Ippolito di Roma: differenze tra le versioni

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Il durissimo confronto tra Callisto ed Ippolito raggiunse l'apice trasformandosi in [[scisma]] quando il primo divenne papa (217). Immediatamente Ippolito lasciò la comunione della Chiesa di Roma e fu eletto antipapa da una ristretta schiera di seguaci da lui chiamati "Chiesa", in contrasto con la maggioranza dei romani da lui chiamati "Scuola di Callisto". Il santo accusava Callisto di essere caduto nell'eresia di Teodato prima e di Sabellio poi. Inoltre lo accusava di lassismo morale nei confronti di peccati gravi quali l'[[adulterio]] e l'[[omicidio]].
Inoltre, Ippolito riferisce che Callisto lo accusava, ingiustamente, di Diteismo (forma di [[teismo]] che crede in due grandi dèi al posto del solo [[Dio]]).
Ippolito continuò la sua opposizione alla Chiesa di Roma come antipapa anche durante i pontificati dei due successori di Callisto: [[papa Urbano I|Urbano I]] e [[papa Ponziano|Ponziano]]. Probabilmente, proprio sotto il pontificato di Ponziano, il santo scrisse il ''[[Philosophumena]]''.
 
In seguito, i capi delle due Chiese vennero esiliati da [[Massimino il Trace]] in [[Sardegna]] (''[[ad metalla]]''). Secondo la tradizione cattolica lo scisma rientrò nel momento in cui Ippolito incontrò Ponziano (secondo successore di Callisto) sull'isola. Essi, riconciliatisi, invitarono i rispettivi seguaci a fare altrettanto. Intorno al 235, la morte li colse entrambi nell'isola e nel [[236]] o [[237]] le salme dei due martiri raggiunsero Roma.