer/gvs/what.htm ''What is the Great Vowel Shift?''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20061206120607/http://alpha.furman.edu/~mmenzer/gvs/what.htm |data=6 dicembre 2006 }}.</ref> chei invasecui effetti si affermarono in tutto il [[Regno Unito]] dopo la morte del poeta. Questo cambiamento di pronuncia, infatti, non ancora del tutto compreso, è alla base delle difficoltà nella lettura dei testi di Chaucer<ref>Nonostante si ipotizzi una pronuncia simile al moderno accento [[Scozia|scozzese]] e vi siano diverse interpretazioni, non è ancora totalmente chiara la pronuncia.</ref>.
 
{{Citazione|And so bifel, whan comen was the tym'''e'''<br />Of Aperil, whan clothéd is the med'''e'''<br />With new'''e''' grene, of lusty Veer the prym'''e''',<br />And swot'''e''' smellen flour'''e'''s white and red'''e''',<br />In sondry wises shew'''e'''d, as I red'''e''',<br />The folk of Troie hir observaunces old'''e''',<br />Palladion'''e'''s fest'''e''' for to hold'''e'''. |Geoffrey Chaucer, ''[[Troilo e Criseide]]''<ref>[http://www.poetryfoundation.org/archive/poem.html?id=173193 ''Libro I'', incipit.] Il testo originale è a cura della [http://www.poetryfoundation.org/ PoetryFoundation.org].</ref>.}}