Museo nazionale di Capodimonte: differenze tra le versioni

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La sala 14 è la Galleria delle Cose Rare, comunemente chiamata ''[[Wunderkammer]]'', ossia una sorta di stanza delle meraviglie che aveva il compito di affascinare e stupire i visitatori<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2008|p. 352}}.</ref>: accanto alle normali pitture essa raccoglie infatti quelle opere preziose e rare di quel che resta delle arti decorative della collezione Farnese, una volta ospitata nella Galleria Ducale di Parma<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2012|p. 88}}.</ref>. Tra le opere presenti nella sala: il ''Cofanetto Farnese'', realizzato da [[Manno Sbarri]] con cristalli incisi da [[Giovanni Bernardi]]<ref>{{Cita|Sapio|p. 95}}.</ref>, bronzetti provenienti dalle varie scuole italiane ed europee come quelli del [[Giambologna]], altri dalla tipica fattura rinascimentale, come il ''David'' di [[Francesco di Giorgio Martini]] e il ''Cupido'' di Guglielmo Della Porta, e manieristici, monete, oggetti in avorio come un vassoio e una brocca di [[Johann Michael Maucher]], medaglie rinascimentali opera del [[Pisanello]], [[Matteo de' Pasti]] e [[Francesco da Sangallo]], smalti, tra cui uno che raffigura ''Diana cacciatrice'' di [[Jacob Miller il Vecchio]], [[maiolica di Urbino|maioliche di Urbino]], tra cui un servizio in maiolica blu appartenuto ad Alessandro Farnese, cristalli di rocca, microintagli lignei<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2008|pp. 352–353}}.</ref> e manufatti e reperti esotici come una ''Ranocchia'' in pietra dura proveniente dal [[Messico]] e la statuetta di ''Huitzilopochtli'', [[Huitzilopochtli|dio della guerra]] [[Aztechi|azteco]]<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2012|pp. 88–101}}.</ref>.
 
La sala 15 raccoglie esclusivamente i dipinti del pittore fiammingo [[Jacob de Backer]]; si tratta di sette opere ritraenti i sette [[Vizi capitali|peccati capitali]], filone molto in voga nella cultura fiamminga del XVI secolo: al centro del dipinto è raffigurato il vizio e alle spalle scene del [[Nuovo Testamento|Nuovo]] e del [[Vecchio Testamento]]. Le opere sono acquistate da Cosimo Masi nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] e confiscate nel 1611 da Ranuccio Farnese: arrivate a Napoli non godettero di molta fortuna, tant'è che vennero conservate nei depositi del palazzo degli Studi prima di essere cedute alla [[Camera dei deputati]] a Roma, per abbellire le pareti; tornarono a Napoli nel 1952, beneficiando di una nuova rivalutazione<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2012|p. 102}}.</ref>.
 
La sala 16 è dedicata alla pittura [[rinascimento lombardo|lombarda]] del Quattrocento e del Cinquecento, con una collezione non molto rilevante<ref name="Utili5"/>, che vide in centri come [[Cremona]], [[Rinascimento bergamasco e bresciano|Brescia]], [[Rinascimento bergamasco e bresciano|Bergamo]] e soprattutto [[Milano]] il suo apice: tra gli artisti esposti [[Bernardino Luini]] e [[Cesare da Sesto]], ispirati da [[Leonardo da Vinci]], e [[Giulio Cesare Procaccini]], che con la sua ''Madonna col Bambino e angelo'' mostra i segni della rigida morale della [[Controriforma]] nella pittura sacra, dove tuttavia si riscontrano i primi segni del [[barocco]]; completano l'ambiente alcuni busti di [[imperatori romani]], esposti in origine a [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]] a Roma<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2012}}.</ref>.