Umberto II di Savoia: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiana
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[Luogotenenza del regno|luogotenente generale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] dal [[1944]] al [[1946]] e ultimo [[Sovrani d'Italia#Savoia (1861–1946)|Rere d'Italia]], dal [[9 maggio]] [[1946]] al [[1310 giugno]] dello stesso anno,<ref>[http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1946/06/21/135/sg/pdf Data di cessazione del regime monarchico riportata sulla Gazzetta ufficiale.]</ref> data in cui fu proclamato il risultato del [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 2 giugno]] sebbene, quandodi fronte alle resistenze del sovrano, solo il [[13 giugno]] il consiglio dei ministri trasferìabbia trasferito ad [[Alcide De Gasperi]], con un gesto che Umberto II definì rivoluzionario, le funzioni accessorie di [[capo provvisorio dello Stato]]
}}
Per il breve regno (poco più di un mese), è anche detto "'''Re di Maggio'''".
 
== Biografia ==
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La nascita di Umberto sollevava i genitori dal timore che la dinastia si estinguesse, lasciando il trono al ramo collaterale dei [[Savoia-Aosta]]: se [[Umberto I di Savoia|Umberto I]] aveva avuto un unico figlio maschio ([[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]), suo fratello [[Amedeo I di Spagna|Amedeo]] ne aveva avuti quattro, il primogenito dei quali, fino ad allora l'[[erede presuntivo]] al trono, [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]], era già padre di due figli ed era diviso dal cugino sovrano da una non velata rivalità. Agli albori della civiltà della comunicazione di massa, il sovrano, alto poco più di un metro e cinquanta, né bello né "affascinante" e dedito a una vita schiva e "borghese" (come molti gli rimproveravano), era oggettivamente sminuito nel confronto con i cugini Savoia-Aosta, tutti alti, belli, muscolosi per la vita attiva e all'aria aperta che conducevano<ref>[[Luigi Amedeo di Savoia-Aosta|Luigi Amedeo]], [[duca degli Abruzzi]], era già famoso come esploratore, e [[Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta|Vittorio Emanuele]], [[Marca di Torino#Conte di Torino|conte di Torino]], si cimentava con successo in gare di equitazione.</ref> e dalla brillante vita sociale<ref>[[Elena d'Orléans|Elena]], [[consorti dei Duchi d'Aosta|duchessa d'Aosta]], moglie del duca [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|Emanuele Filiberto]], era figlia del [[Luigi Filippo Alberto d'Orléans|pretendente al trono francese]]: già promessa fidanzata a [[Alberto Vittorio di Sassonia-Coburgo-Gotha]], [[linea di successione al trono britannico|erede]] dell'[[impero inglese]], provenendo dalla [[Borbone-Orléans|famiglia reale]] più antica d'[[Europa]], chiamava la [[Elena del Montenegro|regina Elena]] ''mia cugina la pastora'', ironizzando pesantemente sulla sua dimessa famiglia d'origine, i [[Petrović-Njegoš]].</ref>.
 
[[File:King Umberto II of Italy as a child.jpg|thumb|left|upright=0.8|Umberto da bambino vestito alla marinara, in una delle fotografiefotografaie impiegate dal Quirinale come cartoline]]
Il Quirinale impiegò l'immagine del piccolo [[erede al trono]], e le sue foto a tre anni vestito alla marinara, da piccolo corazziere, con l'uniforme storica della scuola militare [[Nunziatella]] e con l'uniforme da [[scautismo|boy scout]] del [[Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani|Corpo nazionale dei giovani esploratori italiani]], assieme alle sorelle nel parco della villa di [[san Rossore]] vennero fatte pubblicare sulla rivista ''[[L'Illustrazione Italiana]]'' o come cartoline, rendendo Umberto il nuovo simbolo di [[casa Savoia]]<ref>Luciano Regolo, ''Il re Signore'', Simonelli Editore, p. 20.</ref>. Abitavano nella [[palazzina del segretario della cifra]], detta anche ''palazzina del Fuga'', al [[Palazzo del Quirinale]], alla fine della cosiddetta "manica lunga", la regina e i figli al primo piano, il re al secondo. In estate soggiornavano prima a [[San Rossore]] e poi, dopo la chiusura estiva di Camera e Senato, a [[Racconigi]], luogo cui il sovrano resterà sempre molto legato sia per la relativa libertà di cui godeva sia per "le spedizioni e le corse nel parco e le scoperte delle soffitte, dove si conservavano abiti e cimeli antichi"<ref>dichiarazione di Maria Beatrice di Savoia in Luciano Regolo, ''Il re Signore'', Simonelli Editore, p. 22.</ref>.
 
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|collegamento_onorificenza = Toson d'Oro
|motivazione =
|luogo = 19 novembre [[1923]]<ref>[https://www.boe.es/datos/pdfs/BOE/1923/343/A01123-01123.pdf GacetaBolletino deUfficiale Madriddi Stato].</ref>
}}
{{Onorificenze