Lingua danese: differenze tra le versioni

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Il '''danese''' è una [[Lingua (linguistica)|lingua]] di ceppo [[Lingue indoeuropee|indoeuropeo]] appartenente al gruppo [[Lingue germaniche settentrionali|settentrionale]] delle [[lingue germaniche]]. È parlata da circa sei milioni di persone, principalmente in [[Danimarca]] e nella regione di [[Schleswig meridionale]], nel nord della [[Germania]], dove ha uno status di [[lingua minoritaria]].<ref>{{Cita web|url=https://www.bmi.bund.de/DE/themen/gesellschaft-integration/gesellschaft-integration-node.html|titolo=Gesellschaft & Integration|sito=Bundesministerium des Innern|lingua=de-DE|accesso=2018-01-10}}</ref> Inoltre, comunità minori di lingua danese si trovano in [[Norvegia]], [[Svezia]], [[Spagna]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Canada]], [[Brasile]] e [[Argentina]]. A causa dell'immigrazione e della [[Deriva linguistica|perdita linguistica]] nelle aree urbane, circa il 15-20% della popolazione della [[Groenlandia]] parla il danese come [[Madrelingua|lingua madre]].
 
È lingua ufficiale in [[Danimarca]] e seconda lingua ufficiale in [[Groenlandia]], (accanto al [[Lingua groenlandese|kalaallisut]]), e sulle [[Fær Øer|Isole Fær Øer]] (accanto alla [[lingua faroese]]). Come ex lingua coloniale, è ancora in uso in [[Islanda]].
 
Insieme alle altre lingue germaniche settentrionali, il danese è un discendente del [[lingua norrena|norreno]]: la lingua comune delle [[Germani|popolazioni germaniche]] che vivevano in [[Scandinavia]] durante l'[[Epoca vichinga|era vichinga]]. Il danese, insieme allo svedese, deriva dal sottogruppo norreno-orientale, mentre la lingua [[centrale norvegese]] prima dell'influenza del danese e del [[Bokmål|norvegese Bokmål]] è classificata come norreno occidentale insieme a [[Lingua faroese|faroese]] ed [[Lingua islandese|islandese]]. Una classificazione più recente basata sulla [[mutua intelligibilità]] separa ili modernomoderni parlatoparlati danese, norvegese e svedese, classificati come "scandinavi continentali", mentreda islandese e faroese sono, classificati come "scandinavi insulari".
 
È lingua di minoranza, parlata da ca. 50.000 persone, nel ''[[Stati federati della Germania|Land]]'' [[Germania|tedesco]] dello [[Schleswig-Holstein]] (dan. ''Slesvig-Holsten''), tutelata dalla costituzione regionale.
 
Fino al XVI secolo, il danese era un continuum di dialetti parlati dallo Schleswig alla [[Scania (provincia)|Scania]] senza [[Lingua standard|convenzioni standard]] o di ortografia. Con la [[Riforma protestante]] e l'[[introduzione della stampa]], fu sviluppata una lingua standard basata sul dialetto colto di [[Copenaghen]]. Si diffuse attraverso l'uso nel sistema educativo e amministrativo, anche se il tedesco e il latino continuarono ad essere le lingue scritte più importanti fino al XVII secolo. In seguito alla perdita di porzioni territoriali in Germania e Svezia, un movimento nazionalista adottò la lingua come segno dell'identità danese, ed essa sperimentò una forte ondata di d'uso e popolarità, con importanti opere di letteratura prodotte nei secoli XVIII e XIX. Oggi i [[dialetti danesi]] tradizionali sono quasi scomparsi, sebbene esistano varianti regionali della lingua standard. Le principali differenze linguistiche sono tra generazioni, con un gergo giovanile particolarmente innovativo. Invece è invece sparito nelle [[Isole Vergini americane|Isole Vergini Statunitensi]], colonia danese fino al 1916.
 
È invece sparito nelle [[Isole Vergini americane|Isole Vergini Statunitensi]], colonia danese fino al [[1916]].
 
