Il fantasma dell'Opera: differenze tra le versioni

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Accurate, infatti, risultano le descrizioni delle sale, dei palchi, delle dinamiche del teatro e di molti altri particolari (alcuni aneddoti citati all'inizio della vicenda, ad esempio, sono basati su fatti reali, rendendo la vicenda nella sua interezza ancora più verosimile). A queste, poi, si aggiungono le descrizioni dei labirintici cunicoli e delle molteplici botole presenti nel teatro parigino: in questo Erik, il fantasma, ''signore delle botole'', come viene più volte definito, e degli angoli più oscuri del teatro, è un genuino precursore sia dell'[[The Shadow|Uomo Ombra]], personaggio radiofonico prima e dei ''[[pulp magazine]]'' poi, sia di [[Batman]], l'oscuro vigilante ideato da [[Bob Kane]] e [[Bill Finger]], entrambi figure leggendarie, che sembrano apparire e scomparire attraverso botole nascoste nei vicoli cittadini.
 
A tutto ciò, poi, si aggiunge la sfida tra il [[fantasma dell'Opera (personaggio)|fantasma dell'Opera]] e [[Raoul de Chagny]] per la conquista del [[cuore]] della bella [[Christine Daaé]], che riprende non solo la [[favola]] ''[[La bella e la bestia]]'', a causa della menomazione di Erik (in questo caso sembra che la bestia sia stata dall'autore scissa in due personalità differenti, Erik e Raoul), ma richiama alla memoria i tormenti patiti da Johnatan e Mina nella loro sfida contro il conte [[vampiro]] in ''[[Dracula]]''. I due personaggi, descritti con tratti [[Romanzo gotico|gotici]], sono accostabili anche per quello che rappresentano: incarnazioni assolute del male e simboli stessi della morte (che Erik porta in volto, anticipando, in questo, lo [[Spawn (personaggio)|Spawn]] di [[Todd McFarlane|McFarlane]]), pur se Erik vive la sua condizione in maniera molto più drammatica. Alla fine, la redenzione conclusiva di Erik che lascia i due giovani liberi di vivere il proprio amore, sembra in realtà essere ripresa da [[Francis Ford Coppola]] in ''[[Dracula di Bram Stoker]]'' del [[1992]], [[film]] nel quale Coppola sembra fondere i due personaggi regalando, a differenza di [[Bram Stoker|Stoker]], una redenzione conclusiva a [[Vlad III di Valacchia|Vlad ŢepeşȚepeș]] nel momento della sua morte. Impossibile tra l'altro dimenticare il debito che la maggior parte delle opere sopra citate hanno con ''[[Notre-Dame de Paris (romanzo)|Notre-Dame de Paris]]'' di [[Victor Hugo]].
 
Non mancano, infine, le scene [[umorismo|umoristiche]], ''recitate'' dai personaggi di contorno (comprimari), che alleggeriscono sapientemente la tensione della vicenda, come ad esempio le ballerine che battono i denti al solo nominare il fantasma, o i due nuovi direttori che, anche di fronte all'evidenza, si ostinano a negare l'esistenza di Erik, dando così origine a divertenti siparietti, soprattutto con mamma Giry, maschera del palco n.5, il palco del fantasma.