Mausoleo imperiale di San Vittore al Corpo: differenze tra le versioni

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[[File:New 140.jpg|thumb|left|Disegno del 1570 della [[chiesa di San Vittore al Corpo]] con il mausoleo imperiale (riquadrato) ancora esistente]]
 
Il recinto sub-ottagonale, lungo internamente 132 e largo 100 metri, aveva lati lunghi 42/44 metri ed era dotato di [[Torre|torri]] semicircolari ai vertici. L'[[alzato]]Il muro fuori terra, con parametri [[Laterizio (Roma antica)|laterizi]] e nucleo di mattoni e ciottoli alternati a strati, era sorretto da [[Fondazione (edilizia)|fondazioni]] in conglomerato di malta e ciottoli. Il tratto di muro nord occidentale, l'unico conservato in elevato, presentava all'interno [[Nicchia|nicchie]] affiancate da [[Lesena|lesene]]. Motivo forse presente anche negli altri lati della struttura. L'ingresso monumentale era collocato a sud-est ed era fiancheggiato da due [[Torre|torri]].
 
Il recinto, verosimilmente posteriore ad alcune sepolture del IV secolo e al mausoleo, dovette avere lunga vita: in una pianta del 1814, tre dei suoi lati costituivano ancora confini di proprietà.<ref>{{Cita libro|autore=Agnoldomenico Pica|titolo=La basilica Porziana di San Vittore al corpo|anno=1934|editore=|città=}}</ref> All'interno era collocato il mausoleo imperiale.
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La piccola porzione del mausoleo indagata tra il 1953 e il 1960 consente tuttavia di restituirne la [[planimetria]]. Il mausoleo si presentava come un ottagono (lato di 7,5 metri) caratterizzato all'esterno sugli angoli da lesene a libro e all'interno da otto nicchie rettangolari e semicircolari alternate e divise da colonne: si tratta di una tipologia architettonica che richiama altri noti edifici milanesi (il [[battistero di San Giovanni alle Fonti]] e la [[cappella di Sant'Aquilino]]).
 
Informazioni sull'[[alzato]] sono desumibili solo da una veduta di un disegnatore olandese di poco precedente alla demolizione (1570), in cui il mausoleo è rappresentato ancora nella sua posizione presso la [[chiesa di San Vittore al Corpo]]. Nel rilievo si nota inoltre l'indicazione di un secondo [[Ordine architettonico|ordine]] con [[arcate cieche]]: questo dato suggerirebbe la presenza all'interno di gallerie superiori, di cui rende testimonianza anche lo scrittore milanese Giacomo Filippo Besta nel XVI secolo.
 
Dell'originario sontuoso apparato decorativo che caratterizzava l'interno del monumento fino alla sua demolizione restano pochissime tracce. Sappiamo che i pavimenti erano costituiti da lastre di [[marmo]] accostate con tecnica ''[[opus sectile]]'', mentre la parte delle mura verticali interne adiacente al pavimento era rivestita da uno zoccolo di marmo grigio. Le pareti interne del mausoleo dovevano essere impreziosite da [[Intarsio|tarsie]] di marmo e di vetro, [[Mosaico|mosaici]], dipinti e da un intonaco dipinto<ref name="milanoarcheologia"/>.