Il danese ha un inventario vocale molto ampio che comprende 27 [[Vocale|vocali]] [[Fonema|fonematiche distintive]]<ref>Haberland, Hartmut (1994). "10. Danish". In König, Ekkehard; van der Auwera, Johan. [http://www.routledge.com/books/details/9780415280792/ ''The Germanic Languages'']. Routledge Language Family Descriptions. Routledge. pp. 313–349. ISBN 978-0-415-28079-2. Retrieved 26 February 2015. [https://www.jstor.org/stable/4176538 Lay summary] (26 February 2015).</ref>, e la sua [[prosodia]] è caratterizzata dal fenomeno distintivo dello [[stød]], una sorta di [[Consonante glottidale|tipo di fonazione laringea]]. A causa delle molte differenze di pronuncia che distinguono il danese dalle sue lingue vicine, in particolare le vocali, la prosodia difficile e le consonanti "debolmente" pronunciate, a volte è considerata una lingua difficile da apprendere e comprendere<ref>Grønnum, N. (2008a). "Hvad er det særlige ved dansk som gør det svært at forstå og at udtale for andre?: Første del: enkeltlydene" [What is the peculiarity of Danish that makes it difficult for others to understand and pronounce? First part: Segmentary sounds]. ''Mål og mæle''. '''31'''(1): 15–20.</ref> e alcune prove dimostrano che i bambini piccoli sono più lenti ad acquisire le distinzioni fonologiche del danese.<ref>Bleses, D.; Vach, W.; Slott, M.; Wehberg, S.; Thomsen, P.; Madsen, T. O.; Basbøll, H. (2008). "Early vocabulary development in Danish and other languages: A CDI-based comparison". ''Journal of child language''. '''35''' (3): 619–650. doi:[https://doi.org/10.1017%2Fs0305000908008714 10.1017/s0305000908008714].PMID 18588717.</ref> La grammatica è moderatamente [[Lingua flessiva|flessiva]] con coniugazioni e flessioni forti (irregolari) e deboli (regolari). I sostantivi e i pronomi dimostrativi distinguono il genere comune e neutro. Come l'inglese, il danese ha solo i resti di un precedente [[Caso (linguistica)|sistema di casi]], in particolare nei pronomi. A differenza dell'inglese, ha perso la marcatura di tutti i verbi. La sua sintassi è l'[[ordine delle parole V2]], con il verbo finito che occupa sempre il secondo posto nella frase.
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{{vedi anche|Grammatica danese}}
 
Insieme ad altre lingue scandinave, il danese è una delle poche lingue indoeuropee che non distinguono (più) la [[persona (linguistica)|persona]] e il [[numero]] nella coniugazione dei [[verbo|verbi]] mediante desinenze specifiche. Pertanto si ha sempre la necessità di usare un pronome personale d'accompagno.
 
I sostantivi si dividono in due classi morfologiche: classe in ''-en'' e classe in ''-et'', così definite secondo la forma di articolo con cui si combinano. Dal punto di vista storico, si possono considerare queste due classi come le rappresentanti di due antichi [[genere (grammatica)|generi]] grammaticali: infatti la classe in ''-en'' infatti è frutto della fusione dei due antichi gruppi di sostantivi maschili e femminili, ed è tradizionalmente definita di [[genere comune]], mentre la classe in ''-et'' prosegue l'antico gruppo dei [[genere neutro|neutri]]. Elemento peculiare del danese e delle altre lingue scandinave è la presenza dell'[[articolo enclitico|articolo determinativo enclitico]], ed è su questa base che si distinguono le due classi dei sostantivi. Come nei due esempi seguenti, l'articolo determinativo è suffisso del sostantivo, tranne quando esso è accompagnato da un aggettivo o da un altro modificatore, come una subordinata relativa:
Elemento peculiare del danese (e delle altre lingue scandinave) è la presenza dell'[[articolo enclitico|articolo determinativo enclitico]], ed è su questa base che si distinguono le due classi dei sostantivi. Come nei due esempi seguenti, l'articolo determinativo viene suffissato al sostantivo, tranne quando esso è accompagnato da un aggettivo o da un altro modificatore (come una subordinata relativa):
 
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{{Vedi anche|Fonologia della lingua danese}}
 
Una caratteristica tipica del danese è costituita dallo ''[[stød]]'' (letteralmente,: "spinta"): si tratta di una forma di [[laringalizzazione]] delle consonanti sonore e delle vocali, realizzata anche come [[colpo di glottide]]; ha funzione distintiva o [[fonema]]tica, poiché esistono coppie di parole differenziate solo dalla sua assenza o presenza, come in ''hun'' {{IPA|[hun]}} "ella" e ''hund'' {{IPA|[hunˀ]}} "cane", ''mor'' {{IPA|[mo:ɐ̯]}} "madre" e ''mord'' {{IPA|[mo:ˀɐ̯]}} "omicidio".
 
Diversamente da ciò che accade in [[lingua svedese|svedese]] e [[lingua norvegese|norvegese]], in danese non esiste la distinzione [[lingua tonale|tonale]] fra accento "acuto" e "grave", ma la distribuzione dello ''stød'' è storicamente legata alle differenze di tono nelle altre due [[lingue scandinave]].
 
È frequente in danese una notevole riduzione e [[assimilazione linguistica|assimilazione]] sia di [[consonante|consonanti]] chesia di [[vocale|vocali]] persino in un [[registro (linguistica)|registro]] linguistico molto formale, il che può dare agli stranieri un'impressione di pronuncia indistinta e inaccurata rispetto allo standard ortografico, che è invece abbastanza conservativo.
 
Le consonanti {{IPA|/b, d, g/}} sono realizzate sempre sorde (o, più esattamente, desonorizzate): è solo l'assenza di [[aspirazione (fonetica)|aspirazione]] che le mantiene distinte rispettivamente da {{IPA|/p, t, k/}}; inoltre, talequesta distinzione è presente solo in posizione iniziale di parola o di sillaba tonica, e, pertanto, manca ad esempio in posizione interna, come ad es. in parole come ''lægge'' e ''lække'', entrambe pronunciate {{IPA|[ˈlɛg̊ə]}}.
 
== Numeri ==
A differenza di quello delle altre lingue scandinave, il sistema di numerazione del danese a partire dal numero 50 e fino al 99 si basa sul sistema [[sistema vigesimale|a base 20 o vigesimale]], diffuso anticamente in gran parte dell'area celto-germanica e tuttora conservato in parte nella numerazione francese.<br />''Tyve'' 'venti' è la base del sistema numerico. ''Tres'', forma breve per ''tresindstyve'', significa letteralmente 'tre volte [venti]', cioè 60; ''firs'', forma breve per ''firsindstyve'', sta per 'quattro volte [venti]', cioè 80. Il numero 100 è invece rappresentato dal sostantivo ''hundred(e)''.<br />I nomi delle decine con prima cifra dispari sfruttano dei moltiplicatori non interi che sono prefissi al numero della ventina successiva. Inoltre questi moltiplicatori fanno riferimento all'unità intera successiva e non a quella precedente, come invece avviene ad esempio in italiano (infatti in danese "uno e mezzo" si dice ''halvanden'', letteralmente 'mezza [unità prima della] seconda [unità]').<br />Pertanto ''halvtreds'' '50' è la forma abbreviata di ''halvtredsindestyve'', che è un composto formato da tre membri: il primo, ''halvtred(je)'', a sua volta un composto, significa letteralmente 'mezza [unità prima della] terza [unità]' (ovvero 'due e mezzo'), il secondo è ''sindes'' 'volte' e il terzo è ''tyve'' 'venti'. L'intero composto significa pertanto 'mezza terza volta venti', cioè 20+20+20/2, cioè appunto 50.<br />Analogamente ''halvfjerds'' ('mezza quarta volta [venti]', cioè 20+20+20+20/2) significa '70' e ''halvfems'' ('mezza quinta volta [venti] cioè 20+20+20+20+20/2) significa '90'.<br />Inoltre nei nomi dei numeri dal 21 al 99 l'unità precede la decina, come in [[lingua tedesca|tedesco]], ad esempio 22 si dice ''toogtyve'' (lett. 'due e venti'), 68 si dice ''otteogtres'' (lett. 'otto e tre volte [venti]'), 75 si dice ''femoghalvfjerds'' (lett. 'cinque e mezza quarta volta [venti]').
A differenza che nelle altre lingue scandinave, il sistema di numerazione del danese, a partire dal numero 50 e fino al 99, si basa sul sistema [[sistema vigesimale|a base 20 o vigesimale]], diffuso anticamente in gran parte dell'area celto-germanica (e tuttora conservato in parte nella numerazione francese).<br />
''Tyve'' 'venti' è la base del sistema numerico. ''Tres'', forma breve per ''tresindstyve'', significa letteralmente 'tre volte [venti]', cioè 60; ''firs'', forma breve per ''firsindstyve'', sta per 'quattro volte [venti]', cioè 80. Il numero 100 è invece rappresentato dal sostantivo ''hundred(e)''.<br />
I nomi delle decine con prima cifra dispari sfruttano dei moltiplicatori non interi che sono prefissi al numero della ventina successiva. Inoltre, tali moltiplicatori fanno riferimento all'unità intera successiva e non a quella precedente, come invece avviene ad esempio in italiano (infatti, per es., in danese "uno e mezzo" si dice ''halvanden'', letteralmente 'mezza [unità prima della] seconda [unità]').<br />
Pertanto ''halvtreds'' '50' è la forma abbreviata di ''halvtredsindestyve'', che è un composto formato da tre membri: il primo, ''halvtred(je)'', a sua volta un composto, significa letteralmente 'mezza [unità prima della] terza [unità]' (ovvero 'due e mezzo'), il secondo è ''sindes'' 'volte' e il terzo è ''tyve'' 'venti'. L'intero composto significa pertanto 'mezza terza volta venti', cioè 20+20+20/2, cioè appunto 50.<br />
Analogamente ''halvfjerds'' ('mezza quarta volta [venti]', cioè 20+20+20+20/2) significa '70' e ''halvfems'' ('mezza quinta volta [venti] cioè 20+20+20+20+20/2) significa '90'.<br />
Inoltre, nei nomi dei numeri dal 21 al 99 l'unità precede la decina (come in [[lingua tedesca|tedesco]]), perciò, ad es., 22 si dice ''toogtyve'' (lett. 'due e venti'), 68 si dice ''otteogtres'' (lett. 'otto e tre volte [venti]'), 75 si dice ''femoghalvfjerds'' (lett. 'cinque e mezza quarta volta [venti]').
 
== Alfabeto ==